RELAZIONE Via DIBONA al PIZ da LECH
PIZ DA LEC DE BOE' 2908 m. - Parete Ovest - Via Dibona-Rizzi
Arrampicata lunga, assai bella e non troppo difficile su una grande parete solitaria, altissima sulla Val de Mesdì,
in un ambiente bellissimo, di grande respiro e impegno fisico, considerando l'avvicinamento, la risalita dello
zoccolo e rientro, specialmente in periodo di chiusura degli impianti di risalita del Vallon.
L’arrampicata si svolge principalmente su fessure e camini, sul margine sinistro della regolare parete ovest.
Una larga cengia taglia la parete orizzontalmente a metà altezza.
Il suo limite destro (Sud) può essere raggiunto su terreno, per lo più facile, dell'avancorpo e con una arrampicata di altri 100 m. sul massiccio vero e proprio.
Seguire poi la cengia a sinistra arrivando ad un sistema di camini sullo spigolo.
Seguendo questi camini raggiungere un largo terrazzo e alla fine, per un altro breve camino gradinato a destra, uscire sugli scaglioni sommitali.
La parte inferiore è abbastanza spigolosa, dopo la cengia invece la roccia è ottima e si incontrano le difficoltà principali.
Ci sono pochi chiodi, ma l'assicurazione con dadi o friends e cordini è possibile quasi dappertutto.
La salita ha solo un valore storico, è complicata soprattutto nel descriverla e pertanto do 3 descrizioni.
Primi salitori: Angelo Dibona e Luigi Rizzi, con Guido e Max Mayer, 1 agosto 1911
Difficoltà: D (passi di IV+), in prevalenza 2°-3° Coefficiente Difficoltà: 142 Coefficiente Globale: 149
(15*0)+(20*0,5) +(20*0,2)+(20*0) +(38*0,2) +(18*0,5)+(18*0,2) +(38*0) +(40*0) +(20*0,2)+(15*0) +(25*0,5)+(18*0)
+(38*0) +(10*0)+(10*0,2) +(20*0,2)+(8*2) +(15*0,2)+(20*0,5) +(15*0,2)+(20*0,5) +(20*0)+(18*0,2) +(20*0,2)+(20*0,5)
+(30*0) +(17*0,2)+(17*0,5) +(18*0,5)+(17*0,2) +(10*0)+(10*0,2) = 142
Lunghezza: 500 m. circa, totale 700 m.
Sviluppo: 900 m.
Rischio: R1
Tempi: 5-7 ore, totale 10 ore
Materiale: cordini, dadi, friends e 3 – 4 chiodi (qualche sosta non attrezzata, poche sicure intermedie).
Roccia: generalmente buona; qualche tratto mediocre negli ultimi tiri Punto d’appoggio: Rifugio F. Kostner, m 2550, CAI, posti 35 (senza locale invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 368 27 79 54.
ACCESSO
Lasciare l'auto presso la pensione Lujanta, nella parte alta di Colfosco,
raggiungere per prati il sentiero 651 per la Val de Mesdì.
Seguono un paio di bivi e scegliere sempre l'indicazione Val de Mesdì-Boè-Pisciadù (651).
Dopo circa 1 ora, ad un nuovo bivio, lasciare a destra il sentiero per Pisciadù e
procedere sempre diritti per la Val de Mesdì.
Continuare a salire, finché appare, sulla sinistra, una immensa caverna.
Più avanti si presenta lo zoccolo che sostiene la parete del Piz da Lec.
Quando il sentiero passa vicino a degli enormi blocchi caduti,
lasciarlo e salire a sinistra per il grande ghiaione che scende dalla Forcella Moser,
tra il Piz da Lec e il Sasso delle Dieci.
Attraversare il canale davanti allo zoccolo e portarsi in corrispondenza delle rocce
(I e II), circa alla metà, dove il suo fianco occidentale si presenta appoggiato e lavorato.
Da Colfosco ore 2.
ATTACCO
Salire per le rocce dello zoccolo in obliquo a sinistra, ma senza passaggi obbligati, per un centinaio di metri.
A un certo punto, raggiunta una piccola nicchia gialla, superare il caminetto
alla sua destra (15 m, II+) e al suo termine traversare 3 m. a sinistra (passo III-),
portandosi così sullo zoccolo.
