PALA di SAN MARTINO
VIA 16/H Per il "Gran Pilastro" sud-ovest (Merlet-Langes) VIA 127
VIA 16/I Variante diretta d'attacco (Langes)
VIA 16/M Per la cresta nord-est via normale (Langes-Lorenz)
VIA 16/N Per la parete est (Zagonel-Hoxel)
VIA 16/O Per la parete nord (Solleder-Kummer)
VIA 16/P Per la parete est "via diretta" (Simon-Wiessner) VIA 129
VIA 16/Q Per la parete nord-nord-ovest (Simon-Schuler) VIA 128
VIA 16/R Per lo spigolo sud-est (Castiglioni-Bramani) VIA 130
VIA 16/S Per la parete ovest (Pisoni-Leonardi)
VIA 16/T Per la parete ovest "Via Franco Petrucci" (Angeli-Vinco)
VIA 16/U Per la parete ovest "via diretta Settimo Bonvecchio"
VIA 16/V Per la parete est (Cozzolino-Ramiz)
VIA 16/Z Per la parete sud (Gnoato-Bertan)
VIA 16/X Per la parete nord (Leviti-Della Sega) VIA 131
VIA 16/W Per la parete nord (Leviti-Della Sega) VIA 131
Per la cresta Ovest/Nord/Ovest via Zagonèl-Tavernaro-Schuster VIA 126
DISCESA VIA 132
16/H Per il "Gran Pilastro" sud-ovest
Roccia buona. È la via più ripetuta della Pala.
Primi salitori: E. Merlet-G. Langes, 24 luglio 1920
Difficoltà: III con un tratto di IV-
Dislivello: 630 m.
Tempi: ore 3
Dallo sbocco del canalone ovest tra la Pala di S. Martino e la C. Immink, 45 minuti dal Rif. Pradidali e 1 ora dal Rif. Rosetta. Salire per neve fino ad aggirare la base del pilastro ed attaccare su rocce bagnate fino a raggiungere una nicchia.
Obliquare a destra pochi m. e poi salire diretto 40 m. fino ad un ripiano.
Salire in obliquo a sinistra per prendere un camino e seguirlo c. 20 m.
Obliquare verso destra a raggiungere una conca ghiaiosa da attraversare.
Riprendere la parete a destra di un camino per c. 40 m., poi tagliare verso sinistra il camino stesso lungo una cengia e arrampicare diritto in direzione di un altro camino che porta ad un intaglio (qui si unisce la variante diretta d'attacco).
Ora arrampicare lungo la parete del pilastro circa 100 m. tenendosi prima sulla destra di un camino e poi sulla linea mediana.
Seguire un braccio a sinistra del camino e continuare per 40 m. arrivando ad uno spiazzo.
Attraversare 15 m. riprendendo a salire per circa 150 m. fino ad una nicchia.
Arrampicare a destra o a sinistra ancora 80 m. fin sotto la linea mediana del diedro giallo terminale del grande pilastro.
Continuare per 15 m. e attraversare qualche m. fino a raggiugere uno spiazzo.
Salire circa 7 m. (IV-) per attraversare a sinistra fino ad uno spigolo che finisce ad un vano ghiaioso.
Salire un camino sulla sinistra arrivando su una terrazza e più avanti sulla cresta.
Lungo rocce sempre più facili e con detriti raggiungere la vetta.
16/I Variante diretta d'attacco
Variante molto logica che sale il "Gran pilastro" fin dalle ghiaie in un'unica dirittura.
Primi salitori: G. Langes e comp., estate 1926
Difficoltà: III con passaggi di IV
Sviluppo: 250 m.
Tempi: ore 1,15
Come per la via originale fin sotto allo sbocco del canalone.
La variante inizia circa 50 m. a sinistra.
Salire diritto 40 m. e poi attraversare qualche m. a sinistra (IV).
Scalare un camino fino al suo termine.
Attraversare a destra sotto degli strapiombi e alzarsi ad un camino sulla destra per circa 40 m. (passaggi di IV).
Entrare nel camino e percorrerlo a lungo fino all'intaglio della via originale
16/M Per la cresta nord-est via normale
Scalata varia su roccia abbastanza buona, frequentata specie in discesa.
Primi salitori: G. Langes-H. Lorenz, agosto 1921
Difficoltà: II grado con un tratto di III
Tempi: ore 1,30-2
In condizioni di scarsa visibilità comporta notevoli difficoltà di orientamento per le varie traversate e ritorni fra torri e canaloni.
Meno pericolosa dell'antica via dei primi salitori è oggi considerata la via normale.
Dal Rif. Rosetta (m. 2581) avvicinarsi alla q. 2831 sul lato Sud dell'insellatura a sud-est della Cima delle Scarpe (vedi via da nord-ovest alla stessa; ore 1,30).
(Dei 5 pinnacoli della cresta solo il secondo si supera mentre gli altri si aggirano sulla destra).
Scendere su rocce rotte sul versante Ovest a un intaglio, risalire brevemente e attraversare a destra un canalone per raggiungere un secondo intaglio.
Superare, da destra, il secondo gendarme lungo una fessura e scendere all'intaglio successivo.
