GRUPPO dello SCHIARA ( BELLUNESE )

SENTIERI E TRAVERSATE

Via ferrata «Col. Luigi Zacchi»

Rif. «7° Alpini» (m 1490) - «Via ferrata» - Bivacco «Dalla Bernardina» (m 2320 ca.) –

Forcella della Gusèla - Van de la S'ciara - Pian dei Gat - Val Vescovà - Val Cordévole.

L'intera traversata, di eccezionale bellezza, è fra i più attraenti itinerari turistico-alpinistici delle Alpi e può essere utilizzato, sia nel modo descritto, che mediante una combinazione della via ferrata «Zacchi» con il «Sentiero Sperti», ad Ovest o con le vie ferrate «Berti» e del «Màrmol» a Est, ottenendo, così, percorsi di incomparabile grandiosità ed attrattiva.

La parte più impegnativa della traversata è la via ferrata «Zacchi», ben attrezzata, ma che costituisce sempre una lunga arrampicata in parete, spesso molto aerea ed esposta.

Essa è, quindi, riservata ad escursionisti alpini esperti o accompagnati da esperti.

Dal rifugio «7° Alpini» al Portón de S'ciara

Attraversare il torrente, subito ad occidente del rifugio e risalire la lunga pala erbosa, alquanto faticosa, fino a due grandi e ben visibili alberi.

Portandosi un pò a destra, continuare per pala erbosa, fino al caratteristico «Portón» (m 1870 ca.). Ore 0,45.

Via ferrata «Col. Luigi Zacchi»

Realizzata nel 1952 dalle Truppe Alpine e dedicata al valente alpinista ed Alpino, primo salitore della parete S della Schiara.

Attacco sulla destra del Portón.

Salire obliqui verso destra una parete (corda e pioli metallici) e traversare in una profonda gola.

Superare un camino (scale) e addentrarsi nel fondo della gola (acqua).

Uscire a sinistra per cengia (corda fissa) e superare un camino verticale (attrezzato) e una serie di scale (molto aereo).

Raggiungere il ripiano erboso sopra il Portón.

Per tracce di sentiero salire la cresta in parte erbosa, che sale verso Ovest.

Bivio per la «via ferrata del Màrmol», che scende nella gola interna.

Seguire a lungo la cresta, con vari passaggi attrezzati.

Dopo un tratto interno alla cresta, passare sul filo di questa e toccare il culmine, presso lo sbocco superiore della grande gola Sud della Schiara (ore 1,30-2,15).

Portarsi verso la parete vera e propria della Schiara, superando una ripida cresta e, poi, passando in un camino a destra, sotto una grande banca inclinata di bella roccia.

Salire per questa («Diagonale Zacchi») obliqui a destra, fino ad un esposto terrazzino erboso (corda metallica).

Alla estremità destra di questa, traversata strapiombante ed esposta (corda metallica e scalini in ferro), fino al fondo di un colatoio.

Salire per la aerea parete di destra (attrezzata), con divertente arrampicata, fino ad un canale ghiaioso, che porta all'ampia Cengia Zacchi, inclinata verso Sud.

Seguire a lungo la cengia verso sinistra (Ovest), fino ad un tratto in cui diventa strettissima e molto esposta (sbarre metalliche).

Proseguire, ormai in vista della Gusèla del Vescovà, con qualche piccolo saliscendi.

Attraversare alcune piccole conche, lasciare a destra la diramazione in salita della cengia, che sale verso la vetta (via ferrata «Berti» - n. 504).

Poco dopo un segnale (triangolo rosso) che indica una vena d'acqua quasi perenne, raggiungere il bivacco fisso «Ugo Dalla Bernardina» (m 2320 ca.), posto in posizione panoramica, sopra la forcella e ben in vista della Gusèla del Vescovà.

Dal bivacco traversare su versante O per cengia (corda metallica) e, per un'ultima scarpata di lastroni (corde metalliche) scendere, in breve, alla Forcella della Gusèla (m 2300 ca.).

(Incontro con il «Sentiero Sperti» (n. 504)).

