RELAZIONI  Via Normale - Via Drash - Via Kruttner alla Croda dei Toni

Parete Ovest

Croda dei Toni, via Normale

Croda dei Toni ( Zwoelferspitze ), m. 3094. Parete Ovest, via Normale

Si tratta di una grande, bellissima montagna frequentata da poche cordate.

La via sale in un ambiente grandioso e in solitudine, lungo un itinerario ingegnoso e divertente, una classica pure essendo una normale.

Lungo la via descritta, che segue alcune varianti si incontra un tratto di 4°+ e uno di 4° evitabili con la via originale.
Di buon impegno fisico con qualche passaggio non facile e non protetto.
Meno frequentata della variante Drasch che corre a fianco del canalone ghiacciato con soste cementate, ma sicuramente più varia e divertente. 
I segni rossi sbiaditi, che indicano la vecchia via di discesa, guidano la salita, però con l’ inconveniente che non coincidono sempre con il percorso 
più facile della salita. 
L’itinerario richiede una giornata intensa, perché dopo la salita in cima ci aspetta una discesa con un grande numero di corde doppie lungo la via 
Drasch  (16 in totale).
 
È possibile anche scendere lungo la via di salita, anche se questa soluzione risulta più lunga e laboriosa.

Primi salitori:  M. e J.Innerkofler, J. Reichl e M. Simon, 6 settembre 1887

Difficoltà:  AD+ / D- , max: 3°+/4°-  (4°+ se si fanno delle varianti) 
Coefficiente Difficoltà: 122    Coefficiente Globale: 152
 
(30*0,5) +(30*0,2) +(15*0,2)+(10*0,5) +(35*0,2) +(20*0,2)+(20*0,7) +(35*0,5)+(10*0,7) +(35*0,2) +(15*0,5)+(5*5) +(40*0) 
+(20*0,5) +(35*0,2) +(20*0,5)+(10*3) +(30*0,2) +(30*0)+(10*0,4) +(80*0) =  122  605m.

Dislivello:  550 m.

Sviluppo:  1100 m 
 
Rischio: R5

Roccia:  abbastanza buona, ma con detriti

Tempi:  5-6 ore, per un totale di 13 ore.

Chiodatura:  tradizionale, salvo alcuni chiodi cementati di calata ad alcune soste.

Materiale:  Normale dotazione alpinistica, due mezze corde da 50 m., otto rinvii, alcuni friends e dadi piccoli e medi, fettucce e cordini, martello e qualche chiodo di emergenza o per le varianti (soste generalmente attrezzate).

Punti d'appoggio:

Rifugio Carducci, m 2297, CAI, posti 35 (2 posti nel ricovero invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0435 40 04 85.

Rifugio Zsigmondy-Comici, m 2224, CAI, posti 80 (6 posti nel ricovero invernale), aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0474 71 03 58. 
Rifugio Pian di Cengia, m 2528, privato, posti 11, aperto dal 20/6 al 20/9, tel. 0474 71 02 58. 
Rifugio Lavaredo, m 2344, privato, posti 30, aperto dal 10/6 al 30/9, tel. 336 49 46 17. 
Rifugio Auronzo, m 2320, CAI, posti 90, aperto dal 1/6 al 30/9 e durante le festività natalizie, tel. 0435 39 002. 
 
Cartine:  Tabacco fogli 010 (Dolomiti di Sesto) e 017 (Auronzo di Cadore); scala 1:25.000 
 
AVVICINAMENTO
 
 
1)  Dal Rifugio Zsigmondy-Comici, m 2224, salire il sentiero per il Bivacco De Toni lungo il grande ghiaione alla base della Croda dei Toni, 
raggiungere con una rampa ghiaiosa ripida la Forcella della Croda dei Toni, m 2524
(si può giungere qui anche dal Rifugio Carducci, imboccando, dopo aver oltrepassato la Forcella 
Giralba ed essere scesi verso il Rifugio Zsigmondy-Comici per una decina di minuti, 
una traccia di sentiero che taglia in diagonale il grande ghiaione sotto la parete nord 
della Croda dei Toni e che si congiunge a quella che sale da questo rifugio circa 150 
m. sotto la Forcella della Croda dei Toni); 
 
ore 1 dal Rifugio Zsigmondy-Comici, ore 1,30 dal Rifugio Carducci. 
 