Seguire un canalino oltrepassando sulla sinistra un gendarme.
Scendere quasi una lunghezza di corda e attraversare al di là di una nicchia.
Dopo uno spigolo, continuare diritto 7-8 m. per attraversare ancora ad un salto e ad un intaglio.
Aggirare a sinistra un gendarme fin sotto una parete quasi verticale.
Salire la parete (III) per 35 m., poi obliquare a destra circa 30 m. e alzarsi alcuni m.
Attraversare e scendere ad una forcella.
Attraversare ancora circa 40 m. ad un camino da salire brevemente.
Obliquare a destra arrivando alle rotte rocce ed agli sfasciumi della calotta terminale.
Seguire le evidenti tracce fino al bivacco e alla vetta.
Primi salitori: C. Zagonel-J.W. Hoxel, 30 agosto 1925
Difficoltà: IV con due tratti di V
Dislivello: 580 m. circa
Tempi: ore 5-6
Roccia abbastanza buona.
La via sale fin circa ad un quarto d'altezza per lo spigolo sud-est, attraversa a destra su cengia quasi tutta la parete per continuare lungo lo spigolo nord-est, attraversarlo a destra, scendere ad una stretta parete incavata che segue fino in vetta.
Dal Rif. Pradidali (m. 2278) per il sent. 709 del Passo Pradidali Basso e per i ghiaioni fino allo sbocco del canalone della Forcella Dimai (1 ora).
Salire per un canale dietro uno sperone antistante la base dello spigolo sud-est e, senza raggiungere il colletto dello sperone, attaccare direttamente lo spigolo lungo una parete di 15 m. fino ad una placca nera sotto uno strapiombo.
Obliquare a sinistra per la placca (V) a un punto di sosta e continuare a sinistra, lungo 2 fessure successive (40 m.) verso un terrazzino sotto una parete con vari piccoli tetti e nicchie.
Obliquare a destra alla prima nicchia e salire, ancora a destra, ad uno spigolo quasi verticale da superare arrivando ad un pilastro.
Superato uno strapiombo, percorrere un canale detritico fino alla grande cengia che attraversa a destra tutta la parete.
Seguirla verso la serie di camini verticali che solcano la parte destra (Nord) della parete.
Scalare i camini fino a raggiungere sotto la strapiombante fessura terminale.
Attraversare a destra (15 m.; V) sulla parete gialla verso un terrazzino dello spigolo nord-est.
Girare al di là di esso scendendo leggermente circa 30 m. finché una stretta parete incavata permette di salire alle facili rocce sommitali.
Arrampicata d'impegno continuato lungo i primi 300 m. di sviluppo.
Primi salitori: E. Solleder-F. Kummer, 6 settembre 1926
Difficoltà: V con un tratto di V+
Dislivello: 350 m. circa
Tempi: ore 6
La via si svolge sulla sinistra di una marcata riga nera sopra il Ghiacciaio della Pala, lungo un camino di c. 200 m.
Roccia abbastanza buona.
Dal Rif. Rosetta (m. 2581) attraverso la Forcelletta o dal Col de le Fede (m. 2278) sul sent. 702 della Val di Roda (vedi itin. antico 16/A) in ore 2 circa raggiungere la base della parete dopo aver salito o attraversato il Ghiacciaio.
Attaccare lungo un ripido canale obliquo a sinistra che dopo circa 50 m. è sbarrato da un masso.
Attraversare a destra per cengia (20 m.) entrando nel camino suddetto.
Salire il camino c. 40 m. ad una nicchia strapiombante; uscire a sinistra e, alzarsi 15 m., rientrare nel camino da seguire altri 40 m. fino ad un diedro a sinistra.
Seguire il diedro c. 20 m. e ancora per una costola a sinistra (a destra sporge un tetto giallo) fino ad una sporgenza vicina ad un altro tetto.
Rientrare nel camino dopo quasi 50 m. in corrispondenza di una grotta.
Pochi m. a destra raggiungere un intaglio che forma una cengia.
Seguire la cengia c. 20 m. e salire diritti 10 m. ad un posto di assicurazione.
Seguire il fianco sinistro di uno spigolo raggiungendo dopo 20 m. il filo dello spigolo vicino ad un pilastro.
Seguire lo spigolo (V+) fino ad un pulpito.
Poi, su rocce più agevoli, raggiungere sulla destra una costola. Senza difficoltà in cima.
16/P Per la parete est "via diretta"
Bella impegnativa, divertente scalata su roccia buona che ha, in comune nel tratto mediano il lungo sistema di camini e fessure della via Zagonel; continua poi direttam. quando questa attraversa in parete nord-est.
Primi salitori: F. Simon-F. Wiessner, 30 luglio 1927
Difficoltà: IV con passaggi di V
Dislivello: 580 m. circa
Tempi: ore 5
Dal Rif. Pradidali (m. 2278) per il sent. 709 del Passo di Pradidali Basso e lungo il ghiaione salire alla gola che delimita a destra la parete est (ore 1,15).
Attaccare sullo spigolo da seguire per un breve tratto, poi si volge a destra su difficili pareti finché si può girare lo spigolo stesso verso sinistra e salire la vera parete Est dove forma un'ampia rientranza sopra degli strapiombi basali.
