DOLOMITI di Brenta "Via delle Bocchette"
Oltre alle diverse varianti, la via delle Bocchette è divisa in due parti.
Chi cerca un itinerario più lungo può far precedere la traversata delle Bocchette dal percorso del sentiero Martinazzi , 
dell' Ideale e Brentari (che compiono il periplo del Crozzon di Brenta e della Tosa ) e continuare oltre la Bocca del 
Tuckett sui sentieri Benini , Vidi e Costanzi , che proseguono verso il Passo del Grostè e la catena settentrionale del Brenta. 
Le Bocchette Centrali, prima parte dell'itinerario classico, collega la Bocca di Brenta con la Bocca degli Armi (o viceversa) e 
comprende i sentieri Gottstein , Castelli, Benini de Stanchina e Figari. 
A nord della Bocca degli Armi, la via delle Bocchette Alte (suddivisa nei sentieri Quintavalle , Coggiola , Foresti e Pedrotti , Tosa) 
offre un percorso più lungo, più solitario e più difficile, che supera in qualche tratto i 3000 metri di quota. 
Entrambi i settori delle Bocchette devono essere affrontati da escursionisti ben attrezzati. 
Per le Bocchette Alte può essere utile un paio di ramponi e il periodo migliore va dall'inizio di luglio a settembre inoltrato. 
All'inizio dell'estate la neve può essere ancora abbondante. 
In piena estate, per utilizzare i rifugi è invece essenziale la prenotazione chiamando direttamente i rifugi Vallesinella , 
Brentei , Tosa e Pedrotti , Sella e Tuckett.
SENTIERO DELLE BOCCHETTE ALTE - SENTIERO SOSAT
Questo itinerario si articola in tre giorni prevedendo così un doppio pernottamento in rifugio.
Il primo giorno rappresenta una vera e propria marcia di avvicinamento allo spettacolare gruppo del Brenta.
Da Madonna di Campiglio con l’auto si raggiunge il Rif. Vallesinella (1513 m., parcheggio a pagamento, molto affollato 
nei week-end estivi).
Quindi imboccare il comodo sentiero 317 che in circa due ore conduce al Rif. Tuckett (2272 m.) nel
quale conviene pernottare.
Il giorno successivo, dal Rif. Tuckett salire con un buon sentiero fino ad attraversare la Vedretta di Brenta inferiore 
raggiungendo la Bocca di Tuckett.
Il passaggio sulla vedretta richiede cautela; i ramponi non sono indispensabili (ma è meglio averli).
Alla destra della Bocca di Tuckett ha inizio il sentiero delle Bocchette Alte.
La via di salita sale lungo la roccia ed è assicurata con funi metalliche e brevi scalette, 
conduce lungo strette cenge circondate da scenari imponenti e spettacolari. 
Proseguire alternando tratti di sentiero normale ad altri attrezzati fino ad arrivare su un’ampia cengia detritica (Cengia Garbari).
A questo punto il tracciato inizia a scendere e di nuovo ha delle funi metalliche.
Le funi portano in discreta esposizione a 2 scale metalliche che consentono di scendere in un ripido canalone innevato (assicurato).
Procedendo lungo il sentiero raggiungere un nuovo terrazzo roccioso situato sotto la Cima Brenta (3150 m.).
Da questo punto di osservazione (ideale per una sosta; si è circa a metà percorso) lo scenario è davvero 
straordinario con le più importanti cime del gruppo.
La via ferrata riprende scendendo alla Bocchetta Alta dei Massodi attraverso creste e orli rocciosi (assicurati 
ma molto esposti) in direzione dello Spallone dei Massodi: per raggiungerlo salire una lunga scala (la “scala degli amici”).
Prosegue attraverso salti rocciosi attrezzati e con roccia sempre solida e compatta.
Ulteriori scale metalliche (esposte) conducono alla Bocchetta Bassa dei Massodi.
Qui la traccia si dirama: seguendo a destra si intraprende il sentiero Oliva Detassis, mentre a sinistra una 
stretta cengia porta all’innevata forcella (attenzione: senza fune!) e riprendere così a salire sempre con scalette e funi.
L’ultima parte del sentiero conduce, parzialmente attrezzato, attraverso ghiaie e facili rocce sino alla Vedretta degli Sfulmini.
