Via  ROVERETO - PILASTRO NINO

Primi salitori:  M. Giordani, F. Zenatti, 4-5/9/1982

Difficoltà:  6a, A3, TD+    Coefficiente Difficoltà:  7784    Coefficiente Globale: 9340

(45*18) +(45*18) +(30*18)+(30*5) +(20*3) +(60*3) +(30*5) +(40*8) +(65*5) +(80*8) +(40*0,5) +(45*0,2) +(25*19) +(70*18) +(25*5)+(20*8) +(150*3) +(40*5) +(100*3) +(45*8) +(30*10) +(40*3)+(40*0,5) = 7784   1155m.

Dislivello:  900 m.

Sviluppo:  1155 m. (26L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  ore 10-12

Itinerario completamente attrezzato; sono stati usati e lasciati circa 70 chiodi (3 a pressione) oltre a stopper e friend.

Difficoltà massime valutate di 6° con un lungo tratto in artificiale fino ad A3 sullo strapiombo oltre la grande cengia.

Tempo impiegato 37 ore effettive di arrampicata, in più tentativi ostacolati dal maltempo dei quali l'ultimo di due giorni.

Il tracciato, nella prima parte, si collega e sale in comune con gli ultimi 5 tiri di corda della via "Harlekin" per poi proseguire autonomo fino in vetta.

Interposto fra Punta Rocca e Punta Penìa, si alza imponente un compatto pilastro di calcare giallo grigio (dedicato a Nino, storico gestore del rifugio Falier) che poggia sulla grande cengia mediana.

Una fascia di gialli, accentuati strapiombi, alta più di 100 metri, ne impedisce però l'accesso; problema non certo di semplice soluzione, data la compattezza della roccia.

È questo il tratto più impegnativo, dove si rivela utile una buona padronanza della tecnica artificiale. Naturalmente, dal punto di vista della pura arrampicata, questa zona non è molto interessante, ma non vi è altro modo per accedere alla parete terminale del pilastro dove si sale più disinvolti.

In basso l'attacco coincide con l'inizio di una successione di fessure, subito sulla sinistra della caduta d'acqua che segna verticalmente la parete fra la "Via dei SudTirolesi" e la via del "Cinquantenario FISI".

Qui la roccia è grigia e l'arrampicata attraente, soprattutto poco sotto la cengia, dove una placca verticale, poco proteggibile, richiede movimenti ben controllati.

Per lunghi tratti le difficoltà non sono eccessivamente elevate, ma nonostante ciò l'impegno complessivo è da non sottovalutare; i primi 100 metri e i primi 150 oltre la grande cengia rallentano sensibilmente l'ascensione. Questi tratti sono comunque completamente attrezzati.

Relazione di Maurizio Giordani