2)  Altro comodo punto di partenza può essere il Rifugio Pian di Cengia (45 minuti per 
raggiungere la Forcella della Croda dei Toni) o in alternativa il Rifugio Auronzo alle 
Tre Cime, accessibile in automobile transitando nei pressi del Rifugio Pian di Cengia 
(ore 2 fino alla Forcella della Croda dei Toni). 
Dalla forcella si abbandona il sentiero segnato e si segue a sinistra una traccia che sale in 
diagonale verso la parete Ovest della Croda dei Toni, fino alle rocce sotto il 
canalone ghiacciato, dove una cengia obliqua contorna verso destra lo zoccolo 
della Croda Antonio Berti (20 minuti). 
 
(ore 1,30 dal Rifugio Zsigmondy-Comici; ore 2 dal Rifugio Carducci). 

3)  Dal rif. Auronzo imboccare la strada verso la Cappella degli alpini e il rif. Lavaredo, oltrepassarli e, a un bivio, prendere a destra il sentiero N°. 104 per il rif. Zsigmondy-Comici (30 min.).

Subito dopo, altro bivio: sempre a destra, per sentiero che passa sotto il Paterno.

Costeggiare il laghetto di Cengia e risalire i tornanti fino a un nuovo bivio, dove si prende a destra il sentiero 107 per il bivacco dei Toni.

Arrivati sotto il ghiaione della parete ovest della Croda dei Toni, seguire una traccia che rimonta verso destra le ghiaie, e raggiungere una cengia rocciosa sotto uno strapiombo rossiccio.

(2 ore dal rif. Auronzo)

Percorrere la cengia, al termine attraversare una gola che in alto diventa il canalone ghiacciato che solca tutta la parete SO del massiccio e che 
divide la Croda dei Toni dalla Cima Sud. 
Conviene lasciare qui gli scarponi e tutto il materiale non necessario. 
Salire ora senza via obbligata per rocce gradinate con detriti seguendo gli ometti, che 
conducono con un percorso tortuoso fino dove la gola si trasforma nel canalone ghiacciato vero e proprio (ometti; passaggi di 2°; il resto 1°). 
Attraversare il canalone sotto l’ultima lingua di neve (se presente) e portarsi sull’altro versante. 
Risalire una fessura di roccia bianca molto appoggiata (10 m, 2°), fino al suo termine (ometto) dove, fra un muro strapiombante nero e la parete 
che è sopra il canalone, si forma un caminetto di roccia gialla. 
Qui c’è l’attacco vero e proprio. 
 
SALITA
 
1)  Risalire il camino che sale in leggera diagonale a destra (20 m, 3°), fino ad arrivare sopra la paretina di 20 m. 
Dall’uscita del camino andare qualche metro a destra su placche appoggiate (10 m, 3° poi 2°) fino ad incontrare un AF.
30 m; 3°. 
 
2)  Seguire leggermente a destra la cengia della sosta, per poi salire su facili scaglie rocciose in vista del gran canalone ghiacciato fino ad 
attraversare uno scolo secondario, che solca tutta la parete SO della Croda dei Toni. 
Attraversare il canalone secondario, salire dalla parte opposta ad un gradino-cengia di roccia bianca. 
30 m; 1° e 2°. 
 
3)  Spostarsi qualche metro a destra e risalire un caminetto (3°, 10 m), alla cui uscita iniziano dei gradoni rocciosi, che si rimontano sempre in 
parallelo al gran canale ghiacciato. 
Seguire gli ometti e i bolli rossi sbiaditi, fino alla sosta (15 m, 2°). 
25 m; 3° e 2°. 
 