Attraverso dei ripidi gradoni friabili andare a raggiungere la serie di camini e fessure della via Zagonel.
Essi presentano notevoli difficoltà specialmente nel punto dove la fessura terminale risulta non più larga di un palmo (V).
Sopra poi si allarga ancora in alcuni camini.
Seguire quello di destra oltrepassando anche il punto, sotto un diedro, dove la via Zagonel attraversa a destra verso lo spigolo nord-est.
Proseguire (V) fino ad un altro camino che si scala arrivando sotto al gran tetto che lo sbarra in alto.
Attraversare a sinistra e salire una fessura strapiombante (V) fino ad una larga cengia inclinata.
Continuare a destra 20 m. lungo essa fino al suo termine.
Per un camino di c. 70 m. guadagnare la cresta da dove, in breve, salire in vetta.
16/Q Per la parete nord-nord-ovest
Lunga scalata su roccia non buona.
Primi salitori: A. Simon-R. Schuler, 17 agosto 1928
Dislivello: 600 m.
Difficoltà: IV con un tratto di V
Tempi: ore 4-5
Dal Col de le Fede (m. 2278) sul sent. 702 (ore 2,30 da S. Martino di Castrozza, 30 minuti dal Rif. Rosetta) si sale verso la parete a sinistra dello spigolo ovest-nord-ovest puntando (c. 60 m. a sinistra dell'attacco della via Zagonel della cresta) sotto due profondi canali che solcano la parete.
Attaccare il canale di destra da salire per c. 220 m. passando sotto dei blocchi incastrati (alle biforcazioni scegliere sempre il ramo di sinistra).
Il camino poi si restringe a fessura friabile e strapiombante.
Aalzarsi fin sotto uno strapiombo e attraversare a sinistra in grande esposizione (V) verso uno spigolo.
Andare a destra in direzione del camino sopra lo strapiombo e, seguendo una fessura, arrivare ad un piccolo intaglio da dove si scende in un canalone a sinistra.
Salire il canalone fino a prendere il camino centrale di 3 spaccature: sopra il canalone si allarga a gola ghiaiosa che si scala, senza difficoltà, fino alla cresta ovest-nord-ovest e in vetta.
Largo, alto spigolo arrotondato che offre una bella e grandiosa scalata poco ripetuta.
Primi salitori: E. Castiglioni-V. Bramani, 17 agosto 1934
Difficoltà: IV con passaggi di V
Dislivello: 580 m. circa
Tempi: ore 5
La prima parte della arrampicata è in comune con la via Zagonel della parete est, (vedi 16/N).
Salire (IV con un passaggio di V) fino al punto dove essa attraversa per cengia tutta la parete.
Da qui, proseguire in obliquo a sinistra, su rocce gradinate con detriti, fin sotto una parete strapiombante.
Attraversare a lungo a sinistra fino ad un ampio canalone.
Scalare il canalone, prima molto ripido, poi più facile sulla destra puntando verso la grande gola che solca la parte alta della parete e delimita sulla sinistra il pilastro sud-est.
Arrivare nella gola sopra allo strapiombo iniziale attraversando in obliquo da destra a sinistra su liscie e difficili placche.
Alzarsi lungo il canalino a sinistra e per una breve parete entrare nel canale di destra.
Su roccia liscia, superare vari strapiombi, seguire il canale fin sopra una fessura nera e strapiombante (V).
Uscire a destra per seguire un altro canalino di rocce liscie fin sotto agli strapiombi finali.
Attraversare qualche m. a destra verso un pulpito ghiaioso sullo spigolo del pilastro e proseguire lungo esso per una rampa molto ripida.
Dopo altri 30 m. raggiungere una cresta da seguire, senza difficoltà, fino in vetta.
Grande scalata che sale in obliquo verso sinistra tutta la parete ovest unendosi alla via della cresta Zagonel all'intaglio a circa 2/3 d'altezza.
Si svolge per una tipica cornice-diedro che caratterizza la parete sottostante i gialli strapiombi superiori.
Primi salitori: G. Pisoni-G. Leonardi, agosto 1946
Difficoltà: IV e IV+
Dislivello: 650 m.
Tempi: ore 4-5
Dal Col de le Fede (m. 2278) sul sent. 702 scendere fino al bivio del sent. 715 per il Rif. Pradidali.
Attraversare in breve sotto la parete della Pala fin dove il sentiero si accosta (ore 1 dai Rifugi Rosetta o Pradidali; 2,30 da S. Martino).
Attaccare all'inizio della rampa cornice tra rocce gialle raggiungendo una macchia bianca.
Sempre seguendo detta cornice (vari tratti lisci ed esposti) attraversare in obliquo tutta la parete fino ad innestarsi alla via Zagonel della cresta ovest-nord-ovest.
Dopo un ultimo camino raggiungere l'intaglio.
Per la Zagonel in vetta.
16/T Per la parete ovest "Via Franco Petrucci"
Primi salitori: F. Angeli-S. Vinco, 20-22 settembre 1966
Difficoltà: IV, V, VI e Al
Dislivello: 650 m.
