Via  SIMON-ROSSI  Parete Nord

È la più classica via del gruppo, paragonabile come importanza alpinistica alla via Solleder-Lettenbauer della parete Nord-Ovest della Civetta,
della quale è leggermente più facile.
Il versante nord del Pelmo è caratterizzato, nella parte superiore, da un imponente spigolo sulla verticale della cima; a 2800 metri circa, 
sono evidenti due costoloni inclinati che scendono, a forma di V rovesciata, fino a confondersi con la parete sottostante in corrispondenza 
dell'intersezione con una sottile lunghissima cengia che inizia dal canalone settentrionale della fessura.
 
Al di sotto della cengia c’è una grande bastionata di rocce verticali.
I primi salitori individuarono tre grandi traversate per cenge che consentirono di salire, con difficoltà relativamente modeste, 
fino alla base dell' imponente spigolo e poi proseguirono nei pressi dello spigolo stesso incontrando forti difficoltà. 
 
Sergio Valentini  di CANAZEI  che l'ha percorsa dice che è una via pericolosa per i detriti che si trovano sulle numerose cenge e per la roccia friabile, 
mentre è difficile solo in 2 tiri di corda. 
 
Primi salitori:  Felix Simon e Roland Rossi, 11-12 agosto 1924
 
Difficoltà:  V°+     Coefficiente Difficoltà: 3713   Coefficiente Globale: 4641
 
(65*0,7)+(65*5) +(100*0,5) +(70*3)+(70*8) +(150*0) +(100*6) +(15*3) +(100*0,2) +(45*3)+(45*0,5) +(25*14) +(25*3) +(15*8) 
+(10*8)+(10*10) +(60*0,5) +(30*3) +(35*8)+(35*10) +(12*8) +(10*8)+(10*10) +(35*10) +(25*8) +(80*5) = 3713  1240m.
 
Dislivello:  870 metri
Sviluppo: 1240 metri
Rischio: R5 (scala 1-6)
Tempi:  12 ore circa dall'attacco
Roccia:  non molto buona, pericolo di cadute pietre.
                  È frequente trovare ghiaccio o vetrato nella parte superiore della via.
Punto d’appoggio:  Rifugio Città di FIUME (m. 1917), ricavato dalla antica Malga Dorona.
 
AVVICINAMENTO
 
Da rifugio Fiume 1918 m. per il sentiero Flaibani o dalla forcella Staulanza 1766 m. per il sentiero di forcella di Val d'Arcia salire sul nevaio di 
Val d'Arcia e attraversarlo in direzione della base dell'avancorpo della parete Nord dove si abbassa maggiormente nel nevaio stesso.
 
ACCESSO
 
L'attacco è nell'insenatura nevosa a destra di tale avancorpo dove si può trovare una crepaccia terminale 
(ore 2 dal rifugio Fiume; ore 1,45 da forcella Staulanza).
 
SALITA
 
Salire obliquamente verso sinistra fino alla sommità dell'avancorpo (130 m.; III°, passo di IV°+ all'inizio).
Alcuni metri più in alto raggiungere e percorrere orizzontalmente verso destra una stretta cornice, interrotta in un punto, fino alla base di una serie 
di camini e fessure (100 metri; un pass. IV°).
Percorrere i camini uscendo alla fine sulla parete sinistra fino alla grande cengia a 200 metri circa dalla base (140 m.; IV° e V°).
 
Seguire a lungo la cengia verso sinistra; sotto grandi strapiombi, aggirare all'interno tre grandi massi che la ostruiscono e proseguire ancora per 
pochi metri su una stretta cornice fino alla base di un grande diedro regolare sulla verticale della vetta ( 150 m.: ch.,in parte esposto; 
buona possibilità di bivacco sulla cengia).
 
Salire verticalmente nel fondo del diedro per 90 m. circa, evitare a sinistra un primo strapiombo che lo interrompe e poi, sotto un secondo strapiombo, 
traversare a destra ad uno spigolo (100 m. circa; V°-).
Superare un corto salto friabile con un caminetto a destra dello spigolo sino ad una cengia a 400 metri circa dall'attacco (15 m.; IV°).
Traversare a destra per la cengia, aggirando lo spigolo franoso di un grande costolone che scende obliquamente verso destra dal centro della parete (100 m. circa).
 
A destra del costolone superare un salto e proseguire obliquamente a sinistra su placche e rocce gradinate fino alla base del grande spigolo che caratterizza 
la parte superiore del versante Nord  (85 m.; IV° e III°, discreta possibilità di bivacco). 
 
Partendo da una nicchia a destra dello spigolo, salire uno stretto dietro giallo (si può percorrere anche il parallelo diedro grigio a destra) fino ad una cengia (25 m.; VI°-).
Per la cengia a sinistra aggirare un pilastro e salire alla sua sommità per un camino (25 m.; IV°).
Traversare a destra in orizzontale sul bordo di una stretta cornice, fino a un terrazzino con uno spuntone biancastro (15 m.; V°).
Da qui salire verso sinistra per raggiungere una svasatura verticale fino a un terrazzo (20 m.; V°+ e V°).
Continuare obliquamente verso sinistra su rocce gradinate portandosi sul filo dello spigolo, sotto grandi strapiombi (60 metri circa; III°;  possibilità di bivacco).
Girare lo spigolo e traversare 15 metri su una stretta cornice giungendo in vista di un caratteristico camino rosso. 
Sulla parete a destra del camino superare verticalmente uno strapiombo, proseguire in diagonale a sinistra e infine traversare orizzontalmente nel camino 
(15 metri; IV°), (si può anche continuare la traversata orizzontalmente per una "stretta cornice" di rocce friabili, entrare in una grotta e uscirne attraverso una fenditura 
orizzontale del soffitto (15 metri; V°+).
Continuare verticalmente per fessura strapiombante e poi per parete grigia fin sotto la fascia di strapiombi (70 metri circa; V°+ e V°+).
 
Salire obliquamente a destra sotto strapiombi fino alla base di un diedro (12 metri; V°).
Entrare nel diedro da destra e poi salire in verticale in direzione dell'altra fascia di strapiombi (20 metri , V° e V°+). 
Salire alcuni metri a sinistra un diedro tra gli strapiombi fino alla cengia, bivacco dei primi salitori (35 metri;V°).
Salire a sinistra della cengia una fessura fino ad un'altra cengia (25 metri;V°) all'altezza dell'inizio della gola terminale.
Salire allo spigolo a sinistra (Est) della gola e poi per la parete fino alla cresta sommitale poco a Est della vetta (80 metri; IV°+).