4)  Continuare a salire diritti per scaglie rocciose e ghiaie (segno rosso). 
Non andare in diagonale a destra per facili gradoni verso il canalone altrimenti si va ad imboccare la via Drasch, puntare invece ad un grande 
muro giallo della parete SO, sotto il quale c’è una fascia di rocce nere. 
Alla base della fascia raggiungere una grande cengia detritica, sulla quale si sosta. 
AF sotto le ghiaie o 2CF 10 m più in alto alla base della parete. 
35 m; 1°, 2°. 
 
5)  Risalirla fino alla base della fascia di rocce nere nel punto in cui risulta più abbordabile (10 m, 1°). 
Risalirla in diagonale verso sinistra per rocce scure ripide ma non difficili (10 m, 2°), raggiungere la sovrastante cengia da seguire ancora a 
sinistra fino al suo termine (10 m, 0°).
La cengia è chiusa da una parete di roccia gialla e nera. 
Attaccare la parete (alta 5 m) lungo le rocce nere subito a sinistra delle rocce gialle (1C con cordini). 
Rimontare direttamente un corto muro (3°+) uscendo su una cengia alla base dell’enorme parete gialla. 
40 m, 1°, 2°, 0°, 3°+, 2CF. 
 
6)  Seguire la cengia verso sinistra per 10 m (0°), verso un canale-colatoio, a destra del quale si rimontano brevi e ripidi gradoni di roccia nera 
e bianca (pass. di 3°), fino ad una fessura-camino formata da un piccolo pulpito di roccia bianca staccato dalla parete, che a sinistra scende 
sul canale-colatoio (25 m, 3°). 
Rimontare verso un pulpito la fessura-camino fino alla sua cima (6 m, passo di 4°-). 
40 m; 3°, 4°-; 2CF. 
 
N.B.: da qui a sinistra parte la cengia della via originale che verso sinistra porta al canalone secondario e poi risale di nuovo a destra fino alla sosta   9) 
Difficoltà 1° e 2°. 
 
7)  Dalla sosta passare nel canale-colatoio di rocce bianche, da rimontare direttamente al centro. 
Il canale diventa man mano più ripido fino a restringersi in un camino verticale. 
35 m; 2°, 2°+; 1CF. 
 
8)  Scalare la parte sinistra del camino seguendo una fessura che inizia a sinistra della sosta o direttamente in centro (verticale con buoni appigli, roccia buona, 8 m, 4°+). 
Seguono alcuni metri facili (3°), poi l’uscita sulla cengia sovrastante è delicata (roccia friabile coperta di detriti, un passo di 4°).
Raggiungere la cengia sopra la sosta in una nicchia alla base della continuazione del camino stesso.
20 m; 3°, pass. 4°+; 1CF. 
 
9)  Seguire a sinistra la cengia ghiaiosa (ometti).
Camminare prima in orizzontale, poi in leggera salita lungo la terrazza per rocce coperte di ghiaia fino alla base di uno stretto caminetto.
40 m; 0°. 
 
10)  Risalire il caminetto o con tecnica ad incastro, o salendo esternamente aiutandosi con la parete di destra (3°).
Dopo i primi metri il camino diventa più facile e largo (2°+), rimontarlo in mezzo fino a dove si trasforma in un canale che svolta a destra.
18 m; 3°; 1CF. 
11)  Seguire a destra il canale (bolli rossi, ometti), che approda ad una terrazza con 
rocce coperte di detriti (10 m, 1°), che corre sotto all’ultimo salto giallo sotto la grande cengia terminale che fascia i versanti Ovest, Sud ed Est della Croda dei Toni.
Seguire la terrazza verso sinistra (15 m, 0°), non seguire i segni rossi che si trovano a destra (altra possibilità di salita lungo una fessura con sosta in cima; difficoltà 4°-). 
Passare sotto un camino verticale della parete gialla terminale. 
Continuare ancora a sinistra per 5 m (passaggi di 2°) lungo la cengia, che ora è più stretta e rocciosa e corre sopra al canalone secondario della parete SO 
(attraversato nella lunghezza  2).
Sostare su un terrazzino a destra del profondo canalone.
35 m; 1°, 2°; 1C. 
 