Tempi: ore 10-12
Materiale: 35 chiodi a pressione
Nell'ultimo tratto si avvicina alla Zagonel della cresta dove alterna tratti e passaggi molto difficili con tratti di media difficoltà, dopo aver incrociato la via Pisoni.
Dal Col de le Fede (m. 2278) sul sent. 702 andare all'attacco della parete come per l'itin. precedente; la via inizia a sinistra dell'inizio della cornice-diedro che caratterizza la parete, pressoché al centro della parete dove si nota una marcata fessura-canale.
Salire per la fessura per 2 tiri di corda e superare una parete bagnata (VI).
Deviare leggermente a destra fino ad un terrazzino.
Procedere ancora a destra e poi in verticale (V) fino ad una comoda cengia sotto un grande tetto.
Con medie difficoltà attraversare a destra 30 m., superare un tetto per raggiungere in alto una nicchia. Salire diritto per 20 m. su parete di roccia sana (V) arrivando su una gran cengia.
Attraversare per la cengia 50 m. a sinistra per riprendere a scalare diritto, su medie difficoltà, fino alla forcella di cresta della via Zagonel.
Deviare poi a destra lungo una parete (V e VI) raggiungendo una serie di camini che portano alla Anticima, dalla quale facilmente in vetta.
16/U Per la parete ovest "via diretta Settimo Bonvecchio"
Scalata che usa largamente dei mezzi artificiali e che risolve il problema della salita diretta della parete ovest.
Primi salitori: G. Loss-E. Bonvecchio-R. De Stefani-V. De Gasperi, 13-15 luglio 1969
Difficoltà: VI+ / AM
Dislivello: 650 m.
Tempi: ore 12-16
L'attacco è in comune con la Pisoni-Leonardi fino alla macchia bianca (a questa si può arrivare anche più facilmente attaccando 50 m. a sinistra e salendo lungo un diedro e solide placche grigie spostandosi verso destra: 130 m.; III).
Salire per una fessura strapiombante e friabile a sinistra di un grosso spuntone grigio e dal centro della placca bianca arrivando su un terrazzo (45 m.; VI).
Spostarsi 2 m. a sinistra, scalare 20 m. fino ad un altro terrazzo (VI).
Attraversare in libera verso sinistra 5 m. per salire un diedro a sinistra fino ad una piccola nicchia (40 m.; VI).
Puntare al centro delle due colate di roccia nera arrivando su un terrazzo (40 m.; VI).
Obliquare a destra per evitare un grande tetto arrivando ad una nicchia umida e svasata (30 m., VI).
Spostarsi a destra fino a trovare il punto più vulnerabile per giungere alle rocce grigie che formano il grande catino della parte superiore della parete (40m.; IV e VI).
Salire il catino tenendosi sulla destra della macchia bianca e raggiungere una fessura (120 m.; III e IV).
Salire la fessura fino ad un marcato diedro (60 m.; IV e V).
Scalare il diedro, giallo e strapiombante, fin sotto un tetto (V e VI).
Vincere il tetto sulla destra per continuare sempre sulla destra su parete sempre strapiombante, fino ad una grande nicchia (20 m.; VI).
Salire fino ad un'altra nicchia grigia che dà origine ad una fessura articolata (40 m.; V e VI).
Al termine della fessura entrare in un diedro aperto che, dopo circa 160 m., porta direttamente in vetta (III e IV) )
Primi salitori: E. Cozzolino-P. Ramiz, 9 settembre 1970
Difficoltà: V e V+
Dislivello: 580 m.
Tempi: ore 7
Attacco come per la via Zagonel della parete est (ore 1 dal Rif. Pradidali).
Salire fino all'altezza della cengia che taglia in orizzontale la parete (IV con passaggio di V) come per gli itin. 16/N e R.
Continuare in leggero obliquo fino ad una lama staccata difficile da superare.
Dopo un tiro facile seguire un diedro giallo.
Dalla terrazza sup. riprendere a salire lungo l'incisione grigia e profonda della parete, fino a che, giunti ai piedi di un caratteristico gendarme, attraversare a sinistra per quasi una lunghezza di corda su roccia rossa.
Arrivare così ai piedi di un diedro-camino giallo che si segue fino alla cresta finale.
(La via segue la direttiva della Castiglioni dalla quale divarica in qualche tratto).
Via molto logica e bella, roccia abbastanza buona.
Primi salitori: T. Gnoato-E. Bertan, estate 1971
Difficoltà: V con passaggi di V+ e un breve tratto di VI
Dislivello: 630 m.
Tempi: ore 4
Grandiosa parete caratterizzata da alcuni diritti colatoi che la solcano.
La via si svolge lungo il terzo colatoio a destra del "Gran pilastro".
Attaccare come per il "Gran pilastro", circa 50 m. più in alto nel canalone, superando un primo gradone e mirando al piccolo nevaio pensile e visibile anche dal sentiero.
Salire fino all'inizio del grande colatoio nero che solca l'intera parete fin sotto la vetta.
La via prosegue lungo il colatoio con un evidente percorso fino a raggiungere la vetta.
Dislivello: 350 m.
