Torre Venezia   Via  TISSI - ANDRICH  Parete Sud 

Bellissima scalata esclusivamente libera e con difficoltà continue su roccia ottima (tranne la parte iniziale) e in esposizione costante.

Via ormai classica che conta centinaia di ripetizioni e tra le più belle vie in arrampicata libera delle Dolomiti.

La via si svolge sulla zona grigia, la più alta e la più costantemente ripida della parete, a destra del grande diedro giallo, chiuso da un enorme tetto, che ne segna il centro («gran diedro» Biasin-Melucci).

Si alza diretta e sbuca sul grande ballatoio sotto la vetta, attraverso il ben visibile camino che taglia la parte superiore di questa zona.

L'attacco si trova sulla perpendicolare calata da questo camino, a sinistra di un masso addossato alla parete nel suo punto più basso.

NOTA:  Da notizie di Roberto Scilli del 2011 la parete presenta ora una vistosa frana che interessa la sua metà inferiore.

La presenza di pietrisco, polvere ed appigli mobili sconsiglia la sua scalata, ammesso che non prosegua, fino a quando non si sarà assestata e ripulita per via naturale.

Primi salitori:  Attilio Tissi, Giovanni Andrich e Attilio Bortoli,  20-8-1933

Difficoltà:  4°, 5°, 5°+        Coefficiente di Difficoltà:  2284   Coefficiente Globale: 2512/2626

(35*3) +(20*0,5)+(15*3) +(35*0,7) +(30*0,5) +(40*5) +(20*5)+(25*8) +(20*8)+(15*14) +(35*5) +(35*5) +(40*3) +(40*5) +(15*5)+(20*8) +(30*5) +(30*5) +(50*0,2) = 2284         560m.

Dislivello:  460 m.

Sviluppo:  560 m.

Rischio: R2/R3

Tempi:  ore 5-6, ore 12 dei primi salitori

Materiale:  i primi salitori hanno usato 30 chiodi (16 lasciati), portare dei friends e dei nuts e qualche chiodo

MIE IMPRESSIONI

Percorsa nel Luglio 1985 con Renato Bernard.

Via bella e misteriosa, facile in basso fino al Mugo (7° tiro) e poi difficile da fare e da trovare.

Al Mugo noi abbiamo attraversato troppo e siamo finiti su diedri e pareti dove non abbiamo trovato chiodi, abbiamo percorso una variante parallela alla via originaria.

C’era anche una nebbia fitta che ci ha fatto perdere l’orientamento..

Abbiamo trovato difficoltà di 5°+ e 6° attrezzabile solo con friend e nuts.

Un volo quasi certamente ci avrebbe portato direttamente sui ghiaioni (Bravo Renato).

 ACCESSO

Dal rifugio Vazzoler portarsi per sentiero fin sotto la parete Sud della Torre Venezia.

Deviare a destra, salire sul pendio detritico sotto la parete e raggiungere la base della parete.

L'attacco è a sinistra di un masso appoggiato alla parete (30 minuti).

LINEA di SALITA

Salire un pò obliqui a sinistra per 6-7 lunghezze verso un mugo che si vede più in alto sulla parete, una cinquantina di metri sotto il grande tetto e vicino all'orlo del diedro (fino qui III e IV).

L'ultima lunghezza sotto il mugo percorre una parete grigia, percorsa da una fessura verticale a sinistra di un piccolo diedro obliquo chiuso da un tetto (VI-, poi IV e V).

Dal terrazzino con mugo inizia una traversata di una quarantina di metri obliquando a destra leggermente in alto.

È questo il tratto più difficile della salita per la esposizione, la scarsezza d'appigli e la verticalità della parete.

Dal mugo traversare a destra in salita, sopra ad un tetto, salire 10 m obliquando a destra (A0, VI-) e traversare una dozzina di metri (V+) fermandosi su un piccolo spuntone; salire di nuovo obliquando leggermente per una decina di metri (V+) e continuare a destra per fermarsi su un altro piccolo terrazzino in zona meno ripida.

In questo tratto c' erano 7 ch. dei primi salitori; attualmente ce ne sono di meno.

Continuare prima direttamente per una lunghezza, poi per più lunghezze obliquando a sinistra per evitare un grande tetto.