Procedere per un pò sullo zoccolo, poi quando si raddrizza in torrione,
abbandonarlo per un piccolo passaggio in basso a sinistra che consente di
raggiungere la forcella tra lo zoccolo e il corpo principale del Piz da Lec (ometto).
Legarsi e superare la paretina opposta al punto da cui si è scesi (8
m, III+).
Continuare per 3 camini-canale successivi (I e II) in obliquo
verso destra (in alto a sinistra un caratteristico
foro di 1 m. di diametro).
Si raggiunge così la grande terrazza inclinata alla base della parete vera e propria del Piz da Lec.
Salire in obliquo verso sinistra per ghiaie, facili gradini e cenge di
roccia, fino a portarsi all'estremità sinistra della parete.
(dall'attacco ore 1.20 circa)
Circa 40 m. prima dello spigolo seguire una piccola rampa che, salendo da destra a
sinistra, porta a una serie di piccole cenge, sovrastate da piccoli strapiombi gialli.
Raggiungere con la rampa (I e II+) una prima cengia rocciosa e sostare a
un ch. in una fessura verticale.
1)
Raggiungere una seconda cengia e andare qualche m. a sinistra sotto una fessura tra due piccoli strapiombi.2)
Salire ad una quarta cengia, sotto una parete priva di protezione.3)
Risalire a destra dei blocchi in un camino, poi uscire a sinistra e salire su una piccola cengia con 1 ch. in una fessura orizzontale. (28 m, III)4)
Traversare a destra (3 m. in alto), sulla continuazione del camino precedente ora ripido.(35 m, IV e passo IV+)
5)
Proseguire per una rampa e un caminetto verticale strapiombante, fino ad un ch. ad anello (50 m, III e III+).6)
Salire ancora diritto per pareti e caminetti. (50 m, III+)7)
Scalare dei facili gradoni che portano alla terrazza che circonda la piramide sommitale della montagna (30 m, Il e I).8)
Percorrere per 20 m. a destra una cengia, fin sotto un piccolo camino che in alto strapiomba.9)
Superare il camino (III), salire in obliquo a destra per balze fino a un ch. di sosta, 2 m. prima di un secondo camino(30 m, III e II).
10)
Salire il camino, poi ancora diritti, alla cima (35 m, III+ e II).Dall'attacco ore 5-7.
(relazione 1997)
DISCESA
Scendere, sul lato opposto a quello salito, per balze ghiaiose con sentiero
(n° 646) e una scaletta su un piccolo balzo, fino alla stazione superiore della
seggiovia (2553 m.) che porta alla cabinovia del Boè (2198).
Da qui, o si torna a Colfosco per il sentiero (500 m. di dislivello), oppure, scendere
con la cabinovia a Corvara e prendere poi il pullman per Colfosco.
Dalla stazione superiore della seggiovia circa 1 ora.
2° descrizione della Salita
1) Rimontare le roccette dell’avancorpo senza via obbligata, puntando alla schiena dell’avancorpo stesso.
Raggiunta la schiena, risalirla fin dove è interrotta da un salto di rocce gialle. 80 – 100 m; 1° e 2°.
2) Subito a destra del salto giallo salire una fessura-diedro (10 m, 3°), finché è possibile riportarsi sulla schiena dell’avancorpo (10 m, 3°),
portarsi circa 30 metri sotto la sommità dell’avancorpo (10 m, 1°), ometto. 30 m; 3° e 1°.
3) In leggera discesa per roccette arrivare al canale che separa l’avancorpo dalla montagna (15 m, 1° e 2°), risalire camminando alla forcella fra il monte e l'avancorpo (20 m, 0°). 35 m; 1° e 2°.
4) Dalla forcella scalare una paretina sulla destra che permette di portarsi sulle rocce del Piz da Lech; 10 m, 3°, un passo di 3°+).
15 m; 3°, pass. 3°+, poi 1°.
Risalire una serie di canaletti che tendono a destra per facili rocce fino ad arrivare alla grande cengia detritica che fascia a metà altezza la montagna
(80 m, 1° e 2°).
Percorrerla senza difficoltà per ghiaie e roccette in leggera salita verso sinistra,
fino a portarsi al margine sinistro della parete Ovest del Piz da Lech (200 m, pass. di 1°).
Qui si scorge un diedro formato da un pilastro addossato alla parete, a sinistra del quale vicino al margine della parete
sale un sistema di fessure e caminetti che portano verso la cima.