Tenendosi al margine della vedretta raggiungere in 30 minuti il Rif. Alimonta a 2580 m. 
(in totale dal Tuckett al Rifugio Alimonta 7 ore)  Secondo pernottamento.
Il terzo giorno affrontare il sentiero SOSAT che inizia alle spalle del rifugio.
Il “SOSAT” è una ferrata più facile delle Bocchette Alte, è comunque caratterizzato da affascinanti paesaggi.
La via circoscrive il massiccio di Cima Brenta e si mantiene quasi sempre in quota.
Dopo un breve tratto pianeggiante attaccare la prima scaletta metallica e di nuovo su cengia fino 
ad una bassa sporgenza della roccia.
                   
Il sentiero porta verso una gola rocciosa che si affronta in discesa con una lunga scala e nuovamente in salita su 
cenge ben attrezzate con funi e scale.
La via diventa pianeggiante, raggiunge ed attraversa un’enorme pietraia proseguendo in direzione della vedretta di Brenta 
inf. e scendendo poi verso il sentiero che riporta al Rif. Tuckett.
Da quest’ultimo si ritorna a Vallesinella (ore 6 in totale).
NOTA: L’escursione descritta è annoverata tra le più belle in assoluto del Brenta e delle Dolomiti Orientali.
Il sentiero delle Bocchette Alte è il percorso più impegnativo che si svolge in ambiente severo.
Le difficoltà non si devono ricercare dal punto di vista tecnico (superabili da escursionisti comunque esperti che non soffrono 
di vertigini), quanto piuttosto al fatto che si tratta di un itinerario di tipo alpinistico, molto lungo e che si svolge 
quasi sempre in ambiente d’alta quota.
Ad inizio stagione possono essere necessari piccozza e ramponi.
Il sentiero SOSAT è invece più “rilassante” pur essendo una via ferrata con tutte le carte in regola.
Le vie descritte vanno affrontate con un certo grado di preparazione fisica e psicologica e richiedono buona capacità 
di giudizio delle condizioni meteo.
VIA delle BOCCHETTE - SENTIERO ATTREZZATO DELLE BOCCHETTE CENTRALI
Ore 2.30 per l'intera ferrata
Ore 1.15 dal rifugio Brentei all'attacco
30 minuti dalla Bocca Armi al rifugio Alimonta
100 m il percorso attrezzato
1000 m da Vallesinella all'attacco della ferrata 
rifugio Vallesinella - rifugio Casinei - rifugio Brentei - rifugio Alimonta
Difficoltà:  tecniche 1.4
Esposizione:  2.7
Passaggi:  1.4
Impegno fisico:  2.3
Interesse paesaggistico:  5
PERCORSO STRADALE
Da Madonna di Campiglio (Tn) raggiungere la vicina località  Vallesinella (5km) con una strada stretta ma 
asfaltata fino ad un grande parcheggio, di solito a pagamento, dove si trova anche l'omonimo rifugio 
Vallesinella.
AVVICINAMENTO
Prendere il segnavia n. 318 che in circa 50 minuti di sentiero nel bosco porta al rifugio Casinei (1825 m).
Qui si trova un primo bivio dove a sinistra si va in direzione Tuckett mentre a destra va ai rifugi Brentei-Alimonta. 
Procedendo in direzione Brentei il sentiero si "apre" sulla valle del Brenta ed a circa 2000 m troviamo un 
ulteriore bivio dove deviando a sinistra si procederebbe nuovamente per il rifugio Tuckett e splendida vista sul 
Castelletto di Brenta, continuando invece a destra si arriva al rifugio Brentei in ore 1,30 (ore 2.30 da Vallesinella) a quota 
2182 m.
Qui il paesaggio è incantevole: sullo sfondo le Bocchette Centrali, continuando a destra oltre la Bocca 
di Brenta il grandioso Crozzon di Brenta.
Proseguire sempre con il sentiero n. 318 superando la chiesetta alle spalle del rifugio ed in circa 30' di 
sentiero a mezza costa piano con solo qualche sali-scendi raggiungere la base del nevaio di Bocca di 
Brenta il quale si presenta più o meno esteso a seconda della stagione (circa 30') prevalentemente su ripido ghiaione.