Ritornare infine sulla destra e quando la parete diventa liscia, salire una difficile fessura (circa 15 m, V) che porta verso il camino terminale.

Il camino all'inizio è facile, poi si allarga; scalare la parete gialla di destra (IV+) e poco sotto la volta che lo chiude, passare sulla grigia parete di sinistra.

Superare direttamente ancora 15 m e leggermente sulla sinistra, vincere un grosso strapiombo con buoni appigli (V).

Lo stretto e profondo camino secondario che segue, ramo sinistro del principale, porta al ballatoio sotto la vetta (V-, faticoso).

SALITA

1)  40 m (3°, 4°; 1 CF).  Salire in verticale. Sosta buona (1 CF).

2)  30 m (3°, 4°; 1 CF).  Obliquare leggermente verso sinistra.  Sosta buona (1 CF).

3)  30 m (3°, 4°; 1 CF).  Proseguire in verticale in obliquo a sinistra. Sosta buona (1 CF).

4)  20 m (4°, 3°, 2°).  Scalare una fessura-diedro (3°), all'inizio strapiombante (4°), e traversare a sinistra (2°).  Sosta buona.

5)  40 m (2°, 4°; 1 CF).  Continuare obliquamente a sinistra su gradoni (2°), fino alla base di una rampa obliqua da sinistra a destra.

Rimontare la rampa fino alla sua fine (4°), sotto una parete verticale con fessura.  Buona sosta (1 CF).

6)  30 m (3°, 4°).  Seguire la fessura fin sotto uno strapiombo giallo, da evitare traversando a sinistra (7 m) fino alla sosta.

7)  35 m (2°+, 3°).  Salire dei gradoni obliquando leggermente a destra, fin sotto degli strapiombi che si evitano traversando a sinistra.

Continuare verticalmente per un camino fino a raggiungere un buon posto di sosta.

8)  35 m (5°+; 3 C).  Salire in verticale su una parete (2 C) e proseguire poi per un diedro (1 C) che termina su un terrazzo con un grosso mugo caratteristico.  Sosta ottima.

Qui inizia una traversata di 40 m., ascendente e obliqua a destra, il tratto chiave della via.

La traversata può essere percorsa con una sola lunghezza di corda di 40 m o con una sosta intermedia.

9)  20 m (5°+; 4 C, 3 CF).  Dal terrazzo prima salire in obliquo leggero verso destra (10 m; 5°+; 3 C) e poi traversare orizzontalmente, ancora verso destra (10 m; 5°+; 1 C).  Sosta scomoda (2 CF).

10)  20 m (5°+; 2 C, 2 CF).  Continuare a traversare a destra (2 m), salire verticalmente (4 m; 1 C) e proseguire in obliquo verso destra (1 C) fino a un terrazzino.  Sosta discreta (2 CF).

11)  37 m (4°+, 3°; 1 C, 1 CF).  Da qui salire prima in verticale (20 m; 4°+; 1 C) e poi obliquando a sinistra (4°+, 3°) fino a un terrazzino.  Sosta buona (1 CF).

12)  40 m (3°; 1 CF).  Continuare in obliquo a sinistra. Sosta buona (1 CF).

13-14)  60 m (3°, 4°, 5°, 5°+, 4°+; 2 C, 1 CF).  Salire obliquando verso destra, in direzione di una fessura che porta al camino terminale.

Raggiungere la fessura e seguirla (4°+) fino a un terrazzino.  Sosta discreta (1 CF).

15)  35 m (4°, 5°; 1 C, 1 CF).  Scalare la parete sovrastante (1 C) e poi obliquando a destra, fin sotto un tetto.  Sosta scomoda in una nicchia.

16)  35 m (5 °, 5°+; 3 C, 2 CF).  Proseguire a destra del tetto, salendo un camino che più in alto (7 m) si allarga e si approfondisce.

Scalare sulla parete destra del camino (10 m) fino a uno strapiombo ed infine traversare a sinistra (3 m).  Sosta scomoda (1 CF).

17)  30 m (5°, 5°+; 3 C, 2 CF).  Continuare in verticale (10 m; 1 C) su placche grigie, traversare a destra (3 m) e proseguire per un diedro aperto che poi si chiude.