12)  Scalare le rocce sovrastanti, bianche e verticali, tenendosi circa 4 m a destra del canalone. 
Dopo i primi 10 m (4°), spostarsi verso il canalone per salire l’ultimo salto verticale (5 m, 4°-), sopra il quale rocce più facili (3°) portano un po’ a destra fino alla 
grande cengia sommitale della Croda dei Toni. 
30 m; 3°, 4°; 2CF. 
 
Raggiunta la cengia, seguirla lungamente, verso destra (ometti, segni rossi), contornando tutto il versante Ovest, sotto il torrione sommitale della Croda dei Toni.
Passare sul versante Sud, sopra il gran canalone ghiacciato, oltrepassando un passaggio detto “passo del gatto”, non difficile ma esposto (5 m, 2°), oltre il quale
arriva da sotto la via Drasch. 
Continuare lungo la cengia (ometti) sopra la Forcella Alta della Croda dei Toni, girando poi sul versante Val Giralba. 
Si continua alla base della strapiombante parete gialla del torrione sommitale fino dove a sinistra si apre una conca con rocce rotte.
Un grosso ometto e segni rossi indicano il punto più facile per risalire le rocce del torrione.  15 min. dall’uscita sulla cengia. 
 
13)  Salire per rocce facili ma ripide, seguendo i segni rossi, rimontando vari salti, prima direttamente (dopo 20 m, 2°, un passo di 3°; 1C con fettuccia per CD) e 
poi ripiegando a destra lungo una depressione, raggiungere un piccolo sperone sulla destra (ometto). 
50 m; 2°, un passo 3°; 1C. 
 
14)  Oltrepassare lo sperone (1C) e traversare a destra per cengia, fino alla base di un canale-camino (10 m, 1°). 
Risalire il canale (quello più a destra) per rocce non difficili fino alla sovrastante forcella (20 m, 2°).
30 m; 2°; 1C; 1CLF. 
 
15)  Andare poi a sinistra, seguendo una cresta di rocce rotte (20 m, 1°) fin sotto un ultimo salto un po’ ripido (1C alla base).
Salirlo fin dove le rocce si abbattono (20 m, 3°, 1CF con cordino per CD).
40 m; 1°, pass. 3°-; 1C, 1CF. 
 
16)  Rimontare per poco delle facili rocce lungo la cresta (20 m, 1°), poi a destra lungo una cengia detritica ascendente che porta alla croce di vetta.
 
(80 m, 1°). 100 m, 1°. 
 
DISCESA 
 
Conviene effettuarla lungo la via Drasch (possibile anche la discesa lungo il percorso della via di salita, ma è più lunga  (4 ore). 
 
Fino alla grande cengia anulare, poco prima del “passo del gatto”, ripercorrere l’itinerario di salita. 
Scendere verso Est (Cima Undici) per una cengia detritica fino ad una cresta che scende verso la Val Fiscalina. 
Seguirla (ometti) fin sopra un tratto più ripido dove c’è un chiodo di CD. 
 
1)  CD di 20 m fino sotto il salto. 
Seguire poi la cresta per 20 m fino ad una forcella dalla quale scende un canalino verso la Val Giralba; in alto al canalino clessidra con fettuccia. 
 
2)  CD di 25 m fino in fondo al canale. 
Andare a destra in leggera discesa su cengia detritica (ometti) fino a scavalcare uno 
spigolo, oltre il quale c’è un grosso spuntone con cordone. 
 