FERRATA
Iniziare la via n. 305 (ore 1.15 dal Brentei) e superando un salto di roccia con una breve scaletta per immettersi poi 
su un sentiero di roccia (cengia) esposto e da percorrere in parte piegati sulle gambe, attrezzato con cavo scorrimano 
che aggira in parte il lato ovest della Brenta Alta dopo di che con una successiva scaletta ed alcune facili roccette a volte non attrezzate, 
ma facili, scendere in una fenditura tra la cima di Brenta Alta ed il famoso Campanile Basso, da qui si risale sempre su facili roccette.
La via prosegue su lunga cengia sempre esposta e sempre attrezzata con fune  finendo dopo alcuni saliscendi attrezzati 
nei punti più verticali con comode staffe metalliche alla base degli Sfulmini e successivamente alla Torre di Brenta. 
Interessante a circa 3/4 del tragitto un enorme "ferro di cavallo" dove l'esposizione è massima e con escursionisti che hanno iniziato la via dal rifugio Alimonta.
Qui, sempre in sicurezza, si è sospesi a 500 m. dal fondo detritico.
Procedere sempre su cengia attrezzata esposta, che gli alpinisti più esperti chiamano ironicamente "alta pista ciclabile" , si 
incontrano un paio di saliscendi su roccette superabili anche grazie ad una scaletta e si svolta a sinistra 
nuovamente su cengia fino alla Bocca degli Armi dove si scende verticalmente una crestina con l'ausilio di una serie di scalette 
fino a toccare il nevaio del canalone che porta al già visibile rifugio Alimonta.
Scendere il nevaio e in pochi minuti e senza troppe difficoltà (nel caso di ghiaccio vivo in stagione estiva avanzata, assicurarsi con piccozza e ramponi)
da notare all'inizio della discesa sulla destra la traccia di sentiero in mezzo al ghiaione che rappresenta l'inizio o l'eventuale arrivo del 
percorso delle Bocchette Alte.
DISCESA
Dal rifugio Alimonta si vede la traccia di sentiero che ripidamente porta al rifugio Brentei incrociando il 
bivio per il sentiero attrezzato SOSAT 2400 m. (Alimonta-Tuckett) e superando alcuni tratti tra grossi 
massi bianchi.
Dal rifugio Brentei procedere poi in direzione rifugio Casinei n. 318 e poi Vallesinella come l'andata.
Durante la discesa, alle spalle, è possibile "inquadrare" il tragitto completo delle Bocchette Centrali.
NOTE
La bellezza dell'escursione è sicuramente da cercare nel grandioso panorama e nel paesaggio in cui si è immersi 
mentre la ferrata in sè è un pò monotona. 
Può essere necessario attrezzarsi con ramponi e piccozza vista la probabilità di trovare tratti ghiacciati. 
Il tragitto è ovviamente possibile percorrerlo anche in senso contrario cioè dal rifugio Alimonta al rifugio Brentei. 
                         
Ferrata delle Bocchette Centrali
La via delle Bocchette Centrali, nelle Dolomiti di Brenta, è una delle più rinomate ferrate del Trentino. 
Non è particolarmente impegnativa e con un percorso di sole 3 ore, snodandosi a una quota variabile tra i 2500 m e i 
2800 m, offre delle vedute stupende sulle montagne circostanti.
Il percorso è meno impegnativo della via delle Bocchette Alte, anche se alcuni tratti esposti potrebbero causare problemi a chi soffre di 
vertigini.
Il percorso, fatto in assenza di ghiaccio, è comunque sicuro con la presenza della fune di sicurezza in tutti i passaggi più difficili 
o pericolosi.
Portare un'imbragatura, il kit da ferrata e un casco da roccia.
Rifugio Brentei
Per raggiungere l'attacco della ferrata bisogna arrivare a Madonna di Campiglio e proseguire per il rifugio Vallesinella (3 o 4 Km di 
una bella ma stretta strada nel bosco).
Si lascia l'auto all'ampio parcheggio a pagamento  dietro il rifugio (1513 m e percorrendo il 
sentiero N°317 si raggiunge in circa 45 min. il rifugio Casinei (1825 m).