Dislivello:  dal Portón: ca. 600 m - Difficoltà di 1° grado superiore - Ore 2,30 ca. dal Portón - Ore 3,15 ca. dal Rifugio «7° Alpini».

In discesa, fare attenzione alla segnalazione, specie con nebbia ed ai ripidi tratti ghiaiosi, specie se bagnati.

Pericolo di sassi limitato, ma sempre attenzione!

Dalla Forcella della Gusèla alla rotabile di Val Cordévole

Dalla forcella scendere per ghiaie per la grande banca sotto le pareti NO della Schiara.

Si incontra qualche vena d'acqua.

Infilare una serie di facili canali, che incidono la fascia rocciosa sotto la banca.

Questi finiscono con un salto strapiombante.

Scenderlo, obliquando da destra a sinistra, con l'aiuto di gradini e corda metallici, giungendo su una larga cengia.

Per questa a destra (N), fino a che è possibile scendere, senza difficoltà, nel sottostante Van de la S'ciara, grande  conca di ghiaie e terrazze erbose, cinta di magnifiche pareti (Schiara NO, con il superbo «Gran Diedro», Gusèla del Vescovà, Nasón, 2° Pala, Forcella del Balcón - con la caratteristica finestra - Cime delle Pale Magre, ecc.

Di fronte, verso nord, la vasta montagna della Talvéna.

Portarsi verso lo sbocco inferiore del Van e, anziché scendere il ripido vallone roccioso, portarsi sul lato di sinistra (O) e scendere a lungo per una pala erbosa e boscosa, in ambiente naturale lussureggiante e primitivo (fare attenzione ai segnali, perché il sentiero è spesso coperto da fitta vegetazione).

La traccia, a circa metà della pala, porta al fondo del predetto vallone, poi scende lungo esso.

In corrispondenza di grandi blocchi, portarsi a sinistra (O) e scendere, in mezzo ad una splendida foresta di abeti, alle ridenti radure prative, dove sorgono i ruderi delle Casere del Pian dei Gat (gat = nuvole basse stagnanti, m 1245 - Ore 2 dalla Forcella della Gusèla.

(Incontro con il sentiero n. 518 per Casera La Valle e Nerville).

La località è di straordinaria bellezza: sulle radure fiorite, cinte dall'abetaia, si innalzano solenni le crode che dominano il Van de  Schara.

Le casere, nello stato attuale di abbandono, possono offrire solo ricovero di fortuna.

Si trova acqua, scendendo in breve al torrente, per ripida scarpata.

Il sentiero è, presso le casere, coperto da erba alta e foltissima (attenzione alle vipere!), poi si trasforma in ottima mulattiera.

Attraversa il Pian de la Stua, scende al torrente, lo attraversa, passando sul lato N della valle, sotto le propaggini della Talvéna (o Montagna di Vescovà).

Bivio in salita, verso NE, per casera Vescovà.

La mulattiera sale leggermente, fino all'enorme macigno detto Sass dei Compagn (m 1151), poi scende a lungo con vari tornanti, passando per la Fontana Fredda.

Ora la mulattiera, corre sotto i dirupi dei Coi Alti.

Nel bosco, bivio:

a)  a destra, in salita buona mulattiera, che, correndo sotto le pareti dei Còi Alti, volge ben presto a N e scende alla rotabile di Val Cordévole, per la Costa dei Bilòrt, in località I Pinèi (m 486), a circa 1 km dal villaggio di La Muda (m 482 - osteria, telefono, fermata autocorriera per Agordo e Belluno);

b)  a sinistra, in discesa (meno comodo del precedente) sentiero che scende ripidamente allo stretto sbocco della Val Vescovà, scavalcando in basso l'orrido su un ponticello e scendendo per una scala in cemento fino alla rotabile, in località Casa de la Vècia (m 449), a ca. 2 km a monte di La Stanga.

Sin qui, ca. ore 3,30-4 dalla Forcella della Gusèla.

In salita, fino al Pian dei Gat, ca. ore 2-2,30. Fino alla forcella ore 5 - 6.

