VIA FERRATA GRUPPO ALPINI - CORNO MEDALE
Difficile la prima metà, poi meno impegnativa.
Tempi: Ore 2.00 la ferrata
40 minuti il sentiero di avvicinamento
Ore 1.00 il ritorno
Lunghezza: 700 mt di cui 400 mt ca. la sola Via Ferrata
Difficoltà: tecniche 3.6
Esposizione: 4
Impegno fisico: 3.6
Arrivati a Lecco seguire la strada per la Valsassina passando di fronte all'ospedale ed attraversando
l'abitato di Lecco evitando così la nuova indicazione che attraverso il tunnel porta a Bobbio.
Terminato il vialone alberato ed inizia la salita, dopo alcune curve, alla sinistra si trova via Quarto,
percorrerla per un centinaio di metri finchè a destra, all'altezza dell'inizio di via S. Martino, una
strada asfaltata stretta porta dopo alcune centinaia di metri in ripida salita, verso Rancio Alto, ad
una sbarra che segna il punto di arrivo con l'auto.
E' possibile parcheggiare al termine di questa ripida strada ma il posto auto presso la sbarra è veramente
esiguo, quindi in alternativa optare, per il parcheggio, all'inizio di via S. Martino -370mt- dovendo
così percorrere a piedi alcune centinaia di metri di salita in più.
All'inizio di via S. Martino una segnaletica indica la direzione da prendere.
Proseguendo oltre la sbarra a piedi (possibilità di tagliare in salita a destra nel bosco) si incontra
una seconda segnaletica lungo il lato sinistro della strada cementata, sovrastati dal massiccio del Monte San Martino
con in vista la croce del Medale, ed una terza scritta al lato di alcuni gradoni in cemento.
Salire lungo comodo sentiero ed in pochi minuti arrivare al bivio presso il quale a destra c'è
la salita normale al Corno Medale (via di ritorno n. 56), mentre a sinistra si prosegue in saliscendi lungo
il sentiero n. 58 che aggira la base del Corno ed in circa 15' porta all'attacco della via.
L'attacco (650 mt) è abbastanza verticale anche se una certa inclinazione e buoni appoggi per i piedi non lo
rendono particolarmente difficoltoso ed in salita lungo il costone del Medale si incontrano le prime placche levigate.
Traversare a destra raggiungendo il primo dei vari pulpiti panoramici di sosta presenti lungo la
via, alla base di un primo tratto verticale su placca ed un secondo, a sinistra, lungo uno spigolo inclinato ma esposto.
Nuova possibilità di sosta prima di un salto verticale dopo il quale, a destra, si
aggira in parte un esposto spigolo per portarsi alla base di una placca particolarmente levigata e verticale
da superare con l'ausilio delle staffe artificiali; pochi metri e si traversa a destra verso un
secondo spigolo da aggirare anch'esso sfruttando un gradone nella roccia e risalendo in diagonale
raggiungere la base di una nuova placca attrezzata dove l'ottima aderenza offerta dalla roccia aiuta
notevolmente la progressione.
Possibilità di sosta presso la Madonnina applicata alla parete e notevole panorama circostante.
La ripartenza è nuovamente all'insegna della verticalità sempre comunque con la costante ottima
aderenza della roccia che facilita i passaggi apparentemente più "duri", così dopo un breve risalto
roccioso si prosegue prima per la parete, poi all'interno di un diedro appigliato che
richiede attenzione nei passaggi per non stancare inutilmente le braccia con la presenza comunque di
un' utile staffa artificiale.
Nuovo piccolo pulpito panoramico e nuovo breve traverso a destra verso il secondo esposto spigolo della via la cui risalita, meno
impegnativa della precedente, porta attraverso alcuni alti gradinati alla base di una serie di placche
lisce e verticali che oltre ad essere ottimamente attrezzate richiedono di sfruttare l'ottima aderenza di
questa roccia.
In effetti l'esposizione e la verticalità di alcuni tratti sarebbero più impegnativi se la
ferrata non fosse costruita lungo una roccia con una simile caratteristica di aderenza per i piedi che di
presenza d'appigli per le mani.
Le placche ovviamente aiutano a guadagnare rapidamente quota giungendo così, dopo alcune roccette attrezzate con solo cavo,
all' ultimo tratto sostenuto, rappresentato da un primo lungo diedro inclinato ed una successiva breve serie di
passaggi verticali ben attrezzati in direzione dell' ultimissimo tratto della ferrata dove
l'attrezzatura si riduce ormai al solo cavo metallico (termina la catena a quota 850 mt ca.) che assicura nel
superamento di una lunga serie di gradoni in vista della croce sommitale -1029mt-.
Dalla croce in leggera salita seguire le tracce che aggirano a sinistra il Corno e giungono dopo pochi metri
ad una segnaletica dove 2 cartelli segnalano direzioni per noi non importanti (Coltiglione-Piani Resinelli) a
meno che non si voglia proseguire per il Monte San Martino, mentre sempre all'altezza di questa segnaletica
e a destra rispetto al senso di marcia un evidente sentiero (segnavia sbiadito n. 56 su una pianta) degrada
rapidamente nella vegetazione e caratterizzato nella prima parte da una notevole pendenza raggiunge in circa
40' il bivio con segnaletica incontrato all'andata.