Difficoltà: IV e V
Tempi: ore 7
Ascensione che merita di diventare una classica per la bellezza dell'arrampicata e per la qualità della roccia, più difficile della Leviti-Della Sega.
Attacco in comune con la Via Solleder (ore 1,40 dal Rif. Rosetta attraverso la Forcelletta).
Nei primi 50 m. seguire il camino-canale obliquo a sinistra superando 2 strapiombi.
Proseguire lungo una rampa, passare sotto un masso incastrato e seguire un diedro fino ad una cengetta.
Salire il diedro per altri 50 m. (IV) arrivando su un'altra cengia.
Continuare diritto per un camino per uscire a destra dove questo strapiomba.
Seguire un diedro fino ad un grande pulpito su uno spigolo (IV sup.).
Attraversare a sinistra e poi diritto fino ad un altro pulpito oltre la cengia che delimita la parte inf. della parete (45 m.; IV e IV sup.).
Proseguire a destra fino ad un diedro e salire fino ad una nicchia nera, uscire a destra (50 m.; IV e V+).
Ancora a destra per 3 m. poi diritti su roccia e verticale.
Oltrepassare un terrazzo e proseguire lungo un diedro, uscire a destra dopo 15 m. fino ad un altro terrazzo (40 m.; IV).
Attraversare a destra, prima in discesa, poi salire fino ad un pulpito alla base di un diedro (20 m.; IV).
Superato il primo salto nel diedro, salire ancora 3 m., poi a sinistra per entrare in un canale che porta alle facili rocce terminali (50 m.; V).
Con difficoltà decrescenti raggiunge la vetta.
Roccia quasi sempre buona. Via molto logica ed esposta, con difficoltà sostenute.
Primi salitori: A. Leviti-G. Della Sega, 30 luglio 1974
Difficoltà: IV e V
Dislivello: 350 m.
Tempi: ore 7
Attaccare poco a destra dell'inizio della Via Solleder (Ore 1,40 dal Rif. Rosetta attraverso la Forcelletta) al centro di una macchia di roccia bianca solcata da un diedro fino a una piastra malsicura.
Attraversare da destra lungo una rampa che porta sullo spigolo destro.
Continuare lungo un camino superficiale fino ad uno spuntone a lama (50 m.; V e IV).
Salire in verticale lungo il diedro fino ad un terrazzo (50 m.; IV).
Portarsi ora verso lo spigolo sinistro, e, attraverso un caminetto, arrivare sotto un leggero strapiombo.
Evitarlo traversando a sinistra, proseguire in obliquo a sinistra fino ad una comoda sosta (50 m.; V e IV).
Salire diritto un po' a destra ad un terrazzo (35 m.; IV+ e III).
Spostarsi leggermente a destra per salire poi diritti fino alla grande nicchia visibile dal basso (50 m.; IV).
Attraversare a destra lungo la cengia inferiore fino ad un canale da salire pochi m. (25 m.; III, II, III).
Dal canale salire lungo il diedro di sinistra per 10 m.; poi a sinistra e sullo spigolo per 20 m.
Attraversare a destra in un caminetto che porta ad una terrazza (40 m.; V e IV).
Salire lungo il colatoio, raggiunto un grande masso incastrato, attraversare a destra per salire lungo una parete con buoni appigli fino ad un comodo terrazzo (50 m.; V e III).
Proseguire a sinistra e poi in verticale per raggiungere una cengia alla base di un diedro (50 m.; III).
Seguire il diedro 20 m. poi a sinistra fino ad un'altra cengia (50 m.; III e IV).
Salire al termine sinistro della cengia per passare attraverso un foro e proseguire diritto fino ai gradoni sommitali (40 m.; IV).
Continuare poi diritto fino alla cresta che si raggiunge c. 50 m. a destra del Bivacco (circa 60 m.; II e III).
Si effettua per la via normale (II con una calata in doppia; ore 1,20).
Dal Bivacco presso la vetta scendere in direzione Nord-Est seguendo le tracce di passaggio.
Esse portano alle rocce facili, i pendii detritici e le cenge che degradano verso il canalone tra la calotta della Pala e la cresta nord-est.
Mirare in basso ad un canalino che scende dal primo risalto verso il versante nord; scendere in obliquo a destra per attraversare il canale.
Salire al di là e attraversare ancora ad un intaglio.
Salire ancora pochi m. per attraversare a destra verso lo spigolo del gendarme che incombe sul versante est ad un chiodo con anello.
Effettuare una corda doppia di 22 m. sulla forcella sottostante, attorniare a destra un gendarme scendendo poi ad un'altra forcella.
Salire per 9 m. e verso destra aggirare il successivo gendarme.
Continuare in traversata 15 m. e scendere per raggiungere il canalino tra il terzo e il quarto pinnacolo di cresta.
Oltrepassare una forcella e attorniare il quarto gendarme sul versante est fino ad un intaglio.
Scendere ad un canale e salire ad un piccolo intaglio.
Sempre in traversata contornare il quinto gendarme fino all'intaglio.
Attraversare, da ultimo, ad un successivo intaglio e arrivare sul margine dell'Altopiano delle Pale presso la q. 2831.
Per scendere al Rif. Pradidali calarsi verso Sud-Est al Passo Pradidali alto e poi per la variante del sent. 709.