Salire sulla sinistra per un corto diedro (2 m; 2 C) e superare uno strapiombo.  Sosta discreta in una nicchia (2 CF), alla base di un camino.

18)  30 m (5°, passaggi di 5°+, 3°; 3 C).  Scalare il camino (20 m; 5°, passi di 5°+; 3 C), che diventa un colatoio.

Rimontare il colatoio (10 m; 3°) fino a una conca detritica.  Sosta buona.

19)  30 m (5°, 3°, 4°; 1 C).  Superare uno strapiombo (3 m; 5°; 1 C), traversare a destra su una cengia, aggirare uno spigolo e per parete (10 m; 3°, 4°) raggiungere la grande cengia sotto la cima della Torre.

Percorrere la cengia verso destra, aggirare la parte terminale della Torre, prima sul versante Est e poi sul versante Nord dove s'incontra la via normale (tracce di sentiero su detriti), da seguire fino alla cima (passi di 1°).

1° Variante d'attacco

80 m, sviluppo 120 m; 3°, 4°, un passaggio di 4°+

Gino Soldà e Umberto Conforto, 7-8-1936.

Questa variante si svolge a sinistra della via originale; l'attacco si trova 45 m a destra dello spigolo destro del grande diedro centrale della parete sud (30 minuti dal rifugio Vazzoler).

1)  40 m (3°, 4°; 1 C, 1 CF).  Salire seguendo una esile fessura, ma ben marcata (1 C).  Sosta discreta (1 CF).

2)  40 m (3°, 4°; un passo di 4°+; 2 C, 1 CF).  Continuare a seguire la fessura fino a quando strapiomba (3°, 4°), poi traversare a sinistra (2 m; 3°), salire in verticale (3 m; 4°+; 2 C), traversare ora a destra (2 m, 3°) e proseguire prima leggermente verso destra e poi in verticale (3°, 4°).  Sosta buona (1 CF).

3)  40 m (3°).  Per fessure e caminetti raggiungere la rampa obliqua verso destra (incontro con la via originale) e seguirla fino alla sosta  della  5) lunghezza della via. Sosta buona (1 CF) .

2° Variante d'attacco

80 m; 4°, 5°, 5°+

Franz Grohmann e Reiner Grohmann, 16-7-1959

Questa variante si svolge a sinistra della via originale, nel grande diedro della parete sud.

Più difficile e interessante del corrispondente tratto della via originale.

Si attacca nel fondo del diedro.

Dopo un tiro di corda (III e IV) seguire una serie di fessure verso destra, per entrare sulle placche inclinate, sempre sulla destra.

Superare queste placche fino ad un salto verticale da salire direttamente (V e VI-, qualche chiodo).

Appoggiando sempre verso destra raggiungere la via Tissi prima della traversata.

1° Variante diretta

60 m, sviluppo 85 m; 4°, 5°

Gino Soldà e Umberto Conforto, 7-8-1936

Seguire la via Tissi fino al termine della 2) lunghezza.

1)  20 m (4°).  Salire su parete, in direzione del limite sinistro di un tetto sovrastante.  Sosta scomoda, sotto e a sinistra del tetto.

2)  25 m (5°-, un passo di 5°; 1 C, 1 CF).  Salire sulla parete sinistra del diedro formato dal limite sinistro del tetto e dalla parete

(8 m; 5'-), passare a destra (1 C), sopra il tetto (passaggio di 5°), e proseguire in verticale (5°-) fino a un terrazzino.  Sosta discreta (1 CF).

3)  40 m (5°, 4°+; 2 C, 1 CF).  Salire in direzione di una larga fessura, al cui inizio si riprende la via originale (25 m; 5°; 2 C).

Seguire la fessura (4°+) fino alla sosta della 14) lunghezza della via Tissi (1 CF).

2° Variante diretta

Circa 100 m.

MARCO DAL BIANCO e CARLO ZONTA, 1966

L'attacco è al centro della parete su una marcata cengia, circa 20 m a destra dello spigolo del «grande diedro».

Scalare prima per un camino svasato e poi per una serie di diedri-fessure per un centinaio di metri, salire fino ad incontrare la via Tissi un paio di lunghezze sotto il mugo (IV+).

DISCESA
Vedere DISCESA della Via Andrich.