RELAZIONI  Vie della Parete SUD dei MUGONI

MUGONI

Direttissima Sud

Primi salitori:  G. De Francesch e Francesco Innerkofler, 2-3.8.1954

Difficoltà:  VI+ e A2     Coefficiente Difficoltà:  2641  Coefficiente Globale: 3037

(40*5) +(20*12)+(20*10) +(30*10)+(5*18) +(15*10)+(15*19) +(20*6) +(10*16)+(10*10) +(20*19)+(15*10) +(40*0,5) +(20*0,5)+(20*3) +(20*8) +(80*0,2) =  2641   385m.

Dislivello:  350 m.

Sviluppo:  385 m.

Rischio: R3

Materiale:  100 ch.; 40 lasciati; molti cunei 

Tempi:  ore 25 di arrampicata, ore 36 in parete

La parete era stata precedentemente tentata da altri rocciatori che la lasciarono attrezzata fino al terzo tetto dove bivaccarono i primi salitori.

La via percorre il grande e pericoloso diedro immediatamente a sinistra dello Spigolo Sud Est e lo segue costantemente sino a che nella parte superiore piega a sinistra raggiungendo il vasto pianoro di vetta.

La via è caratterizzata da placche gialle e da un quarto tetto, punto più impegnativo della scalata.

Dal Rif. Roda di Vaél, 2283 m, percorrere il sent. per il Passo delle Cigolade fino a raggiungere la base della parete nel punto in cui un portico formato da un grosso sasso si appoggia alla base del massiccio.

L'attacco si trova 20 m ca. a destra del portico.

1)  Attaccare a destra l'evidente diedro che solca la parete (35 m; IV+).

2)  Proseguire per il diedro, che diventa più ripido e difficile (20 m, V+).

3)  Per una fessura e una placca raggiungere una grande nicchia (20 m; V+).

4)  Uscire a destra della nicchia, superare lo strapiombo (ch.; A2) e portarsi su una grande cengia (35 m, uscita dallo strapiombo VI).

5)  Superare il secondo strapiombo (A2) e in obliquo verso destra fino allo spigolo (30 m; V+).

6)  Da qui traversare verso sinistra 25 m. riportandosi nel diedro (V).

Non salire lo spigolo (è la via Aste-Stenico).

7)  Vincere uno strapiombo fessurato e proseguire per la placca, portandosi sotto il grande strapiombo (25 m; VI).

8)  Salire diritti per lo strapiombo (A2), poi sempre diritti (A1), alla fine del diedro obliquare a destra verso un'altra piccola nicchia

(30 m; V).

9)  Per rocce facili di III andare a sinistra, non affrontare il diedro, (variante Zeni), in un catino (40 m).

10-11)  Per delle rampe attraversare verso destra e per placca, sempre verso destra, raggiungere il canale (50 m; II).

12-13)  Per facili roccette raggiungere la vetta (70 m; II).

Via del Rifugio

Primi salitori:  Donato Zeni, Aldo Gross, Enrico Pederiva e Luigi Jaquaniello, 22-24.8.1964

Difficoltà:  IV i primi 100 m; poi VI+ , A2 e A3  Coefficiente Difficoltà:  2769  Coefficiente Globale: 3184

(15*3)+(15*5)+(15*6) +(25*0,7)+(20*0,5) +(15*3)+(10*6) +(15*3)+(10*8) +(20*10) +(25*19) +(25*18) +(25*8) +(30*5) +(40*19) +(15*0,5)+(10*6) =  2769  340m.

Sviluppo:  340 m. circa

Rischio: R3

Materiale:  ch. 220, cunei 16

Tempi:  ore 40

Relazione dei primi salitori.

Salita realizzata nella concezione delle scalate in artificiale e chiodatura sistematica.

L'itinerario percorre il grande Diedro Sud Est caratterizzato da estrema friabilità della crosta calcarea superficiale costituita da piccole scaglie assai labili.

Molto marcato lo strapiombo della parte superiore che fuoriesce di 50 sui 200 m. di verticale.

Due bivacchi; nessun chiodo a pressione, la via è completamente attrezzata.

Il Libro di vetta sotto l'ultimo strapiombo.

L'attacco è a sinistra della Via Eisenstecken, alcuni m. a destra di una grande nicchia (ch.).

1)  Da sinistra a destra per rocce iniziali, a una costola. Sosta, 1 ch. (30 m; IV e V).

2)  A destra per una parete inclinata (40 m; III).

3-4-5)  Andare 3 m. a sinistra, proseguire per una fessura e poi ancora verso sinistra.

Per un corto camino salire a un cocuzzolo.

Per roccia friabile a sinistra, poi a destra in una fessura.

Avanti a sinistra, quindi 5 m. a destra in alto ad una nicchia (bivacco dei primi salitori), alla base delle difficoltà su una grande terrazza (IV e V+, ch.), sosta comoda ed attrezzata.

6)  Scendere 5 m. a sinistra fino a 2 ch. e risalire per 20 m. su chiodi fino ad una sosta (25 m, ch., VI e A2).

All'inizio non salire nella fessura-camino strapiombante e obliqua da sinistra a destra.