Per arrivare al Rif. Rosetta scendere invece alla sella a nord con la Cima delle Scarpe, seguire le tracce di passaggio, attraversare un cengione a Sud della cima stessa, che immette in un canale obliquo che porta in basso alle falde settentrionali dell'Anticima Ovest di Roda e al sent. 702.
Poi in breve verso Nord al Rifugio (ore 0,40 dalla fine della via normale).
PALA di SAN MARTINO m. 2982
La più bella e possente Cima del gruppo: è collegata all'Altopiano per mezzo di una crestina tormentata, ma da ogni parte si configura come un altissimo pilone isolato.
Sulla vetta è installato il "Bivacco delle Guide", con 4 cuccette.
126 Per la cresta Ovest/Nord/Ovest, via Zagonèl
Classica e interessante scalata su roccia buona, meno frequentata del Gran Pilastro.
Primi salitori: Bortolo Zagonèl-Antonio Tavernaro-Oskar Schuster, 1898
Difficoltà: II III, un tratto di IV
Dislivello: 630 m.
Tempi: ore 3-4 per la via, ore 6-7 A/R dai rifugi
Avvicinamento lungo il sentiero 702/715 dove la cresta si esaurisce sul Valòn del Ghiacciaio, si vede bene un profondo camino che solca la parete Ovest della cresta.Attaccare (1 ora dai rifugi) a destra del vallone, su una banca detritica, e raggiungere il camino.
Salire per circa 150 m., senza possibilità di sbagliare, tenendosi a volte a sinistra, finché non si esce ad un intaglio formato da uno spuntone staccato dalla parete.
Proseguire diritto per 200 m. su pareti e caminetti, in direzione di una parete gialla con nicchie, visibili anche dal basso.
Dove le difficoltà aumentano, traversare 40 m. a destra in direzione di un camino.
Poco prima di arrivarvi, salire una parete e dopo pochi metri entrare da sinistra (IV).
Seguire il camino per 2 lunghezze, finché non si allarga, diventando più facile.
Abbandonarlo, allora, e salire verso sinistra, per 3-4 lunghezze lungo pareti e caminetti (III), portandosi sulla cresta Nord-Ovest.
Traversare sul versante Nord per rocce facili, superare un foro, e raggiungere un intaglio, dove arriva la via Pisoni Leonardi (che segue la rampa Ovest).
Salire ora sempre sul versante Nord su rocce facili (II), fino all'intaglio (4 lunghezze) sotto la vetta, dove esce anche il Gran Pilastro.
Pilastro Sud/Ovest.
Accesso
Dal Rifugio Rosetta seguire il sentiero 702 fino al Col delle Fede, m. 2298, ignorare le tracce che scendono in basso, seguire la segnalazione 715 e delle tracce si staccano per portare alla base delle rocce: 45 minuti.
Dal Rif. Pradidali valicare, segnavia 715, il Passo di Ball e scendere in Val di Roda fino all'attacco, 40 minuti.
Salire prima una serie di camini che sbucano su un intaglio del pilastro (da cui si guarda nel canalone principale che separa la Pala dalla Cima Immink: qui arrivava la via originaria).
Spostarsi a si
nistra per salire direttamente sul filo del pilastro, uscendo in cresta abbastanza lontani dalla vetta.La roccia è eccellente e non eccessivamente attrezzata.
Primi salitori: Gunther Langes-Erwin Merlet, 1920
Difficolt
à: prevalenti, e continue, di III e IVDislivello: 650 m.
Sviluppo:
900 m., oltre 25 lunghezze da 45 m.Tempi: ore 6
Descrizione
Iniziare sotto la verticale dei camini; salire per 40 m. (III) e traversare a sinistra 35 m. (IlI, IV-).
Salire diritto a una cengia ghiaiosa (III) e, verso destra, all'inizio dei camini.
Percorrere tutto il camino per 5 lunghezze, uscire su una cresta in vista della Cima Immink (IV, III e III+).
Salire sulla sinistra una parete (45 m., IlI+) e spostarsi a sinistra (II) verso il filo dello spigolo su cui traversare per 25 m. (I) su cengia, arrivando in vista della Rosetta.
Sul lungo filo per 5 lunghezze, molto aeree, (III, III+, passi di IV-) e imboccare un diedro grigio. Percorrerlo (25 m., IV-, uscire a sinistra) e continuare per parete grigia esposta (45 m., IV, IV+) uscendo su una zona inclinata.
Portarsi a sinistra in cresta poi, con 5-7 lunghezze di corda, prevalentemente II, arrivare sulla larga vetta, dove sorge il Bivacco Fisso.
Nota:
E' utile rammentare che, lungo l'attacco originale, a seconda delle condizioni, si possono risparmiare ore 1.30-3, perdendo però in dirittura e bellezza.
Dallo sbocco del canalone tra la Pala e la Cima Immink salire per neve, spesso ghiacciata, aggirare la base del Gran Pilastro, e procedere su rocce, sulla sinistra, di solito bagnate, e con vari detriti.
Arrivare ad una nicchia; quindi più o meno diritti 40 m. fino ad un ripiano.