3)  CD di 25 m lungo il canale-camino sottostante fino a un chiodo con fettuccia. 
 
4)  CD di 25 m  per salti di roccia, fino alla cengia anulare. 
Queste doppie sono evitabili se si arrampica in discesa (max. 2°+). 
Si segue la via di salita (bolli rossi e ometti) camminando lungo la cengia sommitale, contornando completamente il versante Est, e poi quello Sud fino 
oltre la Forcella Alta della Croda dei Toni.
Circa 20 m prima del “passo del gatto” (ometti) lasciare le tracce della via normale e scendere leggermente per ghiaie (traccia), verso il canale-camino 
sotto al “passo del gatto” dove si trova il primo anello, al termine delle ghiaie. 
 
5)  CD di 20 m su placche in diagonale a destra (viso a valle) fin sotto un muretto all’anello successivo. 
 
6)  CD di 25 m fino in fondo al canale-camino a un terrazzino con anello. 
 
7)  CD di 30 m fino alla base del canale-camino (che precipita nel grande canalone ghiacciato). 
Scendere in arrampicata verso destra (viso a valle), oltre il canale, per facili gradoni con qualche detrito, portandosi verso la cima di un caminetto fino 
ad un anello cementato, 20 m.  dalla fine della CD; qualche passo di 2°). 
 
8)  CD di 25 m lungo il caminetto; conviene trascurare il terrazzino alla base del caminetto (due anelli cementati) e scendere ancora 5 m fino a un terrazzino 
sottostante con chiodo di CD; altrimenti la CD successiva, dall’anello cementato, sarebbe di 30 m. 
 
9)  CD di 25 m , tendendo verso destra (viso a valle), fino ad una cengia, percorrerla verso destra per 10 m. raggiungendo l’anello successivo. 
 
10)  CD di 25 m sempre un po’ verso destra fino alla sottostante cengia detritica.
Sulla cengia andare un po’ a destra fino allo sbocco del diedro iniziale della via Drasch 
(anello cementato in cima). 
 
11)  CD di 20 m fino alla base del diedro. 
Percorrere verso destra la grande terrazza ghiaiosa (tracce e ometti), raggiungendo le tracce della via normale (50 m, 0°).
Scendere un po’ lungo i facili lastroni sottostanti cercando l’anello cementato (40 m, 1°). 
 
12)  CD di 25 m fino all’anello successivo (dal quale in salita si staccava la variante Drasch), 
 
13)  CD di 25 m lungo un caminetto fino ad una terrazza.
Camminare a destra sulla terrazza fino a un vicino anello. 
 
14)  CD di 25 m, oltrepassare uno scolo sotto la terrazza, e continuare poi (non necessaria la CD, diff. 1°) per rocce appoggiate oltre lo scolo fino all’anello successivo. 
 
15)  CD di 25 m per rocce poco ripide (o in discesa arrampicando, 1°), girare uno spigolo, oltre il quale si trova l’anello di calata. 
 
16)  CD di 25 m in verticale lungo la parete sottostante fino alla sua base. 
Poi si scende verso sinistra per una fessura bianca fino alla base del grande canalone ghiacciato. 
Oltre il canale si seguono le tracce e gli ometti lungo lo zoccolo di rocce con detriti a sinistra del canalone fino a raggiungere, con percorso tortuoso, prima verso sinistra 
per 100 m e poi verso destra, la cengia d’attacco.
Riattraversare il canalone e andare senza difficoltà fino alle ghiaie di base, poco lontane dalla Forcella della Croda dei Toni.
 
 3 ore dalla cima. 
 

Descrizione abbreviata della DISCESA

Per la stessa via, prima in arrampicata fino alla Forcella Alta, poi in doppia lungo la variante Drash, meglio con calate da 50 m. (chiodi cementati ogni 25 m., tranne che alla prima calata).

Oppure proseguendo per la via normale, con una serie di doppie di 25 metri, piuttosto complicate per la tortuosità dell'itinerario.

