RELAZIONI CIMA CIVETTA
(m 3220)Via ferrata degli Alleghesi: Sviluppo: 1800 m.
Parete sud: Via ferrata Tissi: Sviluppo: 550 m.
Parete est: Pilastro del Zuiton: 4°, 5°; Via Dorotei-Masucci
Parete est: 2°, 3°, 4°; Via Wiessner-Kees
Parete sud-est: 4°, 4°+, 5°-; Via Pancera-Gianeselli-De Marchi
Parete sud-est: 3°, 4°, 5°-; Via Segalin-Masucci
Primo salitore:
S. De Silvestro detto "Piovanel", 1860Difficoltà:
1°, 2° Coefficiente Difficoltà: 200 Coefficiente Globale: 210(400*0,2) +(400*0,3) = 200
Sviluppo: 800 m. circa
Rischio: R1
Tempi: ore 3
Dal rifugio Coldai percorrere il sentiero Tivàn, superare lo Spiz de Galina e lo Schenal del Bec.
Superare inoltre lo sperone Sud-Est della Punta Civetta chiamato anche Porta del Masarè.
A destra si stacca il sentiero che porta all'attacco della via ferrata degli Alleghesi.
Superata la Porta del Masarè attraversare la conca chiamata Busa del Zuiton, aggirare la Crepa Bassa salendo per neve e ghiaie percorrendo una zona di lastre rocciose in direzione di una lastra ripida e di roccia bianca.
Qui si trova l'attacco della via normale.
Salire un canale facile per 25 m., traversare verso destra (corda metallica) fino ad arrivare al Passo del Tenente formato da una cengia di 100 m. attrezzata con corda metallica.
Continuare a traversare a destra per una lunghezza di corda.
Superare un gradone (2°+) per neve e/o detriti verso un salto di roccia.
Salire un camino (2°+) che termina su dei gradoni da risalire per alcuni metri.
Traversare a destra fin dove è possibile salire in verticale senza grosse difficoltà.
Proseguire per gradoni, traversando verso destra superare un camino e un canale e si arriva in un vallone da risalire.
Abbandonare il vallone verso la fine e traversare a sinistra.
Dove è possibile salire per gradoni e per tracce di sentiero fino a raggiungere il Pian della Tenda dove si trova il rifugio Torrani (m 2984).
Continuare a salire e traversando verso destra si arriva ad un nevaio attraversandone la parte inferiore.
Salire poi per sfasciumi fino a raggiungere la vetta.
Parete Est -- Pilastro del Zuiton
Primi salitori:
S. Dorotei, A. MasucciDifficoltà:
4°, 5° Coefficiente Difficoltà: 2660 Coefficiente Globale: 3192(80*0,5) +(30*6) +(30*0,5) +(15*8) +(15*14) +(15*8) +(15*3) +(150*0,3) +(30*0,5) +(20*3) +(20*16) +(20*8) +(20*0,5) +(30*8) +(45*10) +(45*5) +(30*0,5) +(45*6) +(40*3) = 2660
Sviluppo: 750 m.
Rischio: R4
Tempi:
ore 7Relazione dei primi salitori.
La parete Est del Civetta, che gli Zoldani chiamano "Zuiton", è percorsa in tutta la sua altezza e nel centro da una serie di striscie nere. In questo grande imbuto si convogliano tutte le acque e le frane alimentate dai nevai e dai ghiaioni della cupola sommitale.
A destra di questa zona uno sperone segnala la linea di salita della via Wiessner-Kees (1928).
A sinistra invece delle strisce nere si evidenzia nettamente, per contrasto di colore, pur non essendo molto sporgente dal corpo della parete, una grande canna d'organo di roccia chiara, grigio-argentea.
Questo è il "Pilastro del Zuiton".
La sua base corrisponde al margine sup. sinistro del ghiacciaio della "Busa del Zuiton" 2450 m e la sua vetta è appena di poco più alta del Rif. Torrani 3000 m.
L'attacco coincide con quello della variante De Toni alla via normale.
Per evitare le rocce iniziali strapiombanti e bagnate del Pilastro, risalire i primi 80 m della variante (3°).