La segnalazione è molto accurata, lungo tutto il percorso, ma fare sempre attenzione all'orientamento, specie nei tratti erbosi e boscosi.

Data la grande importanza di questo itinerario, si descrive il sentiero n. 503 in salita fino al Pian dei Gat.

Dalla rotabile Agordina si può partire:

da località Casa de la Vècia, allo sbocco di Val Vescovà (stretta ed orrida forra), salendo per le ben visibili scalette in cemento.

Traversare l'orrido per un alto ponticello e salire a zig-zag per un ripido sentiero sassoso, che porta alti sul fianco sinistro (N) della valle, in mezzo al bosco.

Il sentiero si addentra nella valle ed incontra, ben presto, l'itinerario b).

Questo sentiero-scorciatoia è quello finora segnalato, ma si consiglia l'itinerario b), molto meno faticoso e che ha anche il pregio di partire più vicino al villaggio de La Muda (bar, telefono, fermata di autocorriere).

Quanto prima la segnalazine sarà modificata. Vedasi anche la nota;

b)  da località «i Pinèi» de La Muda (m 486), seguire la strada forestale, che sale con ampie svolte e poi volge a S, sopra la Costa dei Bilòrt (o Costa dei Pinèi), sotto le gialle pareti rocciose dei Coi Bassi.

Attualmente, si prosegue per la buona mulattiera. in moderata salita sotto le pareti, fino a portarsi alti allo imbocco di Val Vescovà (salendo, bella visione sulla Val Pegolèra e le grandi pareti del Pizzón).

La mulattiera, ora, corre in lieve discesa, fino all'incontro (tabella) con il sentiero a).

Appare orrida la Val Vescovà, con gli appicchi che cadono sulla forra dove corre il torrente e fanno da basamento all'impervia guglia de la Spirlónga.

La mulattiera corre abbastanza comoda e pianeggiante, passando sotto i dirupi dei Coi Alti (qualche landro).

Attraversare qualche valloncello (acqua non perenne).

Sull'altro lato della valle, appaiono, alte, le fascie rocciose del M. Coro, mentre dalla Forcella de la Spirlónga scende, fino a valle, il  «Boràl de la Spirlónga».

Attraversare il vallone del Carbonìl, ghiaioso e boscoso.

Ora la mulattiera sale con ripide svolte, passando a sinistra di una bella cascata («la Fontana Fredda»).

Poco più sopra, altra cascata.

Sempre ripidamente nel bosco, lasciare a sinistra la traccia per la Forcella de la Forchetta e salire ancora ripidamente alla sella formata dallo sperone roccioso del Sass dei Compàgn (m 1151).

Si passa fra due grandi blocchi rocciosi (landri).

Sull'altro lato della valle, incombono le Pale dei Camòrz del M. Coro, boscose, sopra altissimi piombi (un altro precipite «boràl» scende al torrente).

Di fronte, l'altra Val Vescovà, la ripida pala de lo Scalón, le Cime de la Scala e la Cima de le Nerville.

La mulattiera, ora, corre in lieve discesa sotto il fianco dirupato del Sass dei Gai, oltrepassa lo sbocco dirupato di Val Vachèra e scende al torrente (qui bivio con il sentiero per Casera del Vescovà - V. Forc. La Varetta).

Attraversare il torrente (m 1108) e riprendere il buon sentiero che sale moderatamente nel bosco, per il Pian de la Stua, sotto le pendici del Castelàz, fino alla luminosa radura del Pian dei Gat (m,1245) con le casere in abbandono.

Alle casere, tabella segnaletica. Il sentiero n. 518, per Casera La Valle e Casonét de Nerville, corre in quota all'altezza delle casere. Il n. 503, per la Forcella de la Gusèla sale, invece, per le radure nel bosco.

NOTA:  a cura dell' Amministrazione Forestale, è in costruzione una rotabile dai Pinèi de La Muda a Casera Pian dei Gat. Opera felice e fondamentale, che porterà nei più bei recessi del gruppo.

A Pian dei Gat potrà sorgere, ovviamente, un rifugio, in sito bellissimo e del massimo interesse turistico ed alpinistico.

