2° PILASTRO TOFANA di ROZES (2807 m)
SPIGOLO SUD-OVEST Via Costantini – Ghedina
Primi Salitori: E. Costantini, L. Ghedina; settembre 1946
Difficoltà: TD +; passaggio di 6°- Coefficiente Difficoltà: 3374/2680 Coefficiente Globale: 4048/3216
(45*5) +(40*3) +(50*0,5) +(35*2) +(80*6) +(50*16) +(40*14) +(35*6) +(40*8) +(35*0,5) +(50*8) +(110*0,7) +(100*0,2)+(100*0,5) = 3374 810m.
(40*5) +(40*3) +(20*5) +(40*3) +(45*6) +(45*3) +(40*10) +(25*16)+(15*10) +(50*8) +(50*3) +(15*2)+(15*5) +(35*3) +(50*0,5) = 2680 525m. + 200m.
Dislivello: 450 metri;
Sviluppo: oltre 500m.; 12 lunghezze di corda più un tratto finale facile
Rischio: R4
Materiale: 10 rinvii e qualche cordino per le clessidre nella parte alta della via.
Punto di appoggio: Rifugio Dibona - 0436 860294
ACCESSO GENERALE
Da Cortina salire in auto verso il Passo Falzarego, superata la frazione di Pocol; dopo alcuni
tornanti,si incontra sulla destra il bivio (indicazioni) da dove parte una strada che sale
al rifugio Dibona, ai piedi della Tofana di Rozes.
Dal rifugio Dibona raggiungere con sentiero la base della parete e l'evidente spigolo sul margine sinistro del secondo pilastro.
ACCESSO
Raggiungere con sentiero dal rifugio Dibona, la base del pilastro (45 minuti ), entrare nel canale dietro lo spigolo, salirlo per un pò, ritornare oltre lo spigolo stesso lungo una cengia.
La via attacca in un diedro obliquo a sinistra.
CENNO GENERALE
La via è abbastanza frequentata; supera con difficoltà contenute lo spigolo sinistro del 2° Pilastro e si svolge su roccia sana per le prime 5 e le ultime 4 lunghezze di corda e buona invece nelle altre lunghezze.
La via è ben chiodata, comprese le soste; fino alla cengia che precede la traversata di difficile individuazione e non da sottovalutare.
La via si svolge inizialmente lungo dei diedri sul filo arrotondato dello spigolo, si porta poi verso destra per tornare più in alto a sinistra dopo aver evitato una prima fascia strapiombante.
Da un terrazzo si ritorna verso destra per evitare un primo tetto, traversa quindi decisamente a sinistra passando sopra al primo e sotto ad un secondo tetto giallo molto evidente; oltrepassato a sinistra lo spigolo, segue dei canali interrotti da strapiombi, fino ad uscire sulle ghiaie del grande canalone superiore che porta alla forcella tra il Pilastro e il resto della parete.
Le difficoltà sono di 4° e 5°, un passo di 6°-.
La parte più impegnativa della salita è nelle lunghezze centrali, dove si passa tra i due grandi tetti gialli di metà parete.
In questo tratto ci sono numerosi chiodi e cordini, alcuni dei quali fuori dal percorso che possono indurre in errore.
Meno bella e meno difficile della adiacente via Costantini-Apollonio merita comunque una ripetizione.
ATTACCO
Portarsi alla base sinistra del Pilastro per il sentiero n. 442, salire un pò nel canale per prendere una cengia che aggira verso destra lo spigolo e porta all'attacco alla base di un diedro obliquo verso sinistra.
SALITA
1-2) Salire verso una macchia gialla, evitarla a sinistra e sostare alla base di un marcato diedro grigio, evidente dalla base (50 m. 1°, 2°, 5°).
3-4) Salire il diedro per 40 metri (5°-), poi uscire a destra su dei gradini (20 m. di 4°).
5) Attraversare in orizzontale a destra (30 m. di 4°).
6-7) Salire lo spigolo di una placca, obliquare a destra fino ad una comoda terrazza.
Salire direttamente per placche grige e fessure, fino ad una zona più articolata, sotto un grande tetto giallo. (25 m. di 4°+ e 30 m. di 5°).
8) Salire una placca gialla fin sotto ad una fascia di tetti (20 m. di 4°).
9) Traversare a destra fino dove è possibile e poi salire direttamente, raggiungendo una grande cengia, sormontata da un grande tetto (30 m. di 5°+ e 6°).
10) Tiro chiave della via.
Andare a sinistra per 15 m., poi salire un diedro-fessura per altri 10 m., quindi ancora a sinistra aggirando lo spigolo.
Sostare alla base di un diedro (40 m. di 5°+ e 7°-).
11) Salire il diedro per 20 m., poi andare a sinistra ad una sosta, 25 m. di 5°+.
12) Proseguire direttamente per 70 m., per salti e fessure fino a una comoda cengia presso un colatoio che incide lo spigolo del pilastro.
13) Salire il colatoio per 35 m., fino sotto un salto strapiombante.
14) Scalare direttamente il salto a sinistra, poi proseguire sulla parete sinistra del colatoio (25 m. di 5°+ e 7°-).
15) Traversare facilmente a sinistra per delle fessure e dei gradoni, superare un risalto, raggiungere un canalone detritico (neve possibile).
16) Continuare, scegliendo la via migliore, fino a raggiungere la spalla dove esce la via Costantini-Apollonio (30 m. di 3° con un passo di 4°+).
17) Seguendo questa via raggiungere la forcella poco sotto alla cima.
Da qui si può iniziare la discesa.
COMMENTI
Via molto bella ed estetica nella prima parte, più da ricerca dopo il traverso.
Il tiro chiave è caratteristico ed esposto.
Il tratto più impegnativo della via è costituito dalle tre lunghezze che superano, proprio nel mezzo, i due caratteristici tetti gialli e squadrati a metà altezza dello spigolo ed in particolare dalla traversata a sinistra.
Roccia quasi sempre ottima, in parete ci sono circa 25/30 chiodi di progressione per quasi 600 m. di via, ricca di ancoraggi naturali (clessidre, fessure, spuntoni), qualche friend e alcuni cordini sono essenziali.
Via di logica alpinistica, (attenzione ai traversi, ci sono molte varianti con chiodi e cordini; sul tiro chiave si può anche uscire in alto a sinistra, dove c'è una sosta con 2 chiodi).
Monotona dopo i tetti e quando si va a sinistra dello spigolo.
Attenzione ai sassi nella parte finale della rampa-colatoio.
Da dove finisce la via bisogna stare attenti, in quanto gli ometti sono un pò "nascosti", e potrebbe succedere di perdersi.
In tarda stagione e all'inizio dell'estate i canali superiori possono essere bagnati o ghiacciati.
DISCESA
Si va per cengia verso la punta Manietta, scendere poi per ghiaie e gradoni per prendere un esposto sentiero di guerra che su cengia aggira alla base la Punta Marietta.
Seguendo gli ometti in mezzo a grandi massi, raggiungere il rifugio Giussani.