Tornare alla terrazza anulare e ripercorrerla fino al punto in cui si era arrivati in salita (segni rossi).

Scendere il canale verso sinistra fino al 1° ancoraggio: doppia di 20 m.
Andare a destra per un nuovo canale roccioso e raggiungere la 2° doppia (10 m).

A sinistra per cengia, fino alla 3° doppia che, con 22 m, porta sulla cengia rocciosa.

Andare (sinistra) al pulpito e fare un corrimano di 10 m (o una doppia) nel canale a sinistra.

Dopo qualche metro affacciarsi a sinistra ad una forcella con chiodo per doppia e calarsi per 20 m (4° doppia).

Scendere poi qualche metro in arrampicata in un canale, fino all'ancoraggio vicino ad un masso incastrato (5° doppia: 20 m che porta ai piedi di un diedro).

Percorrere la terrazza per 50 m. a sinistra, fino all'anello cementato della 6° doppia (18 m).

Prendere, subito dopo, la 7° doppia (18 m).

Superflue le due successive calate che portano nel canale ghiaioso.

Attraversare il canale e, scendere le balze rocciose della sponda destra in leggero obliquo a destra, effettuare la 8° e ultima doppia (22 m).

Arrivati sulla cengia, seguirla verso sinistra., fino al canalino di 20 m che scende ai piedi del gran canalone ghiacciato.

Attraversare il canalone, ripercorrere a ritroso la cengia sotto la parete gialla (Torre Sud), scendere larghi per tracce di sentiero e salti rocciosi (ometti) e, dopo circa 70-80 m., ripiegare a destra e raggiungere la cengia d'attacco.

(ore 3-3.30).

Percorrere poi a ritroso il sentiero d'andata:

1)  fino al rifugio Auronzo: 2 ore

2)  fino al rifugio Zsigmondy-Comici: 1 ora

Via Drash

Si tratta della via più rapida e diritta per salire in vetta alla Croda dei Toni e costituisce anche la normale via di discesa.

Percorrendola in salita risulta utile per individuare i grossi anelli cementati che poi in discesa, con 16 doppie, riportano alla base in circa 3 ore. 
La via non è molto interessante dal punto di vista della arrampicata. 
Solo il primo tiro sul diedro, dove si lascia il percorso normale di salita, è interessante. 
Si alternano poi tratti facili di scarso interesse ad altri su roccia non sempre solida o su placche inclinate compatte, spesso bagnate e poco proteggibili, 
anche se di bassa difficoltà (fra 3° e 4°).
 
Nel complesso la vecchia via normale è più interessante e divertente. 
 
Primi salitori:  F. Drasch, 23 settembre 1887
 
Difficoltà:  D , max: 4°  Coefficiente Difficoltà: 328   Coefficiente Globale: 367
 
(30*0,5) +(30*0,2) +(15*0,5)+(10*0,2) +(100*0,2) +(20*3) +(30*0,5) +(30*0,2)+(5*3) 
+(20*0,2)+(20*0,5)+(5*3) +(15*0,5)+(10*3) +(40*2) +(20*0,5) +(80*0,2) +(40*0,2) +(100*0) = 328 
 
Dislivello:  550 m 
Sviluppo:  900 m 
Rischio: R3
Tempi:  4 ore. 
Roccia:  generalmente buona; spesso bagnata nella parte alta. 
Materiale:  cordini, dadi, qualche chiodo (soste attrezzate ad anelli cementati ma pochi chiodi intermedi) 
 
SALITA
 
1)  Risalire il camino che sale in diagonale verso destra (20 m, 3°), fino ad arrivare sopra una parete di 20 m. 
Dall’uscita del camino andare qualche metro a destra su placche appoggiate (10 m, 3° poi 2°) fino ad incontrare un AF. 
30 m; 3°. 
 