Questo primo tratto di sentiero si sviluppa interamente nel bosco, il sentiero è largo ed è percorso da numerosi turisti impegnati in facili 
passeggiate giornaliere oppure intenti a raggiungere i numerosi rifugi della zona, sosta per più impegnative escursioni.
Da Casinei proseguire per il sentiero N°318 (Sentiero dei Brentei) salendo subito sopra il rifugio ed evitando (per lo meno all'andata) di 
percorrere il sentiero basso N°391 (Sentiero Violi) che pur essendo piacevole risulta più lungo e potrebbe stancare più del necessario in 
vista del successivo attacco della ferrata.
Il sentiero 318 sale abbastanza decisamente per circa 45 min. fino ad un bivio (2048 m) che a sinistra sale al Rifugio Tuckett mentre a destra 
porta al rifugio Brentei. 
Il sentiero prosegue con lievi sali scendi per altri 45 min. fino a raggiungere il rifugio Brentei 
(2182 m) dove si aprono i due valloni che terminano con le bocchette del Brenta da una parte e con le bocchette degli Sfulmini dall'altra. 
Questi due punti  segnano l'inizio e la fine della ferrata delle Bocchette Centrali.
Dal rifugio guardando verso sud, si può ammirare da vicino la suggestiva Cima Tosa (3159 m), mentre  in lontananza  verso est e sud-est 
si vedono i massicci della Presanella e dell'Adamello.
Proseguire quindi verso il vallone di destra passando per una chiesetta alpina che è uno dei simboli delle Dolomiti di Brenta. 
Dopo 1 ora di cammino in leggera salita, sempre seguendo il sentiero N° 318, iniziano le prime tracce di neve che però si 
attraversano facilmente (questo dipende dal periodo scelto per l'escursione e dalla quantità di neve caduta in primavera). 
Il sentiero inizia a salire tra le rocce e compaiono anche le prime catene che facilitano la salita. 
Seguendo i segnavia dipinti sulla rocce e qualche ometto di pietra salire fino all'inizio della Bocca di Brenta (2552 m) 
dove la presenza di ghiaccio rallenta la salita e fa correre qualche pericolo a chi è sprovvisto di ramponcini da escursione (4 o 6 punte). 
I pericoli maggiori sono evitabili avanzando tra le rocce fino a che non si giunge in tratti sempre ghiacciati ma in piano.
La ferrata delle Bocchette Centrali parte sulla parete a sinistra prima di raggiungere lo scollinamento della Bocca di Brenta. 
L'attacco è ben segnato e inizia con un paio di scalette che portano ad una falesia abbastanza comoda con fune di protezione.
Il sentiero che parte dal rifugio Brentei fino alla Bocca di Brenta (circa ore 1,30) se fatto di mattina rimane per gran parte in ombra, così come la prima ora di ferrata. 
La ferrata si snoda, tendenzialmente in salita, per facili passaggi e rare scalette, passando poi tra la Cima 
Brenta Alta (2960 m e il Campanile Basso (2883 m) sulle cui pareti si potranno sicuramente vedere alcuni dei numerosi rocciatori.
Passare quindi nella parte del massiccio illuminata dal sole e salendo si  passa sotto 
il Campanile Alto (2937 m) e la Torre di Brenta (3014 m).
Dopo circa 3 ore di ferrata si raggiunge sopra la Bocchetta degli Sfulmini e grazie a numerose scalette si scende sul fondo ghiacciato della Bocchetta (circa 2700 m).
Da qui si può proseguire fino al rifugio Tuckett seguendo la via delle Bocchette Alte. 
La durata di questa ferrata è però notevole, a seconda del ritmo tenuto può variare dalle 4 alle 6 ore.
E' meglio scendere la Vedretta (nevaio ghiacciato) degli Sfulmini fino al sottostante rifugio Alimonta (2580 m), dove chi vuole 
può passare la notte per affrontare le Bocchette Alte il mattino dopo.
Per la discesa dalla Vedretta degli Sfulmini, vale lo stesso discorso fatto per la Vedretta della Bocca di Brenta. 
La difficoltà della discesa varia durante il giorno (la neve è infatti ghiacciata al mattino e più molle nel pomeriggio) e dipende anche dalle 
eventuali nevicate dei giorni precedenti.
Avere un paio di ramponcini da escursionismo può togliere dall'imbarazzo.  