Obliquare a sinistra 20 m., prendere un camino da salire 20 m. e uscire a destra in una conca ghiaiosa.
Attraversarla, a destra per un camino di 40 m. andare a prendere, nettamente a sinistra, un altro camino che porta all'intaglio su una cresta secondaria, dove si ritrova la via descritta sopra.
Difficoltà prevalenti di II-III.
128 Per la Parete Nord/Nord/Ovest, via Simon-Schuler
Arrampicata classica su buona roccia, mediocre solo in alto.
La parete a sinistra della via Zagonèl è solcata da due profondi canali-camini verticali; la via si svolge per quello di destra.
Primi salitori: Simon-Schuler, 1928
Difficoltà: dal IV al V-, con passi di V
Dislivello: 580 m.
Tempi: minimo ore 4.30 per la via, ore 8 A/R dal rifugio Rosetta
Arrivare 60 m. a sinistra della via Zagonèl, all'inizio del camino.
Salire per il camino con arrampicata di appoggio e spaccata, superando internamente vari blocchi.
Alle biforcazioni scegliere il ramo di sinistra.
Dopo 200 m. il camino si restringe a fessura strapiombante; allora salire (V) fin a sotto lo strapiombo e traversare a sinistra in grande esposizione (IV) verso uno spigolo.
Salire un pò verso destra, e rientrare nel camino sopra lo strapiombo; per fessura (IV, IV+) raggiungere un piccolo intaglio, dal quale scendere a sinistra in un canale.
Risalire il canale, e prendere quello di mezzo dei tre camini che si presentano (oppure la costola sulla destra), finché non si esce in una gola ghiaiosa.
Salire facilmente alla cresta Nord/Ovest e lungo la via Zagonèl in vetta.
129 Per la via diretta da Est, Simon-Wiessner
Bella e impegnativa scalata su roccia buona: ha in comune il tratto medio con la via Zagonèl 1925.
Primi salitori: F. Simon-F. Wiessner, 1927
Difficoltà: IV e V
Dislivello: 580 m.
Sviluppo: (18-20 L)
Tempi: ore 5 per la via, ore 9 A/R dal Rif. Pradidali
Dal rifugio seguire il sentiero 709 verso il Passo Pradidali Basso: dove esso piega a destra, salire le ghiaie sulla sinistra, tagliandole verso Nord, e, passata la Pala, dopo alcune rocce puntare a sinistra un canalone (ore 1.15).
Traversarlo a sinistra e salire uno sperone, fino ad uno spigolo irregolare e arrotondato, lungo il quale alzarsi per 3 lunghezze.
Lasciare lo spigolo, arrampicando sulla destra per 3 lunghezze (IV, un passaggio di V) e quindi ritornare traversando a sinistra sullo spigolo, che si terrà per poco.
Andare a destra qualche metro, poi, sotto degli strapiombi gialli, obliquare a sinistra (V).
Alzarsi per ripide pareti friabili fino ad un grande camino formato da due pilastri: qui si incontra la via Zagonèl.
30 metri sopra ci sono dei camini: prendere quello di destra, sul versante Nord, e superarlo (un pass, di IV).
Sotto un diedro la via Zagonèl traversa a destra sullo spigolo: allora su diritti (V) verso un camino da superare tutto (IV) arrivando sotto un grande tetto.
Uscire a sinistra e, per una fessura strapiombante (V) uscire su una banca inclinata, seguirla per 20 m. a destra.
Ora si alza un camino di 70 m. che porta sulla cresta; lungo la calotta sommitale alla vetta.
130 Per lo spigolo Sud/Est, via Castiglioni-Bramani
Largo e alto spigolo arrotondato che offre una bella scalata, poco ripetuta; la prima parte è in comune con la via Zagonèl 1925.
Primi salitori: E. Castiglioni-V. Bramani, 1934
Difficoltà: IV e V
Dislivello: 580 m.
Sviluppo: (20 L)
Tempi: ore 5 per la via, ore 8.30 A/R dal rifugio
La via attacca sulla destra del gran canalone che scende dalla Forcella Dimài
(fra la Pala e la Cima Immink): 1 ora dal rifugio.
Seguire il canalone per 20 m., dietro uno sperone davanti allo spigolo, salire 20 m. ad una nicchia.
Ora diritto su rocce nere una lunghezza fino ad un terrazzo (passaggio di V); poi ancora 2 lunghezze sullo spigolo (IV) fino ad un pulpito.
La parete soprastante si presenta crivellata da grossi fori.
Traversare a destra per trovare un punto (nei pressi di una nicchia) più arrampicabile, e salire fin sotto una sporgenza, che deve essere vinta direttamente (V).
Poi salire per un camino che porta su una cengia, che taglia tutta la parete; la via Zagonèl, fin qui seguita, traversa a destra verso la Simon-Wiessner.
Proseguire in obliquo a sinistra su rocce gradinate, fin sotto una parete strapiombante.
Traversare a lungo a sinistra fino ad un ampio canalone.
Seguire il canalone (in seguito più facile) sulla destra, puntando verso la grande gola che delimita sulla sinistra lo spigolo.
Si arriva nella gola, evitando lo strapiombo iniziale su placche a sinistra (IV).
