CIMA DEL BANCON         m 2346

La denominazione ha una origine valligiana perché Bancón è il nome dialettale della grande cengia che attraversa tutta la parete Est della Cima e verso Sud forma una grande spalla: lo Spallone del Bancón.

È una delle più importanti cime dei Cantoni di Pelsa e la più meridionale fra quelle che si trovano a destra della Val delle Mede.

Parete ovest    Via normale

250 m, sviluppo 550 m; ore 2;
1°, 2°, passaggi di 3°. Roccia in parte friabile.

Primi salitori:  Emani Faè, Domenico Rudatis, Furio Bianchet e Giovanni Zorzi, 19-8-1931

Dal rifugio Vazzolèr seguire la via 605 fino ad entrare nel canalone compreso tra Torre Venezia e Torre delle Mede.

Si attraversa il canalone, passare sotto la parete est della Torre delle Mede, salire obliquando verso destra, su terreno detritico con erba e mughi, ed entrare nella Val delle Mede.

La si attraversa verso destra, salire per facili rocce e con una traversata orizzontale nella medesima direzione entrare nel Canalone del Bancón (ore 1,30).

Seguire il Canalone, senza difficoltà, fino al punto in cui piega a sinistra, verso la forcella a sud ovest della Cima delle Mede.

Lo si abbandona e poi salire sulla destra, su parete inclinata, superando una successione di bassi gradoni coperti di detriti, in direzione di una depressione della cresta che collega la Cima del Bancón con la Cima delle Mede.

Per raggiungerla obliquare sempre leggermente verso sinistra e nell'ultimo tratto salire per un camino-canale (40 m) con blocchi incastrati e detriti.

Traversare per alcuni metri a destra, salire una paretina e raggiungere la depressione della cresta.

Di qui continuare verso destra fino alla vetta.

Parete Est. 450 m, ore 8 - 12.

Primi salitori:  Armando Da Roit e Robert Gabriel, 24 e 25-8-1953.

Difficoltà: Parete inferiore: 270 m; 3°, alcuni passaggi di 4° e 5°-.

                     Parete superiore: 160 m, sviluppo 210 m;

                    4°, 5°, 6°-, A2, A3.

                    Cresta terminale: 20 m; 2°.

Coefficiente Difficoltà: 2312   Coefficiente Globale: 2658

(5*3)+(5*0,5) +(10*8) +(5*8)+(5*18) +(10*14)+(10*18) +(20*3) +(25*0) +(10*8)+(5*20) +(15*8) +(15*8)+(20*6) +(10*3) +(15*3)+(15*6) = 2312

Rischio: R3

I primi salitori hanno usato circa 100 chiodi e 3 cunei.

La parete Est è attraversata in tutta la sua larghezza, a circa 3/5 della sua altezza, da una grande cengia detritica, il Bancón.

La parte inferiore della parete è inclinata e costituita da roccia molto buona e non molto difficile.

La parte superiore, verticale o strapiombante, con roccia talvolta molto compatta, talvolta friabile, presenta difficoltà estreme e molto concentrate.

Qui viene riportata la relazione di Walter Philipp  che assieme a Richard Blach ha ripetuto la via il 21-8-1959.

Questi ripetitori hanno usato in totale 53 chiodi (38 C e 15 CF) e 3 cunei, compresi quelli trovati in parete (12 C, 2 CF e 2 cunei).

Tempi: 11 ore dalla grande cengia (Bancón) fino alla vetta.

Dal rifugio Vazzolèr portarsi fin sotto la parete est della Cima del Bancón e con una deviazione a sinistra raggiungere l'attacco, a destra di uno zoccolo che costituisce la parte più bassa della parete stessa (ore 0,45).

Salire prima leggermente verso sinistra, poi verso destra ed infine quasi in verticale fino a raggiungere la grande cengia (270 m; 3°, alcuni passaggi di 4° e 5°-).