Appena è possibile passare a destra del canale, sulla roccia del pilastro.
Procedere in obliquo verso destra a raggiungere e superare un diedro inciso (30 m, 5°-).
Proseguire più facilmente sul bordo sinistro del Pilastro (2° e 3°) fino a entrare nel camino che lo limita a sinistra per il quale ci si innalza.
Il camino si trasforma verso destra in una stretta fessura friabile, che si supera (5°) fin sotto un netto strapiombo (6°-) alla sommità di una spalla del Pilastro, dove si sosta comodamente.
Al di sopra la roccia diventa levigata e molto ripida.
Superare una paretina (5°) e poi andare decisamente a sinistra, verso la striscia nera, attraversandola (4°) e sostando al di là di questa.
Con grande arco, prima ancora a sinistra, e poi in alto a destra, raggiungere una lunga serie di rampe che, sempre verso destra
(150 m, 2°+) porta ad un terrazzo, nel centro del Pilastro a circa 3/5 d'altezza.
Al di sopra ci sono delle rocce grigie verticali molto compatte.
Spostarsi al limite destro del terrazzo e scendere per esili cornici e brevi salti (3°) traversando verso il grande imbuto di rocce nere nel quale si scarica la cascata che cade dal bordo superiore della parete.
Dove l'ultima cornice che ha permesso di attraversare si interrompe, superare una parete verticale (8 m, 4°) portandosi a breve distanza dalla base di un camino sotto la cascata, la quale scende appena pochi metri a destra del fondo dello stesso, che è foggiato a diedro strapiombante e viscido.
Scalare perciò sullo spigolo sinistro del camino, su roccia comunque investita dall'acqua e verticale, ma solida.
La difficoltà e la stessa possibilità di procedere qui variano secondo la stagione (condizione dei nevai presso la vetta) nell'arco della giornata, aumentando la portata d'acqua nelle ore più calde.
Dopo 20 m. (in ogni caso 6°) traversare dallo spigolo a destra del camino sotto uno strapiombo.
Superare lo strapiombo (6°) entrando in una nicchia (posto di sosta).
Dalla nicchia uscire a destra, ritornare pochi metri più in alto a sinistra nel diedro che qui è meno bagnato e porta (5°) ad una cornice-terrazzino.
Attraversare a sinistra per la cornice, che poi si trasforma in un arco ascendente, ripido e stretto, che conduce in grande esposizione (3°) sulle compatte placche del Pilastro.
Ritornare a destra pochi metri doppiando uno spigolo (5°), proseguire direttamente verso una stretta fessura che si supera alla Dùlfer (5+) ad un terrazzino su cengia: 45 m. dal termine del camino.
Direttamente per parete a brevi salti strapiombanti (delicato, roccia non sempre solida) e infine per una rampa obliqua a destra (45 m, 4°+) uscire sulla grande terrazza, la stessa per la quale attraversa da destra la via Wiessner.
Proseguire direttamente sempre al centro del Pilastro (la via Wiessner sale nel canale a destra dello stesso), ora meno ripido, prima per un camino (3°), poi per una serie di fessure superficiali intervallate da placche in leggero obliquo a sinistra (45 m, 4° e 5°), infine a destra per un diedro fino in vetta al Pilastro (40 m, 4°) in vista del rif. Torrani.
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Via Dorotei-Masucci __ Via Wiessner-Kees
Primi salitori:
F. Wiessner-H. Kees, 27-8-1928Difficoltà:
2°, 3°, 4°Sviluppo:
750 m.Tempi:
ore 5 Dal rifugio Coldai per il sentiero Tivàn arrivare alla Busa del Zuiton.Da qui proseguire in direzione della gola tra la Punta Civetta e la Punta Tissi, risalire il nevaio e proseguire verso sinistra superando un crepaccio.
In obliquo a sinistra arrivare ad una cengia salendo sulla destra di uno spigolo.
Lo stesso si raggiunge lungo una fessura (4°+, 5°-).
Proseguire in verticale e a sinistra verso un sistema di fessure.
