VIA dei SUDTIROLESI

Primi salitori:  R. Messner, K. Renzler, 28-29/8/1969

Difficoltà:  6b+, EX-    Coefficiente Difficoltà:  3830    Coefficiente Globale: 4596

(60*0) +(35*6) +(20*5) +(15*8) +(35*0,5) +(20*10)+(15*3) +(20*0,5)+(15*0,2) +(35*5) +(20*8)+(15*3) +(35*5) +(35*8) +(20*3)+(15*0,5) +(35*8) +(35*0,5) +(35*6) +(35*16) +(35*5) +(35*5) +(35*14) +(35*3) +(35*6) =  3830 700m.

Dislivello:  550 m

Sviluppo:  700 m (20L)

Rischio: R4 (alto)

Tempi:  ore 6-8

Itinerario ripetuto di frequente e ormai quasi completamente attrezzato.

Numerose varianti partono in vari punti e contribuiscono a creare confusione.

Sulle placche che contraddistinguono la prima parte del tracciato, sono frequenti le clessidre di roccia mentre nel grande diedro, in alto, risultano utili friend e stopper.

Le difficoltà non sono mai eccessive e anche nel tratto più impegnativo, valutabile in libera oltre il 6° grado, si può procedere in A0 aiutati dai chiodi.

A dividere, con una linea ideale, i due blocchi calcarei di Punta Rocca e Punta Penìa c' è un enorme, caratteristico diedro camino, lungo circa 200 metri, con la faccia destra gialla e molto strapiombante e la faccia sinistra grigia e verticale.

È questa la parte meno piacevole della salita.

Sotto, sulle placche, l'arrampicata è divertente, su roccia solida, molto compatta e ben appigliata, ma nel diedro, al contrario, la salita diventa faticosa e pericolosa a causa della roccia friabile e a tratti coperta da terra e muschio.

Dove il grande diedro termina sotto un enorme tetto giallo, una traversata verso sinistra porta alla seconda terrazza e al raccordo con la "Tomasson-Bettega", seguendo la quale si arriva, (250 metri di rocce inclinate) , sulla vetta principale.

La parte alta, dove la qualità della roccia non è piacevole, è spesso evitata e si preferisce percorrere solo le placche grigie fino alla grande cengia mediana di Punta Rocca da dove è possibile raccordarsi con molte altre vie più interessanti.