Ferrata Ottorino Marangoni al Monte Albano
La Ferrata Ottorino Marangoni al Monte Albano si snoda lungo le verticali pareti sud del Monte Albano, la breve elevazione che domina da nord l'abitato di Mori, è stata realizzata dalla Sezione C.A.I. - S.A.T. di Mori nel 1976.
L'accesso al percorso attrezzato, che consiste nella mulattiera del Santuario di Monte Albano e in un comodo sentiero, è di facile individuazione.
La ferrata, invece, si distingue per la difficoltà complessiva e per alcuni lunghi e faticosi tratti esposti.
Servita da un cavo d'acciaio in ottime condizioni, la via presenta molti pioli che facilitano la salita, altrimenti assai più complicata vista l'usura degli appoggi. La quota e l'esposizione rendono possibile l'ascesa durante tutto l'arco dell'anno evitando le giornate particolarmente calde. Molto difficile con alcuni passaggi estremamente difficili.
E' considerata tra le più difficoltose ed impegnative dell'arco alpino, bella per l'ambiente e suggestiva per la varietà del percorso.
Segue le strutture naturali della parete lungo le fessure, diedri, camini e cenge; il suo sviluppo è di circa 550 m e supera un dislivello di 350 m, arrivando a quota 650 m. Richiede un notevole impegno atletico, in quanto risale una parete verticale, talvolta strapiombante, con il minimo utilizzo di mezzi artificiali.
La continuità dei tratti più difficili e l'esposizione al vuoto le conferiscono l'attrattiva e la severità di una scalata vera e propria. Le difficoltà complessive del percorso, la lunghezza dei tratti esposti e le particolarità tecniche rendono la ferrata adatta ad escursionisti esperti, allenati e abili nell'utilizzo dell'idonea attrezzatura, necessaria lungo tutto il percorso.
Nella salita, infatti, è necessaria una buona dose di forza di braccia ed una discreta tecnica di piedi. All'uscita della ferrata si hanno due possibilità di discesa; a sinistra per il rientro facile lungo il segnavia 675 (sentiero di rientro) oppure a destra per il rientro attrezzato che di fatto è una ferrata, anche se più breve e più facile. Si consiglia l'utilizzo dei guanti. Interessante la visita al Santuario di Monte Albano che domina Mori e gran parte della Vallagarina.
ACCESSO
Raggiungere l'abitato di Mori per la SS 240, a 7 km da Rovereto, che collega la Valle dell'Adige con il Lago di Garda. (a 5 min. dal casello di Rovereto Sud dell'autostrada A22 del Brennero).
Portarsi verso il centro abitato e seguire le indicazioni per "Ferrata Monte Albano".
Nel centro di Mori cercare un parcheggio, a volte non facile da trovare.
Un consiglio è quello di parcheggiare nei pressi dello Stadio-Velodromo di Mori facilmente individuabile all'entrata del paese nella parte est (provenendo da Isera - Rovereto).
Dal parcheggio costeggiare la strada verso il centro per circa 100 m e poi girare a destra seguendo le indicazioni per ferrata Monte Albano - Santuario.
Avvicinamento
Seguire le indicazioni per la ferrata che conducono inequivocabilmente all'attacco.
Monte Albano 695 m
Difficoltà: D-, 4,6
Dislivello salita: 370 m.
Tempi: salita ore 3, 4 totali
La quota e l'esposizione rendono possibile l'ascesa durante tutto l'arco dell'anno.
Si consiglia di evitare giornate particolarmente calde; la ferrata, data l'esposizione al sole, diventa incandescente. Il periodo ottimale risulta sicuramente la primavera e l'autunno quando si può godere dell'ombra; o del sole mattutino in base alle esigenze e alle temperature del momento.
Esposizione: Sud
Attrezzatura: Normale da ferrata: casco, imbrago, doppia longe da ferrata con moschettoni, dissipatore, scarponcini, guanti
Cartografia: 687 Monte Stivo-Monte Bondone-Rovereto-Mori-Arco KOMPASS 1:25.000
SALITA
Dal centro di Mori dirigersi verso il Santuario di Monte Albano e seguendo le indicazioni per la ferrata.
Proseguire oltre il santuario sempre seguendo le indicazioni fino a raggiungere l'attacco della ferrata
(20/30 min. dalla macchina).
Superare con attenzione un primo tratto di circa 5 metri senza cavo (tratto di selezione) per collegarsi poi alla ferrata vera e propria.
La prima parte alterna alcuni traversi ad un tratto verticale impegnativo, subito dopo il quale si arriva su una comoda cengia dove è possibile una via di fuga verso destra.
Continuare superando un altro tratto verticale che vince una placca dopo la quale traversare a destra per fare il primo traverso esposto (Traverso del Gufo); sicuramente uno dei tratti impegnativi della ferrata vista l'usura della roccia che rende precaria l'aderenza dei piedi.
Seguire un lungo tratto verticale, attrezzato con staffe e pioli, che richiede un notevole sforzo di braccia.
Al termine del tratto verticale traversare a sinistra e superare uno spigolo molto "aereo" che raccorda ad un successivo tratto verticale al quale si accede superando una caratteristica "sponda" metallica.
Dopo il tratto verticale proseguire in diagonale verso sinistra su terreno più agevole e, superato un altro spigolo, raggiungere una grande cengia (panorama su Mori e la Vallagarina).
Si è circa a metà del percorso.
Superare un pilastro verticale impegnativo e poi una dorsale detritica che dà accesso al caratteristico traverso esposto su breve cengia, forse la parte più estetica della ferrata a cui segue il passaggio su una cengetta con abbassamento dopo la quale si raggiunge il Libro delle Via.
Manca ancora l'ultima parte; probabilmente la più difficile.
Cominciare con un lungo tratto verticale che porta ad un altro lungo diedro fessurato fino a raggiungere un traverso a sinistra meno impegnativo.
Salire quindi in verticale su un altro diedro-fessura, al termine del quale traversare a destra per affacciarsi al "balcone" di fine via.
Uno sguardo al panorama sottostante è obbligatorio.
DISCESA
Seguire il sentiero segnato in salita passando per una comoda panchina.
Raggiungere quindi ad una biforcazione il segnavia 765 che in circa 30 minuti scende al punto di partenza verso sinistra (viso a monte) oppure per il 765b verso destra (viso a monte).
Questa opzione è più gratificante, ma più impegnativa perchè si tratta di scendere sostanzialmente per un'altra ferrata.
In questo caso dopo un traverso esposto non facile, scendere per uno spigolo che porta ad una rampa con cavo-corrimano.
Superare in discesa un salto molto esposto e un successivo traverso portano all'ultimo tratto attrezzato in una specie di diedro.
Alla base della fessura-diedro passare per un caratteristico cunicolo a cui segue il sentiero che si congiunge al tracciato di salita nel verde prato nei pressi del Santuario di Monte Albano.