Il percorso in questo tratto non è obbligato e sono possibili numerose varianti.

Raggiunta la cengia, proseguire su questa obliquamente a sinistra fino alla base di un camino obliquo verso sinistra.

1) 10 m (4°, 3°). Salire il camino fino al suo termine (1 CF).

2) 10 m (5°; 2 C). Proseguire su una placca e per una breve fessura raggiungere una cengia, sotto un forte strapiombo giallo.

3) 10 m (A2, A3 e 5°; 6 C, 1 cuneo). Salire a destra un basso gradone, superare uno strapiombo e per una corta fessura raggiungere una nicchia. PF piccolo (2 CF).

4) 10 m (A2 e 5°; 2 C, 1 cuneo). Uscire a destra, salire in verticale su una placca compatta, lungo una sottile fessura, e raggiungere una cornice (3 CF).

5) 20 m (6°-, A2, 5°, 3°; 14 C). Traversare verso sinistra (5 m; 6°-; 5 C), salire su placche molto compatte e, obliquando leggermente verso destra, raggiungere una cornice (15 m; A2 e 5°; 9 C) su cui si traversa a destra (8 m; 3°). (2 CF).

6) 20 m (4°, un passaggio di 5°; 1 C). Salire in obliquo verso destra fino a una grande cengia. (1 CF).

All'estremità destra della cengia si trova un ottimo posto per bivacco, protetto da un tetto.

7) 25 m. Traversare sulla cengia verso destra.

8) 15 m. (A2 e 5°; 9 C). Superare uno strapiombo seguendo inizialmente una fessura, salire verso sinistra e  raggiungere un terrazzino (1 CF) nel camino poco marcato e obliquo a sinistra che permette di proseguire la salita e porta in cresta a nord della vetta.

9) 15 m (5°; 3 C). Seguire il camino, superando due strapiombi, e raggiungere un posto di sosta (2 CF).

10) 35 m (5°- e 5°; 1 cuneo). Salire per il camino, obliquamente a sinistra, fino a una rientranza della parete (1 CF).

11) 10 m (4°). Salire sulla destra fino a un posto di sosta (1 CF).

12) 30 m (4°, 5°-, 4°, 3°; 2 C). Traversare a sinistra (6 m; 4°, un passo di 5° -; 1 C) e salendo obliquamente a sinistra raggiungere la cresta della Cima del Bancon (4°, 3°, 1C), e da lì la vetta.

Discesa

632 m fino al rifugio Vazzolèr, ore 2; 1°, 2°, passaggi di 3°.

Dalla vetta scendere sul versante occidentale per 12 m, traversare per 20 m su una cengia verso destra (idr.) per raggiungere la cresta, che si segue per circa 70 m fino a una forcella poco marcata.

Abbandonare la cresta, scendere sul versante occidentale su una paretina, traversare per alcuni metri a sinistra e  raggiungere la testata di un camino-canale con blocchi incastrati e detriti.

Lo si segue e, dopo 40 m, continuare la discesa, obliquando leggermente verso sinistra (idr.) su facili gradoni coperti di detriti, fino a raggiungere il Canalone del Bancón.

Continuare facilmente la discesa per questo fino al punto in cui presenta un salto.

Uscire a destra (idr.) e traversare in discesa verso la Torre delle Mede.

Traversare la Val delle Mede e raggiungere la base della parete Est della suddetta Torre.

Scendere brevemente su ripido terreno detritico, in parte erboso, entrare nel canalone compreso tra Torre Venezia e Torre delle Mede e si incontra la via di discesa della Torre Venezia fino a raggiungere il rifugio Vazzolèr.

SPALLONE DEL BANCÓN         m 2275

È la grande spalla meridionale della Cima del Bancón, formata dalla grande cengia che attraversa tutta la parete est della Cima stessa.

La denominazione è di origine valligiana perché Bancón è il nome dialettale della suddetta cengia.