Sentiero alpinistico «Gianangelo Sperti»

Via ferrata «Antonio Berti»

Rif. «7° Alpini» (m 1490) - Bivacco fisso Gianangelo Sperti (m 2100 ca.) - Forcella Sperti (m 2250 ca.) – Cresta delle Pale del Balcón - Forcella della Gusèla (m 2300 ca.) - Bivacco fisso «Ugo Dalla Bernardina» (m 2320 ca.) - Schiara (m 2565).

«Sentiero Sperti»

Grandioso e spettacolare itinerario di croda, del più grande interesse turistico ed alpinistico.

Fa parte del percorso della «Alta Via delle Dolomiti n. 1».

Riservato a turisti alpini esperti.

L'intero percorso è segnalato ed attrezzato con corde, scale e gradini metallici, nei punti più difficili.

In caso di nebbia, fare attenzione a seguire la segnalazione, specie sulle creste delle Pale del Balcón.

Il «Sentiero Sperti», realizzato - come l'omonimo bivacco - nel 1963, per volontà della Signora Iris Baldi delle Rose, vedova dell'alpinista bellunese Gianangelo Sperti, è opera di volontari della Sezione di Belluno del C.A.I.

Esso ha il molteplice scopo di offrire una rapida e comoda via di accesso alle numerose e bellissime vie di roccia - di ogni grado di difficoltà - del versante meridionale delle Pale del Balcón, di consentire sicuri e rapidi ritorni dalle vette, di collegare il versante S con quello NO del gruppo, di offrire una stupenda cavalcata per creste, in una delle zone più accidentate e variate del gruppo stesso.

Dal rifugio «7° Alpini» si attraversa il torrente a sinistra (O) dello stesso e, ben presto, si abbandona il sentiero n. 502, per risalire una pala erbosa, per un sentiero ben tracciato fra mughi e bosco.

Il sentiero conduce sull'orlo di un vallone roccioso, percorso da belle cascate.

Si scende nel fondo, per un canale attrezzato con corda metallica e si risale sul lato opposto, proseguendo, per il sentiero sempre ben tracciato e non faticoso, lungo la ripida pala erbosa, fino ad piede delle rocce dello zoccolo delle Pale.

(Sin qui, ca. ore 1,15. Piacevole escursione, di interesse panoramico).

Per un canale roccioso (gradini metallici) si attaccano le rocce dello zoccolo, che si risalgono con modeste difficoltà, passando accanto a due belle e caratteristiche «finestre di roccia», facendo molta attenzione ad evitare caduta di pietre e si perviene alla bellissima terrazza erbosa pensile, ai piedi dello spigolo SO della Pala Belluna e tutta cinta di pareti e guglie, su cui sorge il Bivacco fisso «Gianangelo Sperti» (m 2100 ca. - ore 0,45-2).

Dal bivacco si risale lo sperone con mughi, che sale verso lo spigolo SO della Pala Bellùna.

In ca. 20 minuti si giunge al piede dello spigolo (verso destra gli attacchi delle varie vie di salita alla Pala Bellùna).

Si sale per facili salti di roccia, sul lato destro (E) della gola fra Pala Bellùna e 2° Pala.

Si traversa la gola, sotto il punto dove essa si raddrizza e si prende la stretta cengia orizzontale, che corre sotto i pilastri S della 2° Pala (esposta, corda metallica).

Si giunge, così, nel fondo della gola compresa fra il Torrione Bianchet, la 3° e la 2° Pala e che sale verso la sovrastante Forcella Viel.

Su per la gola (facile), passando sotto un caratteristico grande blocco a ponte.

Dove la gola si raddrizza, trasformandosi in camino umido e nerastro, ci si porta a destra, sulle rocce della 2° Pala e, superati alcuni salti e caminetti (corda metallica), si entra in un canale fra il Pilastro O ed una quinta ancora più ad O della 2° Pala.