La via si svolge lungo questa direttrice.
5) Salire il diedro scuro che dopo una breve rampa-fessura sale decisamente verso sinistra e porta sotto un sistema di fessure e camini. 300 m. circa; 1°, 2° e lunghi tratti elementari.
6) Scalare la fessura in diagonale a sinistra (15 m, 2°, passo di 3° all’inizio, 1C), traversare poi in orizzontale a sinistra fino a sotto
alla bassa fascia strapiombante giallo-nera (10 m, 2°).
Sosta a un chiodo su una fessura verticale. 25 m; 1°, 2°, passi di 3°; 1C, 1CF.
7) Andare un pò a sinistra sotto la fascia strapiombante (5 m, 2°) e scalarla (3 m, 4°+, 1C).
Sulla cengetta soprastante traversare ancora verso sinistra (7 m, 1°) portandosi sotto un'altra fascia strapiombante.
Salirla (3 m, 4°, 1C) fino ad un terrazzino con due chiodi di sosta (10 m, 3°).
30 m; 3°, 4°, un passo 4°+; 3C, 2CF.
8) Salire alla soprastante cengia e puntare verso l’alto.
Questo tratto, sempre lungo il sistema di fessure e camini che dà la direttrice della salita, può
essere superato direttamente in verticale per rocce lavorate nere (4°, pass. 4°+), oppure un pò a sinistra per fessure superficiali più proteggibili (25 m, 4°, 1C).
Alla fine comunque si ritorna sulla verticale della sosta sottostante, fino ad un altra cengia con grossi massi e spuntoni (15 m, 4°, 1C), dove si sosta.
40 m, 4°, 2C.
9) Proseguire diritto verticalmente, prima per rocce appoggiate e lavorate (15 m, 4°-) e poi lungo un camino verticale.
Superare il camino, con qualche leggero strapiombo, fino a raggiungere un’altra comoda cengia dove si sosta (utili i chiodi); (20 m; 4°, qualche pass. di 4°+; 1D, 1C).
35 m; 4°, pass. 4°+; 1D, 1C.
10) Continuare diritto lungo dei caminetti successivi (3° e 3°+, ma con roccia un pò friabile)
o lungo delle rocce lavorate e una fessura a sinistra dei caminetti stessi (4°, qualche passo 4°+ con roccia ottima),
fino ad un terrazzino con 2C di sosta.
50 m; 3°+, 4°; 2CF.
11) Proseguire come nella lunghezza precedente fino ad una cengia dove la montagna perde la sua ripidezza.
55 m; 3° e 4°.
12) Continuare per rocce più facili ed appoggiate fino ad una grande cengia sotto l’ultima parte della salita; sosta su spuntone.
(Da qui si può scendere a sinistra per la grande cengia e raggiungere, con lunga discesa per ghiaie e roccette prima e per erba poi, la stazione della funivia del Boè).
35 m; un pass. 3° all’inizio, poi 2°.
13) Percorrere verso destra la cengia, salire alcuni facili gradini di roccia, fino a raggiungere la base di un caminetto stretto e profondo.
25 m; 1°.
14) Superare il caminetto con un leggero strapiombo (5 m, 4°, roccia mediocre), poi andare in diagonale a destra per rocce articolate, fino sotto ad un secondo camino leggermente strapiombante (25 m, 3°, pass. 4°).
Sostare su un buon terrazzino poco prima del camino (chiodi).
30 m; 3°, passi 4°; 1CF.
15) Scalare il camino che poi strapiomba leggermente e si apre (8 m, 4°, pass. 4°+) (10 m, 3° e 4°, 1C) e sbocca su rocce salde e appoggiate.
Seguirle con facile arrampicata fino a sbucare sulla cresta poco sotto la cima (ometto), dove si
sosta su un grosso masso (22 m, 2°).
40 m; 3°, 4°, passi 4°+, poi 2°; 1C.
16) Seguire verso destra la cresta e raggiungere la croce di vetta (40 m, elementare).
DISCESA
Basta seguire i segnavia (N°. 646) che portano lungo l’inclinata schiena detritica del monte verso il Rifugio Kostner.
Discesa escursionistica con una scaletta di metallo alla fine per scendere un breve salto di rocce (1 ora dalla cima al rifugio).
Da qui le possibilità di ritornare a Colfosco sono varie:
A) Scendere a Corvara con gli impianti e poi a ritornare a Colfosco.
