Relazione   Via  Normale  al  PELMO

MONTE PELMO, m 3159  via normale (Versante Sud)

Non si tratta di una via alpinistica, ma semplicemente escursionistica, tuttavia è meritevole per l’ambiente molto bello e per il panorama.
Nel primo tratto, la famosa “Cengia di Ball”, vi sono alcuni tratti esposti nei quali l’escursionista può usufruire di alcune di corde fisse (per assicurazione come in una via ferrata) 
e di qualche chiodo in vari punti per manovre di assicurazione con la corda (bastano 15 m). 
Dopo l’uscita dalla cengia la salita è faticosa, ma senza nessuna difficoltà tecnica (porre attenzione in discesa su alcuni gradoni rocciosi ricoperti di detrito)
fino alla vetta (solo un breve passaggio delicato).
L’unica raccomandazione è di seguire il sentiero e gli ometti fino in cima. 
 
Primi salitori:  J. Ball con un cacciatore locale, estate 1856 
Difficoltà:  F max, passaggi di 2°
                        Facile per alpinisti, Difficile per escursionisti per tratti esposti non attrezzati lungo la cengia e la cresta terminale 
Dislivello:  200 m dal Rifugio Venezia, circa 1600 m da Zoppè di Cadore
Versante:  Sud
Tempi:  4/6 ore in salita, 3-4 in discesa
Roccia:  buona (nei brevi tratti di arrampicata), per il rimanente terreno detritico.
Materiale:  imbrago da ferrata (eventualmente 15 m di corda e 3 rinvii)
Punto d’appoggio:  Rifugio Venezia - Alba Maria De Luca, m 1947, CAI, posti 55, (9 posti nel locale invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0436 96 84. 
 
ACCESSO GENERALE
 
La Val Zoldana si raggiunge facilmente dalla A27. 
Dalla fine dell'autostrada procedere verso Cortina, svoltare poi a sinistra al paese di Longarone.
Risalire quindi tutta la valle lungo la statale 251, sino al valico di Forcella Staulanza 1766 m., presso il quale si parcheggia facilmente.
 
ACCESSO
 
Anche se sarebbe possibile proseguire con l'auto, è consigliabile parcheggiare sull'ampio e panoramico ripiano di pascolo di Col del Prà 
(1554 m; a piedi 15 minuti da Zoppè).
Da qui la rotabile (456) si inoltra a nord-est tra le pendici boscose del Col de la Viza, e porta a un bivio presso un piccolo spiazzo (1600 m.; 
ridotte possibilità  di parcheggio; a piedi 15 minuti da Col del Pian).
La strada (456) poi scende a destra verso nord-est, dove si trova il rifugio Talamini.
Prendere invece la strada che sale verso nord lungo il fianco orientale del Col de La Vaza (sbarra e divieto di accesso con automezzi) con moderata pendenza. 
Giunti a quota 1693 m, essa piega decisamente a ovest, assume segnavia 493 e porta in breve a una sella prativa a Nord del Col de La Vaza. 
Dal piccolo spiazzo di parcheggio salire su una stradina sterrata (chiusa al traffico; segn. 493 e poi 471) che con poca pendenza porta in 
circa 1,30 ore al Rifugio Venezia, m 1947 . 
Data la lunghezza del percorso, conviene pernottare al rifugio.
Fuori stagione si può approfittare del bel ricovero invernale sul retro (7 letti con coperte). 
 
SALITA 
 
Dal rifugio seguire per poco il sentiero per la Forcella Val d’Arcia e Rif. Città di Fiume (480), deviando a sinistra nei mughi (scritta “Monte Pelmo” in vernice su un sasso). 
Seguire ripidamente il sentiero (qualche freccia rossa), uscendo dai mughi per ghiaie, fino alla base delle rocce della spalla Sud-Est del Pelmo. 
Qui c’ è una scritta in vernice “attacco” ed alcune frecce rosse che indicano il percorso lungo un facile zoccolo di roccette (max. 1°), che si risale nella maniera 
più conveniente per una trentina di metri fino ad imboccare a sinistra l’evidente Cengia di Ball. 
Seguire il sentiero praticamente pianeggiante che corre lungo l’esposto ma elementare ballatoio (solo qualche breve tratto un pò più stretto, alcuni chiodi per eventuale sicura), 
fino ad entrare, con una breve discesa, in un primo vallone che si aggira senza problemi. 
Aggirato un grosso sperone (un passaggio stretto ed esposto, ma facile; 1C all’inizio ed 1CL alla fine) si entra in un secondo vallone, dove la cengia si restringe, costringendo 
ad un breve passaggio in cui si usano le mani (1°, corda fissa ed 1C segnalato da cordini). 
Aggirato anche questo vallone il sentiero corre più facile fino al terzo vallone, lungo il cui fianco la cengia si restringe nuovamente fino al famoso “Passo del Gatto”, 
unico passaggio rilevante del percorso. 
Una corda fissa agevola il passaggio, che si effettua all’esterno con arrampicata poco più che elementare ma su terreno esposto (2°,  5 m). 
Contornare così anche il terzo vallone per sentiero agevole, fino ad entrare alla base del Vallon (quota 2200 circa). 
Qui si seguono gli ometti e le tracce, tenendosi sulla destra per roccette prima e per ripide 
ghiaie poi, passando a destra un promontorio roccioso, fino a portarsi quasi sotto le rocce della Spalla SE (quota 2500 circa). 
Poi proseguire per ripide ghiaie fin sotto la fascia di rocce che unisce le due spalle del Pelmo. 
Tenendosi sempre sulla destra, verso la Spalla SE, la si supera per gradoni rocciosi e cenge guadagnando il bordo del grande catino superiore (il Van) da dove è visibile 
la cresta sommitale e la cima (quota 2800 circa). 
Piegare ora a sinistra (Ovest) puntando all’ampia sella sulla cresta che unisce la vetta alla Spalla SO. 
Si possono seguire vari percorsi a scelta per attraversare il Van (ometti) su terreno detritico e roccioso poco pendente; da ultimo una breve salita porta alla sella. 
D’inverno conviene puntare direttamente alla sella in quanto ci sono alcuni gradoni di roccia marcia (insidiosi con i ramponi ai piedi o con terreno bagnato). 
Seguire ora la cresta verso la cima, tenendosi un pò sotto la stessa sulla destra (versante E), per cenge e brevi gradoni rocciosi e detritici (vari ometti; con neve, si può anche 
seguire il filo della cresta con facili passaggi d’arrampicata), fino ad un balcone detritico poco inclinato, proprio sotto l’ultimo breve tratto di cresta. 
Percorrere il filo della cresta su rocce elementari fin poco sotto la sommità, dove ci sono 2 brevi passaggi un pò esposti 
(il primo è molto facile ma bisogna prestare attenzione alla roccia; il secondo è breve e con ottimi appigli, alcuni metri di 2°), 
oltre i quali 50 m quasi pianeggianti su detrito portano alla piccola croce della cima con libro di vetta. 
 
DISCESA 
 
Avviene per lo stesso itinerario di salita. 
Ore 2 – 2,30 fino al rifugio Venezia. 
Da qui seguire la strada fino a Col del Prà e infine raggiungere Zoppè (1554 m)
ore 3-4 totali.