Dal rifugio Alimonta ridiscendere per il sentiero N°323 al rifugio Brentei che si raggiunge in circa un ora 
di cammino.
Da qui o si prosegue per il sentiero fatto al mattino, oppure se non si è abbastanza stanchi si può scendere al rifugio Casinei per il 
sentiero Violi N°391 (circa due ore e mezza di percorso).
Il periodo consigliato per l'escursione è Agosto - inizio Settembre, in questo periodo si troverà sicuramente meno neve anche se la 
fine dell'estate ridurrà le ore di luce e la temperatura tenderà ad essere più fredda.
Questo percorso fatto in giornata, da una persona normalmente allenata, prende con le dovute soste 11-12 ore. 
Se non si possiede un appoggio in zona o non si vuole fare un tour de force, è consigliato passare una notte almeno in uno dei rifugi lungo il percorso. 
La prenotazione dovrà essere però fatta per tempo visto l'elevato numero di persone che percorre questi itinerari d'estate.
Avendo una notte in più a disposizione si può percorrere anche la via delle Bocchette Alte o il più facile sentiero SOSAT (sono entrambe delle 
ferrate).
Partenza:  rifugio Tuckett (2272 m.) 
Arrivo:  rifugio A. Alimonta (2580 m.) 
Tempo di percorrenza:  5 ore 
Bocchette Alte
Ideatore di questo sentiero fu Bruno Detassis , celebre guida alpina e gestore per numerosi anni del rifugio Brentei , aiutato per l'occasione dai suoi 
famigliari e da alcuni soci della Sat . 
Dal rifugio Tuckett percorrere verso est il sentiero Osvaldo Orsi e si perviene, attraversando una morena, alla Vedretta di Brenta Inferiore per poi 
salire facilmente alla Bocca del Tuckett (utili ramponi e piccozza).
Da questo punto il sentiero Orsi conduce al rifugio Pedrotti ; il nostro itinerario invece, salendo a destra e superando gradini rocciosi attrezzati con corde fisse 
e scalette metalliche, porta in quota attraverso la parete Nord Ovest della Cima Brenta.
Si percorre il tratto iniziale del sentiero Enrico Pedrotti per poi seguire la cengia Garbari che attraversa la parete est della Cima Brenta e 
quindi prosegue sul sentiero Dorotea Foresti che scende in direzione di una scanalatura ghiacciata della vedretta (attenzione caduta sassi). 
Si superano dei canali detritici fino a raggiungere la vasta terrazza molto panoramica della 
spalla meridionale di Cima Brenta a 3020 metri. 
Qui inizia il sentiero Mario Coggiola che, per ripida parete attrezzata con scale e corde fisse, porta alla Bocca Alta dei Massodi.
Sempre salendo per scale metalliche si prosegue raggiungendo la gelata Bocca bassa dei Massodi, 
tra lo Spallone dei Massodi e la Cima Molveno.
Qui la traccia si dirama: 
seguendo a destra si raggiungono i rifugi Brentei e Alimonta con il sentiero Oliva Detassis, mentre con il sentiero Umberto Quintavalle (n° 323) si tocca 
prima la spalla nord della Cima Molveno, dalla quale si scende poi al rifugio Alìmonta.
5 ore
Partenza:  rifugio Pedrotti (2491m.) 
Arrivo:  rifugio Brentei (2182 m.) 
Tempo di percorrenza:  3,30 Ore 
Bocchette Centrali
Dal rifugio Pedrotti scendere lungo una cengia, proseguendo fino alla Bocca di Brenta (sentiero n° 318) che si raggiunge dopo una breve salita,
e da dove si gode uno splendido panorama su tutta la Val Brenta.
La via ferrata inizia dopo essere scesi per 50 metri lungo quello che resta di un ghiacciaio ormai in fase di ritiro.
Superare la prima scala e ci si trova nel mezzo della parete della Cima Brenta Alta su una stretta cengia. 
Facendo molta attenzione ai tratti bagnati, superare alcune strozzature del sentiero larghe 
non più di 40 centimetri, raggiungendo attraverso gradini di roccia parzialmente attrezzati a uno spiazzo con croce di ferro. 