7-8-9)  3 tiri di 25-30 m., a chiodatura sistematica, per pance e diedri fino ad arrivare a una piccola nicchia (A1 con passi di A2, due passi di V).

10)  Traversare a destra su placche friabili ad una rampa da seguire fino alla fine (secondo bivacco; 30 m; V).

11)  Andare ancora a destra, vincere una parete e arrivare all'inizio di un diedro strapiombante che consente una sosta a destra del suo punto intermedio (40 m; VI, A2).

12)  Continuare, oltre il diedro, che rientra su roccia molto friabile, a destra in una fessura e per un camino a strapiombo andare all'uscita, 40 m. a sinistra della vetta (20 m; IV).

Pilastro Sud Est

Primi salitori:  Marino Stenico e Armando Aste a comando alternato, 9-12.7.1961

Difficoltà:  VI e VI + , A2  Coefficiente Difficoltà: 4190   Coefficiente Globale: 5237

(30*0,5) +(30*3) +(20*3) +(30*8) +(10*3)+(10*0,5)+(10*10) +(30*6) +(30*18) +(30*19) +(30*16) +(20*8)+(15*16) +(40*19) +(40*18) = 4190  375m.

Dislivello:  300 m.

Sviluppo: 375

Rischio: R5

Materiale:  usati solo 5 chiodi ad espansione nei punti più pericolosi e friabili.

Relazione dei primi salitori.

La via vince il giallo e impressionante pilastro che sporge al centro della parete.

Due grandi diedri lo limitano, quello di destra salito da G.B. Vinatzer, l'altro da G. De Francesch.

Dopo uno zoccolo di roccia grigio-gialla, molto friabile, raggiungere a un terrazzino comodo, l'unico di tutta l'ascensione.

La parte superiore si supera interamente sullo spigolo, prima a sinistra poi a destra sino alla base di un lastrone che si vince sul lato destro fino alla sua sommità.

Traversare immediatamente a sinistra fino a entrare in un camino che si trasforma in canale e uscire in vetta.

SALITA

L'attacco si trova a circa 50-60 m a destra del Gran Diedro.

Attaccare in un canalino svasato, senza particolari difficoltà (chiodo).

Superare un piccolo diedro (IV), dopo il quale si sosta.

Traversare poi a destra obliquando un pò in alto fino a un diedro fessurato strapiombante.

Sosta alla base del diedro.

Superare il diedro, roccia friabile, e all'inizio chiodi poco sicuri, raggiungere un terrazzo (V).

Dal terrazzo in un camino inclinato, percorrere alcuni m. nel camino, facili, poi abbandonarlo, per salire direttamente pochi m sulla parete di sinistra, poi traversare immediatamente e in orizzontale a sinistra per circa 6-7 m. arrivando a uno scomodo posto di sosta (V+).

Continuare ad obliquare sempre in alto a sinistra su roccia un pò friabile, raggiungere una discreta cengia sul filo dello spigolo, dominato dall'imponente spigolo giallo molto strapiombante.

(Questa parte, circa un tiro di corda, non è tecnicamente difficile, ma pericolosa per la roccia poco sicura).

Dalla piccola cengia abbassarsi e traversare un pò a sinistra, poi ; salire diritti sulla parete gialla e leggermente a sinistra dello spigolo, poco meno di un tiro di corda, sosta su staffe, difficoltà forti (ch. molto piccoli; A1 e A2; qualche ch. rimasto).

Dalla sosta sulle staffe, obliquare a destra, fino a scavalcare lo spigolo portandosi sul lato destro (Sempre forti diff., ch. a press.; A1 e A2).

Bivacco alla cengia sottostante.

Proseguire poi diritto su roccia sempre strapiombante e poco sicura (ch. con poca tenuta; 30 m ca.; VI).

Sosta sulle staffe (qualche ch. a pressione per assicurazione).

Puntare, 30-35 m. alla base di un enorme lastrone (visibile anche dal Rif. Vaél).

La roccia, abbastanza fessurata e poco strapiombante, permette di alzarsi relativamente veloci (30-35 m; V e VI).

Raggiungere una esile, polverosa lista inclinata verso il vuoto; 5-6 m sopra, sporge l'enorme lastrone, alto 40 m., largo 15, appoggiato sul filo dello spigolo.

Tocca in due soli punti, alla base, e la sua sommità è tutta sfaldata al centro; staccato completamente, attraverso si vede la Roda di Vaél.

Bivacco scomodo, su staffe, assicurazione a ch. qualcuno a pressione.

A destra del lastrone, con forti difficoltà salire lentamente su tratti molto strapiombanti, con buona chiodatura (VI+ A2; 40 m ).

Raggiunta la sommità del lastrone, comodo posto di sosta.

Sopra si alza l'ultima parte dello spigolo, liscio e compatto.

Dalla sommità del lastrone, abbassarsi un pò, poi traversare in orizzontale per alcuni metri (VI, A2), obliquare leggermente in alto (placca liscia, ch. a pressione), fino a raggiungere un diedro strapiombante, che si supera, finché si vede la possibilità di spostarsi a sinistra su roccia articolata fino ad una svasatura a forma di nicchia.

Ultimo bivacco, sotto la vetta che si raggiunge rapidamente.