Salire la verticale parete di tale quinta, con l'aiuto di scale metalliche, poi si traversa a destra (corda metallica) e, risalito un breve canalino (attenzione alle pietre mobili!) si giunge alla piccola Forcella Sperti

(m 2250 ca. - ore 0,40-3).

Dalla Forcella (dalla quale, in pochi minuti, si può raggiungere, senza difficoltà, la Forcella Viel, più a S)

Il paesaggio, fin qui costituito da un selvaggio circo di crode, si apre con una vastissima veduta sul Van del Burèl e verso le Dolomiti Occidentali.

Dalla Forcella, si traversa sotto il lato O della 2° Pala, per banche ghiaiose e, seguendo una corda metallica, si giunge ad un bel canalino, ripido, ma ricco di eccellenti appigli, che sale ad un intaglio fra la 2° Palla ed un ardito pilastro NO.

Dall'intaglio, segue un percorso panoramico, divertente e variato, sul lato N della 2° Pala, a non grande distanza dalla cresta, con vari saliscendi.

Si alternano divertenti tratti di arrampicata per brevi salti di roccia e caminetti (nell'attraversamento di un canale e della successiva placca levigata, corda metallica).

Fare attenzione nella discesa da qualche forcellino ghiaioso.

Si giunge ad una forcella ghiaiosa, dalla quale appaiono il corno del Nasòn, a N e la Pala Bellùna a destra (S).

Si traversa a N della vetta della Pala Bellùna, indi si scende, per un ripido canale ghiaioso (in basso corda metallica), allo stretto intaglio con la cuspide del Nasón.

Si risalgono, oltre l'intaglio, due gradoni, sulle rocce del Nasón (corde e gradini metallici), indi si traversa, per piccola cengia, sul versante S, fino ad un canalino che riporta, oltre una piccola forcella, sul versante N.

Si giunge, così, su larghe terrazze ghiaiose ed erbose, nei pressi della Gusèla del Vescovà, che si innalza in tutta la sua arditezza.

In breve, per facili caminetti, sotto la Gusèla e ghiaie, si giunge alla Forcella dolla Gusèla

(ca. m 2300 - ore 1,30-4,30), non lontano dal ben visibile bivacco fisso «Dalla Bernardina» (raggiungibile per corde metalliche, lungo l'itinerario n. 503).

Dislivello totale (dal piede dello zoccolo delle Pale):

ca. 600 m - Sviluppo approssimativo: ca. m 2000 - Difficoltà di 1° grado superiore - Tempo medio in salita: ore 4,30 - In discesa il tempo può essere solo lievemente ridotto.

Attenzione a non far cadere pietre, nei tratti ghiaiosi, su sottostanti comitive!

Via ferrata «Antonio Berti»

Completa mirabilmente la «via ferrata Zacchi» ed anche il «Sentiero Sperti» e la «via ferrata del Màrmol», consentendo la salita e la traversata della massima cima del gruppo.

L'attuale tracciato presenta alcune illogicità, ma è in programma una revisione del percorso, riportandolo sul più logico tracciato dei primi percorritori. (1° percorso in discesa): A. Berti, Maria e G. Carugati, il 30-71909).

Dal bivacco «Dalla Bernardina», si segue per breve tratto, verso E, la «via ferrata Zacchi», poi (segnali) si prende la cengia in salita, che attraversa il lato O del monte.

Per mezzo di scale metalliche si vince un camino, indi si segue l'andamento della cresta.

Sotto il picco terminale, si devia a destra (S) e, per facile banca di roccia inclinata, si raggiunge la cima.

Circa ore 1,30 dal bivacco.

Difficoltà (specie in discesa) di 2° grado inferiore.

Attenzione all'orientamento ed ai sassi! Segnalazione accurata.

Gruppo della Schiara

A nord di Belluno, tra le grandi valli del Cordevole e del Piave, giace il Gruppo della Schiara.

Solo sulle sue limitrofe pendici si trovano insediamenti e dalle strade è soltanto costeggiato, per questo il suo ambiente montagnoso appare intatto nella sua selvaggia origine.

Con l'istituzione del Parco nazionale delle Dolomiti di Belluno, questa sua condizione naturale è stata salvaguardata: molte parti del Massiccio sono riservate e non più suscettibili di apertura sconsiderata.