Continuare per fessure fin dove si biforcano. A sinistra raggiungere una forcella.
Continuare per altre fessure (2°) fino a raggiungere la costola.
Seguire la costola superando due tratti di parete (4°, 4°+) e continuando in verticale e poi a sinistra per dei canalini arrivando ad un camino.
Risalire il camino (4°) e raggiungere una cengia.
Traversare a sinistra e poi per parete arrivare alla stessa altezza dei nevai.
Continuare a sinistra fino in cima.
Primi salitori:
R. Pancera, G. Gianeselli, G. De Marchi; 7-8-1981Difficoltà:
4°, 4°+, 5°-Sviluppo: 500 m.
Tempi:
ore 5Relazione dei primi salitori.
ACCESSO
Abbandonato il sentiero Tivàn all'altezza della Busa del Zuiton, costeggiare la base della parete Sud-Est della Punta Civetta.Dirigersi verso il colatoio tra la Punta Tissi e Punta Civetta; a circa 50 m. dal suo termine, attaccare una fessura che poi diventa camino (4°, 4°+).
SALITA
Oltrepassata una grande e caratteristica clessidra, lasciare il camino e obliquando leggermente a sinistra, arrivare per salti verticali alla base di un diedro-camino (4°, un passaggio di 5°-).
Salire per il diedro fino ad un terrazzino sul fondo di un canale (4°, 4° +) che si percorre per una lunghezza senza difficoltà, fino ad una zona di rocce appoggiate e detritiche che si percorrono per circa 200 m. tendendo gradatamente verso sinistra, sul versante che guarda il canalone tra la Punta Tissi e Punta Civetta.
Si arriva alla base di un evidente camino (ometto su cengia) da seguire per 30 m. fino ad una cengia (4°, 4°+).
Per parete e aggirando uno spigolo a destra, continuare per un camino profondo (50 m, 4°).
Seguire il canale-camino per altri 50 m (4°+, 4°) e poi per un altra lunghezza di corda sempre al suo interno (passaggio di 5°-) fino ad un intaglio della cresta.
__ Via Pancera-Gianeselli-De Marchi __ Via Segalin-Masucci
Primi salitori:
A. Segalin-A. Masucci, 7-8-1981Sviluppo:
500 m.Difficoltà:
3°, 4°, 5°-Relazione dei primi salitori .
Abbandonato il sentiero Tivàn all'altezza della Busa del Zuiton dirigersi verso un evidente camino posto al centro della parete.
Superare subito un marcato strapiombo un paio di metri a destra dal fondo del camino (5°); salire sempre per il camino (4°, passo di 5°-) per circa 50 m.
Proseguire ancora per il camino ora più stretto, per altri 20 m (un passo di 5°-).
Uscire sulla destra e proseguire in verticale per rocce facili fino ad un cengia.
Piegare poi a sinistra (3°, 4°) puntando ad un evidente strapiombo nero che limita a sinistra una stretta fessura, che si supera da sinistra a destra (5°-).
Salire qualche metro in verticale (2°) per poi traversare in obliquo su una placca appoggiata per 45 m (2°, 3°).
Si arriva così ad un canale-camino che solca la parete nel suo centro.
Risalire il canale-camino per circa 100 m (1°, 2°) fino a che non si biforca, formando a sinistra una rampa chiusa.
Salire la rampa (2°) e poi per il camino (4°) fino a sbucare su un terrazzo.
Dal terrazzo sulla sinistra per un altro camino da seguire per 3 lunghezze (3°, 4°, un passo di 5°-) fino ad un intaglio di cresta.
Difficoltà:
nei tratti non ferrati massimo 2°+Sviluppo: 1800 m.
Dislivello:
870 m.Tempi:
ore 3,30Relazione di M. Kelemina.
La ferrata segue prima la cresta dello sperone Est della Punta Civetta fin sotto la sua cima e coincide nel primo tratto con la via Hamburger-Plaichinger, poi segue la cresta Nord e coincide con la via Graffer.
Risulta più impegnativa della via Normale e della Ferrata Tissi.