Di fronte si erge la possente mole del Campanile Basso, con le sue vertiginose pareti percorse dalle 
più note e ambite vie d'arrampicata dell'intero gruppo. 
Dopo una breve, ma non facile discesa (prestare attenzione in presenza di ghiaccio), si arriva alla 
Bocchetta del Campanil Basso dove termina il tratto del sentiero dedicato a Otto Gottstein.
Passare sul versante orientale per il sentiero Arturo Castelli, dove si attraversa prima una piccola gola, poi per gradini rocciosi si supera una 
breve spalla alla base della Sentinella, per arrivare infine alla spalla meridionale del Campanile Alto. 
Percorrere l'intera parete Est di questa cima traversando su terreno a volte molto esposto, e congiungendosi col sentiero 
Carla Benini de Stanchina che prosegue al di sotto delle Punte degli Sfulmini, fino alla spalla orientale della Torre di Brenta. 
Qui inizia il sentiero Bartolomeo Figari che segue un'esposta cengia orizzontale per la quale si 
raggiunge il lato settentrionale della Torre di Brenta. 
Scendendo parecchie scalette si arriva alla Bocca degli Armi e successivamente attraverso la 
Vedretta degli Sfulmini a una biforcazione del sentiero. 
Lasciando a destra il sentiero Umberto Quintavalle, che è l'inizio della Via della Bocchette Alte,  
proseguire diritti fino ai rifugi Alimonta e Brentei (sentiero n 323). 
ore 3,30 circa.
SOSAT
Partenza:  Rifugio A. Alimonta (2580 m.) 
Arrivo:  Rifugio Tuckett (2272 m.) 
Tempo di percorrenza:  2,30-3 ore 
Questo sentiero costituisce il raccordo con il sentiero centrale delle Bocchette. 
Dal rifugio seguire in discesa il sentiero n° 323 aggirando verso destra la base dei Gemelli, 
due caratteristici torrioni di roccia sulle cui pareti corrono delle frequentate scalate, ignorando la diramazione sulla destra per la 
via ferrata Oliva Detassis.
Proseguire a sinistra lungo facili gradoni fino a incrociare il sentiero SOSAT, sotto la Cima Mandron a circa 2390 m e, 
abbandonato il sentiero n° 323, seguire a destra il n° 305/bis che, dopo un breve tratto pianeggiante, attacca la prima scala metallica. 
Salendo si arriva a una grande cengia che attraversa la parta meridionale della Punta di Campiglio e, proseguendo per essa, raggiungere 
infine a una bassa sporgenza della roccia da superare. 
Il sentiero diventa sempre più stretto entrando verso nord in una gola che si scende con scala metallica fino a un grande blocco di roccia.
Proseguendo attraverso strette, ma attrezzate cenge, salendo per numerose scale, si raggiunge una piattaforma sulla parete opposta. 
Il sentiero prosegue in piano fino a raggiungere una pietraia, attraversata la quale dirigersi lungo il 
versante nord della Punta Massari, in direzione della Vedretta di Brenta Inferiore (o di Tuckett ) e quindi al Rifugio Tuckett.
ore 2-2,30 circa
Arrivo:  rifugio Pedrotti (2491m.) 
Tempo di percorrenza:  3,30-4-ore
Sentiero O. Orsi
Questo favoloso itinerario che attraversa uno degli angoli più suggestivi del gruppo parte dal rifugio 
Tuckett.
La traccia si snoda attraverso un terreno detritico, ai piedi della Vedretta di Brenta Inferiore e risale senza difficoltà fino alla 
Bocca del Tuckett (2648 m).
A sinistra parte il sentiero Benini, mentre a destra quello delle Bocchette Alte. 
Proseguire oltre costeggiando sulla sinistra la Cima Sella e scendendo per un canale nevoso verso la testata della VaI Perse.
Il sentiero diventa pianeggiante e raggiunge un blocco di roccia dove gira a destra 
(proseguendo diritto si raggiunge il rifugio Croz dell'Altissimo e quindi Molveno).
Proseguire in salita e poi in piano passando sotto le pareti della Cima Brenta per poi percorrere la cengia 
attrezzata con corde fisse della "Sega Alta". 
Dopo aver superato ripidi canali raggiungere la spalla rocciosa a quota 2510 m che si protende a est verso il 
Naso dei Massodi (2527 m).