La maggior vetta è rappresentata dalla formazione di pietra dolomitica di copertura del Monte Schiara (2565), che come un guardiano di rango incombe con la sua poderosa parete rocciosa sulla Val d'Ardo.

Monte Schiara , 2565 m

Il Monte Schiara dispone per gli appassionati delle ferrate, di quattro interessanti vie ferrate che si possono includere tra gli itinerari montani più spettacolari, sono un richiamo motivato per un'escursione in questo gruppo dolomitico.

Il Rif. 7° Alpini è l'ideale punto d'appoggio nell'alta Val d'Ardo; tre bivacchi ubicati in alto, sono asili di ermergenza in caso ci si trovi ad essere sorpresi da precipitazioni temporalesche.

Il punto d'attrattiva principale è il Monte Schiara, vetta culminante del massiccio che con la sua parete S alta 700 m è la più affascinante formazione rocciosa.

Da questo nucleo centrale il panorama dalla cima viene ulteriormente esaltato per la sua posizione dominante sull'intera zona alpina che acquista man mano fascino, mentre all'orizzonte nord si allineano, una accanto all'altra, le catene delle cime dolomitiche e la veduta, ampia a est, si apre sulla profondità della "Terra Incognita" fino alla Carnia.

Primo scalatore del M. Schiara fu Gottfried Merzbacher da Monaco che con la sua guida raggiunse la cima percorrendo la cresta E.

Oggi sono soprattutto più popolari i percorsi attrezzati della Parete S e della Cresta 0 e cioè la Ferrata Zacchi e la Ferrata Berti.

La discesa per la Ferrata Marmol comporta un impiego di tempo di circa ore 7,30.

Un'altra bella via ferrata e interessante esperienza alpinistica si ha, includendo nel giro la Ferrata Sperti.

L'ascensione si svolge come sopra accennato, poi di ritorno al Bivacco Bernardina scendendo per la Via Sperti al Rif. 7° Alpini, con un tempo complessivo di ore 8,30.

Accesso in automobile:

Dal capoluogo di provincia Belluno (383) a N su buona strada per Bolzano Bellunese (541), immettersi poi nella Valle del torrente Ardo fino a Case Bortòt (694), 7 km. Piccolo posteggio e ind. sentiero.

Vie d'accesso:  Per la salita al Rif. 7° Alpini (1490) occorrono ore 1,30.

Il largo sentiero guida all'inizio verso la valle con superamento di dislivello trascurabile.

Quasi subito appare la maestosa parete del Schiara, in suggestivo contrasto con la rigogliosa vegetazione della sottostante Val d'Ardo.

Allo sbocco di Rio Freddo, 45 min. inizia la vera ascesa ai rifugi.

Il sentiero 501 s'inerpica per la stretta gola della valle, superando un dislivello di circa 800 m.

Il Rif. 7° Alpini in bella posizione al Pis Pilon è dominato dall'anfiteatro della Parete S del Monte Schiara.

Esso è il punto di partenza delle tre ferrate: Zacchi, Marmol e Sperti.

 Via ferrata Luigi Zacchi

La Ferrata Zacchi passa per la più difficile ma anche per la più bella tra le ferrate del Schiara e porta il segn. 503.

Dal suo inizio, a 1800 m, che avviene ai piedi di una vertiginosa e nera parete rocciosa a 45 min. sopra il Rif. 7° Alpini, il sentiero traccia un'elegante diagonale salendo verso la Forcella della Gusela.

Esso supera, attraverso ripido e scosceso terreno roccioso molto variato o a tratti assai esposto, il notevole dislivello di circa 500 m.

La ferrata è attrezzata con funi d'acciaio, staffe e scale, ma presenta anche numerosi passaggi privi di ancoraggi di I° grado di difficoltà.

Perciò sono necessarie un pò di esperienza da rocciatore e resistenza fisica, specialmente se nell'itinerario è compresa anche la scalata alla Cima del Monte Schiara.