Dal rifugio Coldai seguire il sentiero Tivàn fino alla Porta
del Masarè.
Da qui seguire il sentiero a destra raggiungendo l'attacco della ferrata.
Seguire una corda metallica fin sotto un tratto di roccia verticale. Proseguire lungo una scala e un caminetto.
Traversare a sinistra e continuare per un camino di 60 m non ferrato (1°, 2°).
Traversare a sinistra per cengia e poi in verticale per 40 m.
Proseguire per un canale verticale e traversare poi fino ad una cengia dove si continua a traversare.
Salire fino a raggiungere la cresta dello sperone orientale della Punta Civetta.
Proseguire per la cresta superando un salto strapiombante attrezzato con gradini metallici.
Continuare in obliquo a sinistra, salire poi in verticale per le corde metalliche.
Superare un camino attrezzato con una scala e risalire poi un canale di 60 m.
Proseguire per tracce di sentiero e poi lungo la cresta.
Attraversare a sinistra per una cengia e poi risalire un nevaio.
Arrivati ad una forcella lo si attraversa scendendo ad una cengia.
Continuare per tracce e in discesa ad una parete, a sinistra di uno spuntone, risalire verso destra un canale.
Traversare in orizzontale lungo la corda metallica e risalito un canale arrivare alla cresta nord della Civetta.
Proseguire lungo la cresta e sul versante Est fino al nevaio della Punta Tissi.
Risalire il nevaio verso una freccia rossa alla base di un canale.
Entrare nel canale, traversare poi a sinistra e quindi seguendo un altro canale verso sinistra, raggiungere una zona a gradini.
Salire stando a sinistra della cresta che si raggiunge dopo circa 200 m., continuare per la cresta fino in vetta.
Parete sud - Via Ferrata Tissi
Difficoltà:
1° nei tratti non ferratiDislivello:
550 m.Sviluppo:
1600 m. dal Pian delle TaieTempi:
ore 2,30, ore 5 dal rifugio VazzolerLa via ferrata vera e propria supera un dislivello di 250 m e ha uno sviluppo di 550 m. Massima difficoltà nei tratti non ferrati: 1°; con forte innevamento, alcuni tratti non ferrati possono risultare difficili e pericolosi.
Relazione di Oscar Kelemina.
Dal rifugio Vazzolèr (m 1714), seguendo in senso inverso il sentiero (segnavia del C.A.I. n° 555), scendere al Pian delle Taie (m 1620).
In corrispondenza di una tabella segnavia, a breve distanza dai ruderi di una piccola capanna, si stacca un sentiero
(segnavia del C.A.I. n° 558) che sale verso la Torre Trieste, prima in mezzo a mughi e poi su terreno erboso e detritico.
Seguire questo sentiero fino a raggiungere la base della Torre Trieste, traversare a destra sul suo zoccolo e scendere verso un lungo canalone ingombro di massi, alla base della parete est della Torre stessa.
In questo punto arriva la via di discesa.
Traversato il canalone, riprendere a salire (a un bivio andare a sinistra) seguendo il sentiero che, in mezzo a mughi e su terreno erboso, Scal
èt delle Sasse, porta, alla fine di una lunga salita, nella conca del Còvol (m 2061), sotto il Col dei Camorz.(Sorgente; non si troverà più acqua fino al rifugio Torrani).
Da questa continuare prima verso sinistra, superare un gradone e poi verso l'alto risalire un lungo ghiaione.
Proseguire salendo in obliquo a sinistra su gradoni coperti di detriti e, con un'ultima breve deviazione a destra, si arriva alla soglia del Van delle Sasse (m 2350).
Il Van è un vasto catino roccioso (lungo da sud a nord 1650 m) compreso tra i Cantoni della Busazza ad ovest, il nodo centrale della Civetta a nord, la Civetta Bassa, la Moiazzetta della Grava e la Cima delle Sasse ad est.
Percorrere il suo fondo, costituito inizialmente da caratteristici lastroni di roccia bianca fessurata, con andamento da sud a nord.
Nel mezzo del Van si stacca sulla destra (verso est) un sentiero che porta alla forcella delle Sasse.