Primi salitori:  Giorgio Redaelli, Adriano Trincavelli ed Ezio Molteni, 1968

Difficoltà:   Parete est   300 m, sviluppo 462 m, ore 33 (tempo dei primi salitori).

5°, 6°, A1, A2, A3

Coefficiente Difficoltà: 2874   Coefficiente Globale: 3305

(20*0,5) +(15*0,5)+(15*3) +(40*3) +(60*0,2) +(10*3)+(20*0) +(25*8) +(40*18) +(15*20) +(20*16) +(10*16)+(15*3) +(10*0) +(15*3) +(15*18) +(25*19) +(30*3) +(35*0,5) +(35*0,2) = 2874

Rischio: R3

Roccia in parte friabile. 170 chiodi: 150 C e 20 CE; 25 cunei.

La parete è rimasta quasi totalmente chiodata.

Relazione di Giorgio Redaelli.

Dal rifugio Vazzolèr raggiungere la base della parete Est, che presenta al centro un grande pilastro.

Attaccare sulla sinistra di questo pilastro (ore 0,30).

1) 20 m (3°). Salire per un camino obliquo a sinistra. PF comodo.

2) 30 m (3°, 4°). Continuare per il camino, che si restringe, fino alla sua fine. Salendo su una parete di roccia molto rotta e instabile, alta circa 12 m, raggiungere una cengia. PF comodo.

3) 38 m (4°). Traversare, senza difficoltà, verso sinistra (11 m) e poi salire lungo un diedro obliquo a sinistra, fino alla sua fine (27 m; 4°). PF comodo.

4) 30 m (2°). Salire in obliquo a destra. PF comodo.

5) 30 m (1°, 2°). Traversare a destra. PF comodo.

6) 30 m (1°, 4°). Traversare a destra (12 m; 1°), salire per una fessura (12 m; 4°) formata da una placca appoggiata alla parete e poi seguire una cengetta verso destra fino alla sua fine.

Da qui iniziano le difficoltà.

7) 24 m (5°, A1). Salire in verticale fino a un terrazzino (20 m) e continuare (4 m) fino a un altro terrazzino aereo, posto sulla sinistra e inclinato verso il vuoto. PF scomodo.

8) 28 m (A1). Salire verticalmente (10 m), superare un tetto, continuare in obliquo verso destra (10 m) e poi traversare ancora verso destra (8 m), tra due placche non molto sicure. PF non molto comodo.

9) 10 m (A1). Salire diritto per 10 m fino a un terrazzino abbastanza comodo. 1° bivacco dei primi salitori (discreto).

10) 15 m (A1, A3). Salire fin sotto uno strapiombo di 3 m, superarlo direttamente e proseguire per alcuni metri. PF sulle staffe.

11) 17 m (6°, A1). Traversare a destra per 6 m e poi salire in obliquo a sinistra.

12) 25 m (6°, 4°). Salire obliquamente a sinistra, su rocce molto friabili, fino a una cengetta. PF comodo.

13) 10 m (1°). Traversare a sinistra per 10 m. 2° bivacco dei primi salitori (discreto).

14) 15 m (3°, 4°). Seguire la cengetta fino alla sua fine e, salendo obliquamente a sinistra, raggiungere la base di un pilastro che, appoggiato alla parete, forma un diedro non chiodabile per la sua friabilità.

15) 15 m (A1). Salire sulla parete destra del diedro e con una traversata di 2 m verso sinistra raggiungere la cima del pilastro, ottimo posto per bivacco.

16) 25 m (A1, A2). Salire in obliquo verso destra fino a 2 m sotto un tetto, traversare a destra e raggiungere la base di un camino-fessura. PF scomodo.

17) 30 m (4°). Seguire il camino.

18) 35 m (3°). Salire obliquamente verso destra.

19) 35 m (2°). Proseguire obliquando verso destra e poi diritto alla cima dello Spallone.