Il primo balzo da affrontare, con l'ausilio di corde metalliche è quello della "Direttissima" o l'alternativa di destra con scale, che devia in una gola.

Dopo all'incirca 30 min. si arriva al bivio indicato della - Ferrata Marmol che è soprattutto utilizzata per la discesa.

L'avanzamento della Ferrata Zacchi riserva alcuni importanti passaggi; un camino verticale alto 20 m, una possente fessura diagonale e una esposta traversata.

Il punto finale e il più alto della ferrata è costituito dalla Cengia Zacchi, larga appena un piede, la quale taglia in orizzontale la roccia ad un'altitudine di 900 m sopra il minuscolo Rif. Pilon.

Molto suggestivo il panorama sulla slanciata, quasi irreale forma della Gusela del Vescovà (2365).

AI Bivacco Bernardina (2320), appena al di sopra della Forcella della Gusela la ferrata termina dopo ore 3,30.

Pausa per un breve riposo e per ammirare in lontananza il panorama sulla Marmolada e le Pale, nel solco della Valle d'Ardo la larga conca di Belluno col Nevegal.

Via ferrata Gianangelo Sperti

Porta il segn. 504 la Ferrata Sperti, che si presta come alternativa alla Ferrata Zacchi e che a sua volta si può abbinare ad un bel giro.

Essa prosegue a Ovest attraverso le vertiginose pareti dello Schiara, raggiunge la Forcella Sperti (2250) poi la cresta prendendo così il carattere dell'Alta Via.

In un gradevole saliscendi, ben attrezzato e segnato, il giro tocca la lunga serie di cime della cresta delle Pale del Balcon (2371).

La Pala II e la Pala I si aggirano sulla parte a N e il masso della Cima del Nasòn.

Invece, dalla parte S, a 2280 m sulla Forcella Gusela (2280) ha termine la Ferrata Sperti a ore 4 dal Rif. 7° Alpini.

Il grandioso accordo finale pone la Gusela del Vescovà, la cui guglia si erge per circa 40 m al di sopra della forcella, nel rango eccezionale.

A metà cammino circa il sentiero passa vicino al Bivacco Sperti (a circa 2100), ore 1,45.

Ferrata Antonio Berti

Nel 1959 è stata tracciata e attrezzata la Ferrata Berti come proseguimento del Sentiero Zacchi e procede sul fianco 0 a gradinate fino alla cima del Monte Schiara (2565), per ore 1.

L'inizio è molto allettante, nel suo primo tratto, forse un po' complicato, per questo è consigliabile fare attenzione al segnavia.

Suggestivi panorami si godono sulla Gusela, sulla frastagliata cresta delle Pale del Balcon (2371), da questo sentiero attrezzato di scale e corde metalliche che risulta meno difficile della Ferrata Zacchi, segn. 504.

Cresta Est

La discesa segnata al Bivacco Marmol (2280) guida attraverso la stretta, ma agevole cresta fino all'Anticima Est (2506) e nei ghiaiosi crinali E del Monte Schiara.

Allo sbocco dell'Alta Via n. 1 ci si tiene a destra per scendere su rocce gradinate (corde metalliche) all'asilo del bivacco, in 45 minuti.

Molto bello lo scorcio sugli strapiombi sud della Schiara; distinguibile sotto le Pale del Balcon il Bivacco Sperti.

Via ferrata Marmol

Questa via ferrata è stata costruita nel 1967 e sostituisce il tracciato della vecchia discesa estremamente pericolosa per la caduta di sassi, della Forcella del Marmol attraverso l'oscura gola del Canalone.

Ben attrezzata e con doppio segnavia (ind. 514 ''Alta Via delle Dolomiti 1 ") traccia una traiettoria diagonale per gli strapiombi della parete SE del Monte Schiara a circa 100 m sopra la base della parete per sfociare nella - Ferrata Zacchi.

La discesa si compie in un selvaggio scenario roccioso davanti alla maestosa parete E del Monte Pelf (2505).

Dirupi ghiaiosi e scalinati esigono un prudente procedere.