Proseguire e, deviando a sinistra, traversare a mezz'altezza i ghiaioni ed il nevaio che si trovano nella zona settentrionale del Van.
Si arriva sotto lo zoccolo del Campanile Psaro.
Salire verso l'alto sul ripido nevaio o su roccia, a seconda della condizioni di innevamento, e si raggiunge l'attacco della ferrata, a sinistra del suddetto zoccolo (m 2650).
La via ferrata vera e propria supera un dislivello di 250 m e ha uno sviluppo di 550 m.
Salire in verticale una serie di gradoni (chiodi e gradini di ferro) e raggiungere una cengia.
Traversare sulla cengia verso sinistra (corda metallica) fino ad entrare in un canale-camino da salire (chiodi) fino ad un terrazzo.
Continuare su una parete inclinata, con salita obliqua a sinistra, fino alla base di un camino nero strapiombante da salire all'esterno (serie di gradini di ferro come una scala).
Alla fine del camino inizia la prima interruzione della ferrata.
Traversare verso destra su una cengia detritica (non ferrata) e raggiungere una costola (in parte ferrata) che si scavalca verso destra (passaggio di 1° esposto).
Salire la parte terminale di un ripido canale e raggiungere un comodo terrazzino alla base di una parete strapiombante, ferrata con una serie di gradini metallici.
Salito questo tratto strapiombante proseguire su parete verticale ed entrare in un camino a sinistra del Campanile Psaro.
Seguire il camino e raggiungere una stretta forcella.
Attraversata la forcella, scendere in obliquo verso destra (corda metallica) per traversare la testata di un ripido canalone che scende verso il Van delle Sasse.
Alla fine di questa traversata, che è molto esposta e si svolge nell'ultimo tratto su parete strapiombante, raggiungere un terrazzino detritico da cui ha inizio la seconda interruzione della ferrata.
Salire per 20 metri lungo un canale detritico non ferrato che, in assenza di neve, non presenta difficoltà.
Uscire dal canale e con alcuni metri di traversata verso destra si arriva su un terrazzo detritico.
Riprendere la ferrata che superando salti e paretine porta all'inizio di una cengia.
Traversare verso destra sulla cengia molto esposta (corda metallica) fino alla testata di un canalone che scende ripido verso il Van delle Sasse.
In questo punto, grave pericolo di scariche di sassi provenienti da una zona detritica che si trova prima del nevaio del Pian della Tenda.
Traversato il canalone (terza breve interruzione della ferrata), salire una parete (chiodi e gradini di ferro) e raggiungere l'inizio di una seconda cengia sulla quale si traversa a destra.
La cengia si restringe sempre più fino a scomparire.
L'ultimo tratto viene percorso nel vuoto, avendo per appigli ed appoggi dei chiodi.
Raggiungere così un'altra cengia (quarta interruzione della ferrata), che si percorre in leggera salita verso sinistra per una ventina di metri.
In questo tratto non ferrato ci sono alcuni ometti.
Salire poi verso l'alto superando alcuni gradoni, si riprende la ferrata, superare un salto e percorrere una cengia orizzontale fino alla fine della corda metallica.
In questo punto termina la ferrata vera e propria.
Superare in verticale una successione di ripidi gradoni coperti di detriti.
Questa è la zona dalla quale possono partire forti scariche di sassi che vanno a colpire la zona alla fine della traversata esposta.
Fare molta attenzione perciò a non smuovere detriti.
Tenere presente che con forte innevamento questi ripidi gradoni ed il tratto immediatamente precedente sono completamente coperti di neve ed il loro superamento, specialmente in discesa, è molto delicato e pericoloso.
Continuare traversando verso sinistra e raggiungere il nevaio del Pian della Tenda.
Per questo alla sella del Pian (m 2929).
Valicata la sella, proseguire per sentiero verso destra (guardando verso la cima della Civetta) e con breve salita raggiungere il rifugio Torrani (m 2984) (ore 4,30).
Sorgente a destra del rifugio.
Dal rifugio Torrani seguendo delle tracce raggiungere la cima della Civetta (m 3220).