Pix Ciavazzes   (PARETE SUD)  Via  "ITALIA '61"

Primi salitori:  Bepi  De  Francesch, Quinto Romanin, Emiliano  Vuerich, Cesare Franceschetti 1961.

Difficoltà:  4°, 5°, 150 m. A1-A2 

Coefficiente Difficoltà:  2466  Coefficiente Globale: 2835

(45*0) +(20*2)+(10*3)+(10*6) +(15*3) +(10*18) +(35*18) +(35*2) +(15*3)+(20*4) +(25*18)+(10*8) +(35*0,2) +(35*0,5) +(25*5)+(10*4) +(40*0,3) +(40*0) +(40*3) +(25*3)+(15*4) +(15*8)+(10*18) = 2466

Lunghezza:  470 m fino in cima

Sviluppo:  oltre 500 m., 240 m. fino alla Cengia dei Camosci

Rischio: R3

Materiale:  tutti i chiodi sono in parete, portare DN, staffe, chiodi di riserva, cordini in abbondanza.

Tempi:  Ore 4-6 (ore 10 per tutta la via)

 La via, nonostante i tempi siano cambiati, ha ancora degli estimatori, e non è disprezzabile assolutamente.

In particolare la parte sopra la Cengia offre una arrampicata prevalentemente in libera, che può essere anche scelta come meta autonoma, ma raramente ripetuta.

La via è molto faticosa.

ACCESSO

Dalla strada Canazei-Passo Sella presso lo spiazzo auto a quota 2080.

In 20 minuti alla base dello spigolo.

Attaccare, solitamente, dopo 45 m. di rocce erbose (facili, un chiodo) sullo spigolo.

 DISCESA

Dalla Cengia dei Camosci oppure, se in vetta, con corde doppie sullo spigolo Sud-Sud-Ovest o per la via ferrata delle Mesules.

Nota: i quattro componenti della cordata erano poliziotti della Scuola Alpina di Moena. Bepi De Francesch, in particolare, era un grande tecnico della chiodatura distanziata (che a quei tempi causava grattacapi ai ripetitori), apri numerosissime vie in artificiale nelle Dolomiti di Fassa, che all'epoca destarono notevole sensazione.