Dal Bivacco Marmol ore 2,30 fino al Rif. 7° Alpini; per la salita circa ore 3.

Dislivelli: Case Bortòt - Rif. 7° Alpini 900 m; Rif. 70 Alpini - Ferrata Sperti - Bivacco Bernardina 950 m; Rif. 7° Alpini - Ferrata Zacchi - Ferrata Berti - Schiara 1080 m; Rif. 7° Alpini - Ferrata Marmol - Bivacco Marmol 800 m.

Tempi complessivi:  Traversata della Cima Schiara con ascensione sulle Ferrate Zacchi e Berti e attraverso la Ferrata Marmol, ore 7,30; ascensione al Monte Schiara per la Ferrata Zacchi e Berti, discesa attraverso il Sentiero Berti e Ferrata Sperti ore 8,30; senza arrivare alla cima ore 7. (i tempi si possono rilevare anche al Rif. 7° Alpini).

Gradi di difficoltà: Ferrata Zacchi molto difficile e le altre sono considerate difficili.

Sono escursioni che esigono resistenza fisica.

Pernottamento al Rif. 7° Alpini ed eventualmente anche nei tre bivacchi.

Punti d'appoggio:

Rif. 7° Alpini (1498) gestito in estate; nei pressi si trova la Capanna Lussato per ricovero di emergenza accessibile tutto l'anno; Bivacco Sperti (a circa 2100); Bivacco Bernardina (2320); Bivacco Marmol (2280), ricoveri di emergenza sempre aperti.

Periodo: Fine maggio - metà ottobre.

SCHIARA GUSELA del VESCOVA’

 GUSÈLA DI VESCOVA 2365 m

È un piccolo problema, costituito da una singolare mescolanza tra palestra di roccia e itinerario in alta montagna: vale a dire un'arrampicata molto breve, ma la torre si trova all'estremità di un dirupo alto 500 m.

È un obiettivo da non mancare per chi percorre la Via ferrata Zacchi o la Sperti, o ha fatto una sosta al Biv. Dalla Bernardina.

Belluno, nella Valle del Piave, 389 m; da qui con un automezzo in 15 min. si raggiungono le Case Bortot (707 m), al di sopra di Bolzano Bellunese.

Rif. 7° Alpini, 1550 m; dalle Case Bortot  ore 2,30-3; oppure Biv. Ugo Dalla Bernardina, 2320 m, sulla Forc. della Gusèla, raggiungibile in ore 3,30 dal Rif. 7° Alpini per la Via ferrata Zacchi (via n. 503, salite assicurate).

Dal Biv. Dalla Bernardina, prima scendere, poi salire il pendio sotto alla parete N della Gusèla, 5 min.

La scalata si effettua in un primo tempo sulla parete N, poi sulla parete E della torre.

Arrampicata elegante, esposta, su roccia idealmente solida, con buoni appigli.

Data la brevità sembra quasi un gioco.

Attenzione: in caso di temporali rinunciare assolutamente, poiché la cima è presa di mira dai fulmini.

Primi salitori:  F. Jori, A. Andreoletti, G. Pasquali, 1913

Difficoltà:  IV+ (un passaggio)

Altezza:  della torre: 40 m circa

Lunghezza:  50 m.

Gusèla di Vescovà: la via normale, sulla parete N e sulla parete E.

1)  Salire sul margine O della parete N.

Scalare una paretina liscia e superare uno strapiombo (passaggio più difficile, 1 chiodo) portandosi su una piccola piattaforma.

Da qui un pò a sinistra e superare un altro strapiombo (1 chiodo), fino a raggiungere una fessura e un punto di sosta in una nicchia (chiodo) (20 m, IV+ e IV, 2 chiodi).

2)  Attraversare a sinistra, salire brevemente e quindi, salendo a sinistra su una placca inclinata, aggirare l'angolo della parete E e portarsi accanto ad una fessura.

Da qui, in arrampicata esposta ma poco difficile, alla cima (30 m, IV- e III, 1 chiodo).

Discesa

Calarsi in corda doppia dalla parete N (in una volta 38 m, in due volte 20 m).