Da qui si può gustare un panorama meraviglioso sulla Val Perse e sulle caratteristiche torri che circondano il circo glaciale del 
Castel Alto dei Massodi.
Il sentiero raggiunge attraverso un facile percorso il Castelletto dei Massodi da dove si scorge il Campanile Basso.
Per enormi blocchi franati raggiungere sotto il versante orientale della Cima Brenta Alta, da dove scendere con numerose serpentine verso il 
canalone che proviene dalla Bocca di Brenta per poi risalire e innestarsi nel sentiero che da Molveno porta prima al piccolo rifugio Tosa e quindi al 
rifugio Pedrotti. 
Ore 3,30-4 circa
Sentiero Castiglioni 
Partenza:  rifugio Silvio Agostini (2410 m.) 
Arrivo:  rifugio XII Apostoli (2489 m.) 
Tempo di percorrenza:  2,30 ore 
Dal rifugio Agostini andare verso nord in direzione della Cima d'Ambiez per circa 15 minuti, per poi imboccare a sinistra il sentiero Ettore Castiglioni 
(targhetta sulla roccia).
Dopo alcune svolte raggiungere un piccolo circo glaciale incastonato fra ripide pareti da dove, per scale metalliche, si 
sale verticalmente la parete orientale della Cima d'Agola. 
L'Alta Via prosegue con corde metalliche e pioli di ferro fino a un ponte sospeso, attraverso il quale si giunge a una fessura superata da una scaletta 
leggermente strapiombante.
Sempre per rocce attrezzate si arriva alla Bocchetta dei Due Denti da dove si domina la grandiosa conca detritica. 
Proseguendo verso nord-ovest scendere in questa conca, prestando attenzione a non smarrire le tracce di sentiero e le segnalazioni, fino al rifugio XII 
Apostoli.
Ore 2,30 circa.
Sentiero Brentari
Partenza:  Rifugio Pedrotti (2491m.) 
Arrivo:  Rifugio Silvio Agostini (2410 m.) 
Tempo di percorrenza:  3 ore circa 
Dalla cappella nei pressi del rifugio Pedrotti, per una piattaforma carsica portarsi a sinistra verso il lato meridionale della Cima Brenta Bassa.
Scendere per breve tratto e quindi procedere in piano oltrepassando i due bivi (n° 320 e 
320/bis) del sentiero Elio Palmieri, entrambi diretti al rifugio Agostini. 
Proseguire costeggiando la base delle pareti di Cima Margherita, per poi iniziare a salire per terreno ghiaioso dominato 
dal Massiccio della Tosa.
Attraversare un enorme circo glaciale procedendo a sinistra fino a una larga spalla dove inizia la via ferrata. 
Superato un piccolo ponte sospeso, che porta a due scale, e un breve tratto pianeggiante, si oltrepassa la Punta dell'Ideale. 
Per numerose scale e corde metalliche, scendere alla Vedretta d'Ambiez (attenzione ai crepacci laterali). 
Sul ghiacciaio il sentiero si biforca: a destra il sentiero dell' Ideale (n° 304) porta al rifugio XII Apostoli: a sinistra i sentiero Brentari attraversa la 
vedretta in direzione delle pareti della cima d'Ambiez, per poi scendere verso sud e raggiungere il rifugio Agostini.
3 ore circa
Sentiero Benini
Partenza:  passo del Grostè (2242 m.) 
Arrivo:  Rifugio Tuckett (2272 m.) 
Tempo di percorrenza:  Ore 4 
 
Dalla cabinovia proveniente da Campo Carlo Magno puntare alla base settentrionale della Cima del Grostè (2901 m) da dove il sentiero conduce in 
leggera salita sul suo versante est. 
A quota 2600 m. inizia la via ferrata (targa in bronzo) che prima gira attorno alta Cima del Grostè fino alla Bocchetta dei Camosci (2784 m), per 
proseguire poi su una cengia a tratti stretta, ma ben attrezzata, attraverso i pendii orientali del Campanile dei camosci e della Cima Falkner 
(punto più alto 2910 m). 
Scendere 100 metri circa aiutandosi con corde metalliche per raggiungere una cengia detritica che conduce a un punto molto 
panoramico dalla Val Perse fino alla vetta della Cima Brenta. 