Con una lunghezza alzarsi lungo un canalino con acqua a sinistra, e per parete a destra entrare in quello, liscio e strapiombante, di destra.
Superarlo, finché non si trova una fessura nera e strapiombante da scalare (V).
Poi uscire a destra per seguire un canalino liscio (IV) e si arriva sotto gli strapiombi finali.
Traversare a destra su un pulpito ghiaioso sullo spigolo, e proseguire per questo con una lunghezza su una rampa ripida.
Raggiungere una cresta che porta sulla calotta della vetta.
131 Per la parete Nord, vie Leviti
Queste due vie, trovare da Aldo Leviti rispettivamente con Beber e Della Sega nel 1974, meritano di venire maggiormente riprese per la bellezza dell'arrampicata e per l'ottima qualità della roccia.
Entrambi molto logiche, si svolgono rispettivamente a sinistra e a destra della via Solleder, che è più difficile (V / V + ).
Difficoltà: entrambe IV e V sostenuto
Dislivello: 350 m.
Tempi: ore 5-7
Andare all'attacco dal Rifugio Rosetta attraverso la Forcelletta (ore 1.40 - vedi al n. 123).
a) La via di sinistra (8-9 L):
Traversato il Ghiacciaio della Pala, attaccare un ripido canale obliquo a sinistra, superando 2 strapiombi: dopo 50 m. la Solleder va a destra.
Proseguire lungo una rampa, passare sotto un masso incastrato, e seguendo il diedro fino ad una cengetta.
Salire per il diedro soprastante per 50 m. (IV), sosta su cengia.
Direttamente per un camino, uscire a destra dove strapiomba, poi seguire un diedro superficiale fino ad un pulpito (IV+ ) e a sinistra salire ad un pulpito più alto (45 m., IV, V+ ).
Ora a destra fino ad un diedro da seguire fino a una nicchia nera, uscire a destra (IV e V+ , 50 m.).
A destra 3 m., poi diritti su roccia verticale, oltrepassare un terrazzo, e proseguire per un diedro, uscire a destra dopo 15 m. (40 m., IV), sosta sul terrazzo.
Attraversare a destra in leggera discesa, poi salire 20 m. (IV) alla base di un diedro.
Superare il primo salto, proseguire 5 m., andare a sinistra entrando in un canale, che porta (50 m., V) alle rocce terminali.
b) La via di destra (13 L):
A destra della via Solleder si vede una macchia bianca, solcata da un diedro.
Salire fino a un piastra malsicura; traversare a destra per una rampa che porta su uno spigolo a destra.
Salire diritto per un caminetto superficiale (50 m., V) fino ad una lama.
Per un diedro verticale (50 m., V) ad un terrazzo.
Andare ora verso lo spigolo di sinistra e, tramite un caminetto, arrivare sotto un leggero strapiombo.
Evitarlo traversando a sinistra e in obliquo ad una comoda sosta (50 m., V, IV).
Salire diritto e verso destra ad un terrazzo ( 35 m., IV+ , III).
Spostarsi a destra e salire alla grande nicchia visibile dal basso (50 m., IV).
Traversare a destra su cengetta ad un canale (25 m., III).
Salire diritti per un diedro sulla sinistra, 10 m., poi a sinistra e sullo spigolo 20 m., quindi a destra in un canale che porta su una terrazza (40 m., V e IV).
Prendere un colatoio, superare un masso incastrato sulla destra, tramite una parete ragggiungere un buon terrazzo (50 m., V, III).
Proseguire più o meno diritti fino ad una cengia alla base di un diedro (50 m., III).
Seguirlo 20 m., poi salire verso sinistra ad una altra cengia (50 m., IlI, IV).
A sinistra fino al termine e passando attraverso un foro, salire diritto fino ai gradoni sommitali (40 m., IV).
Raggiungere la cresta (60 m., II,III).
132 Discesa: per la via normale lungo la Cresta Nord
Portarsi all'inizio della cresta lungo delle tracce di passaggio, fino alla sella tra la Pala e la Quinta Torre della cresta.
Aggirarla a sinistra, aggirare anche la Quarta torre, a sinistra e con diversi saliscendi arrivare ad un chiodo su un marcato risalto, dove c' è un caminetto di 20 metri da scendere in doppia.
Risalire poi ad una sella, aggirare a sinistra la Terza Torre, valicare la Seconda per un canale che la spacca, continuare sul lato sinistro della prima e uscire, finalmente, su una cupola detritica (Cima delle Scarpe, m. 2810).
Seguire ora delle tracce di passaggio e calarsi, lungo salti, placconate, ghiaie in direzione Nord/Ovest senza via obbligata, fino a trovare, quota 2650 , i segni rossi del sentiero che, verso sinistra (Ovest) lungo l'Altopiano porta al Rifugio Rosetta.
(Chi dovesse ritornare al Pradidali, invece, dovrà seguire i segni rossi verso destra, portandosi al Passo Pradidali Basso, per scendere a Sud lungo un vallone in vista del rifugio).
(ore 2 - 3 fino al rifugio; difficoltà prevalenti e massime di II, II+): aggirare sempre le torri per cenge sul lato Nord.