B) Scendere al Passo Campolongo (1 ora dal rifugio Kostner, transitando per la stazione della funivia del Boè) e poi rientrare in pulman a Colfosco.
C) Scendere a piedi prima alla stazione della funivia del Boè, poi (tabelle) lungo la pista di sci.
Alla fine del suo tratto ripido, sulla sinistra (tabelle) prendere il sentiero N°. 645 che con lungo giro fra i boschi, riporta a Colfosco (ore 2.30 dal rifugio Kostner).
3° Descrizione della SALITA
1)
Dopo 18 m. partendo da destra, salire nel camino-canale che si lascia poco dopo a sinistra; fino ad un punto di sosta all'inizio di un breve camino (38 m, II).2)
Salire in questo breve camino e poi girare, leggermente a sinistra, fino a raggiungere un cocuzzolo con punto di sosta(36 m, II, III).
3)
Attraversare a sinistra verso lo spigolo, girarlo a destra, proseguire su un costone che a destra fiancheggia una gola(38 m, I).
4)
Proseguire sul costone (40 m, I)5)
Continuare sul costone fino al suo termine presso ad una nicchia gialla; scalare un camino-fessura a destra della nicchia, poi su una cengia attraversare in orizzontale verso un punto di sosta all'inizio di un camino (35 m, Il e I).6)
Scalare il camino e di là scendere in una gola che porta ad un punto di sosta in una forcella (38 m, III e I).7)
Per la parete che fronteggia il massiccio salire ad una rampa; poco prima del suo termine uscire a sinistra e scalare un altro canale fino ad un punto di sosta sotto alla sua fine (muschio) (35 m, I, III).8)
Lasciare il canale a sinistra e per un sistema di canali raggiungere una sosta su un terrazzino simile ad una forcella40 m, II, I).
9)
Dalla parte del massiccio, stando leggermente a destra, salire per un gradone scuro alla grande cengia (38 m, I).Seguire la cengia a sinistra fino a poco prima dello spigolo che impedisce la vista.
Il punto di sosta si trova diagonalmente a destra, sotto ad una parete bruna.
10)
Scalare in obliquo a sinistra su roccia grigia e attraversare a sinistra su una stretta cengia (20 m, II, I).11)
Salire a sinistra a uno strapiombo fessurato, superarlo, attraversare sempre a sinistra su una cengia.12)
Seguire la cengia per un pò a sinistra e arrivare ad una cengia con tetto; dopo una breve curva a sinistra scalare un camino raggiungendo un punto di sosta (34 m, III e IV-).13)
Tenendosi a sinistra salire su un terrazzino, poi a destra seguire un sistema di camini da cui si raggiunge, a sinistra su una cengia, un punto di sosta vicino a un masso (35 m, Il e III).14)
Per un canale, tenendosi leggermente a destra, arrivare a un camino; al suo termine si trova un punto di sosta presso dei vistosi blocchi su un terrazzino (35 m, II, III).15)
Scalare lo spigolo che inizia qui e portarsi a sinistra verso un punto di sosta (38 m, II, I).16)
Prima a sinistra, poi tenendosi a destra, scalare la parte superiore di un camino, arrivando ad un punto di sosta su terreno detritico davanti all'ultimo tratto verticale (40 m, II, III).17)
Salire in obliquo a destra su un'altra cengia (30 m, I).18)
Sulla cengia a destra, verso un camino (ometto), scalarlo e, tenendosi a destra, arrivare per una fessura ad un punto di sosta su una cengia, subito a sinistra di un altro camino (34 m, II, III).19)
Scalare il camino, attraversare a destra su una cengia evidente fino ad un camino-gola e dopo altri 10 m. ad un punto di sosta(35 m, III, II).
20)
Salire il camino per 10 m. raggiungendo degli scaglioni sommitali a Nord della cima, vicino alla via normale segnalata (20 m, II, I).DISCESA
Dalla cima scendere verso Nord, oppure dal termine della salita prendere la via normale ben segnalata e in parte ferrata (N°. 646) (due possibilità: a destra del Lac de Boè sulle piste da sci oppure a sinistra della evidente cresta) arrivando alla stazione Crep de Mont, 2152 m.
Seguire per un pò il sentiero verso Corvara (N°. 639), poi non oltrepassare la biforcazione) sul sentiero N°. 645 tornare al ponticello del torrente Pisciadù.