Proseguire sul lato orientale della cresta fino alla Vedretta di Vallesinella Superiore che si attraversa fino al suo termine. 
Da qui, seguendo il sentiero Bruno Dallagiacoma (n° 315), raggiungere il rifugio Tuckett passando a destra del Castelletto Superiore (2700 m) e poi 
scendendo per roccette attrezzate con corde fisse.
4 ore
Sentiero dell' Ideale
Partenza:  rifugio Silvio Agostini (2410 m.)
Arrivo:  rifugio XII Apostoli (2489 m.)
Tempo di percorrenza:  2 ore 
       
Il sentiero n°358 porta sulla Vedretta d'Ambiez per poi proseguire fino alla Bocca d'Ambiez (2871 m), che separa la Cima d'Ambìez dalla Cima Tosa. 
Scendere per il salto di 70 metri, attrezzato dalla Sat nel 1999 con pioli metallici e corde fisse, che porta alla Vedretta dei Camosci. 
Da qui si può scendere al rifugio Brentei seguendo a destra dopo una biforcazione (sentiero n° 327), 
o proseguendo a sinistra salire per gradoni rocciosi alla Bocca dei Camosci (2784 m). 
Ora il sentiero scende attraverso ghiaie fino al piccolo rìfugio XII Apostoli.
Ore 2 circa
Sentiero Costanzi
Partenza:  Rifugio Graffer al Grostè (2261 m.) 
Arrivo:  rifugio Peller (2022 m.) 
Tempo di percorrenza:  10-11 ore 
Percorrere il sentiero che dal rifugio Graffer al Grostè sale il lato occidentale della Pietra Grande (2935 m) per poi attraversare, in direzione 
nord, un circo glaciale fino a una sporgenza rocciosa della Cima Vagliana superata la quale il sentiero gira a destra verso la Bocchetta dei Tre Sassi 
(2614 m) per poi salire al Passo di Val Gelada (2686 m). 
Raggiungere la cresta del Sasso Alto (2890 m) percorrendo un ripido canalone detritico e un costone 
roccioso aiutandosi con scale e corde metalliche per poi proseguire in cresta fino alla Cima Sassara (2894 m) dopo la cui vetta si incontra il bivacco 
Bonvecchio (capienza 6 persone) posto a quota 2790 m. 
Sempre lungo la cresta toccare la vetta della Cima Paradiso (2838 m), la Cima Rocca (2824 m) e la Cima delle Livezze (2780 m), e infine la sommità della Cima del 
Vento (2761 m) dalla quale si inizia a scendere per poi risalire verso la Cima Tuena (2685 m).
Dopo aver attraversato il Monte Benon (2687 m) scendere al Passo di Pra Castron (2502 m) da dove è possibile scendere a ovest nella Val Meledrio 
e a est verso il Lago di Tovel.
Al bivio proseguire invece sul sentiero che conduce a una forcella a est del Sasso Rosso (2645 m) la cui sommità può essere 
facilmente raggiunta. 
Scendere ora per i pascoli del Pian della Nana fino al passo della Nana dove poco distante è posto il bivacco Guido Pinamonti 
alla malga Tassulta (2087 m) e per stradina raggiungere il rifugio Peller . 
ore 11 circa
Sentiero Vidi
Partenza:  Passo del Grostè (2242 m.) 
Arrivo:  rifugio Graffer al Grostè (2261 m.) 
Tempo di percorrenza:  2,30-3 ore 
Sentiero dedicato alla guida alpina Gustavo Vidi e tracciato nel 1969. 
Dalla stazione a monte della cabinovia del Grostè salire percorrendo la parte iniziale della cresta della Pietra Grande in direzione nord-ovest per poi 
passare, tramite percorso in parte attrezzato con corde fisse, sul suo lato sud-ovest.
Superare due scanalature che possono risultare ghiacciate e quindi di difficile percorrenza e proseguire in piano 
passando sopra l'Orto della Regina.
Il sentiero Vidi termina in prossimità dello sperone che divide le due conche degli Orti; proseguendo 1 ora in discesa 
sul sentiero n° 336 raggiungere il rifugio Graffer al Grostè. 
Ore 2,30-3 circa