2)  Seguire un pò a destra la cengia dell’ anello di sosta, per poi salire delle facili scaglie rocciose in vista del gran canalone ghiacciato fino ad attraversare 
uno scolo secondario, che solca tutta la parete SO della Croda dei Toni. 
Attraversare il canalone secondario, salire dalla parte opposta ad un gradino-cengia di roccia bianca. 
30 m; 1° e 2°. 
 
3)  Spostarsi qualche metro a destra e risalire un caminetto (3°, 10 m), alla cui uscita iniziano dei gradoni rocciosi, che si salgono sempre in parallelo al 
gran canale ghiacciato. 
Seguire gli ometti e i bolli rossi fino alla sosta (15 m, 2°). 
25 m; 3° e 2°. 
 4)  Qui abbandonare la via normale (che prosegue diritta per caminetti, segni rossi sbiaditi) e salire in diagonale a destra per gradoni di roccia chiara,
 puntando ad un diedro che incide la ripida fascia di rocce sotto e a destra di un grande muro giallo strapiombante 
(40 m, 2°). 
Salire le ghiaie della grande cengia che fascia la base del muro giallo fino sotto al diedro (20 m, 1°). 
60 m; 1° e 2°. 
 
5)  Risalire il diedro sovrastante, inciso da una fessura nel fondo (20 m, 4°, 1C a metà), portarsi fino alla terrazza soprastante, dove si sosta ad un AF. 
20 m; 4°, 1C. 
 
6)  Rimontare i facili gradoni con detriti tendendo a destra (verso il canalone; 20 m, 1°), scalare alla fine una placca ripida che porta su un’altra cengia 
rocciosa con AF (10 m, 3°). 
30 m; 1° e 3°; 1AF. 
7)  Spostarsi a destra lungo la cengia fino dove il muretto sovrastante si abbatte (10 m, 1°). 
Scalare una placca liscia (5 m, 4°-, 1C alla base), sopra la quale riprendono i gradoni detritici che portano fino ad un terrazzino con nicchia ed AF, 
alla base di un caminetto umido (20 m, 2°, 1C ad anello). 
35 m; 2°, pass. 4°-; 2C. 
 
8)  Salire il caminetto con buone prese umide (10 m, 4°), uscire a destra per fessure appoggiate fino sotto una zona poco ripida (10 m, 2°), 
dove c’è un AF (sosta facoltativa). 
Salire le roccette detritiche (10 m, 1°), attraversando un canale che in alto si chiude a camino ed in basso precipita nel grande canalone ghiacciato (10 m, 1°). 
Oltre il canale salire qualche metro fino ad una cengia sotto una placca scura spesso bagnata (5 m, 3°) dove c’è un chiodo. 
45 m; 2°, pass. di 3° e 4°; 1AF, 1CF. 
 
9)  Poco a destra della sosta salire una fessura bagnata, ma con buone prese, tenendosi  a destra del canale-camino fino a raggiungere il fondo 
del canale-camino, sotto un grosso masso incastrato ad un terrazzino con AF. 
25 m; 3° e 4°; 1AF. 
 
10)  Passare a destra del masso (5 m, 3°+, 1CL) e continuare verso destra per placche appoggiate, oltrepassando un primo anello cementato (15 m, 4°-) 
e portandosi, sempre un po’ verso destra, sotto ad un muretto, ormai a poca distanza dalla grande cengia anulare (20 m, 3°+). 
40 m; 4°-, 1AF. 
 
11)  Andare a destra fino dove termina il muretto e salire per rocce appoggiate non sempre solide fino alla grande cengia, sostare sotto le tracce di 
sentiero della via normale ad un AF. 
20 m, 3°, 1AF. 
 
Raggiunta la cengia seguirla lungamente verso destra (ometti, segni rossi), contornando tutto il versante Sud, sopra la Forcella Alta della Croda dei Toni, 
girando poi sul versante Val Giralba.
Continuare lungo le tracce alla base della strapiombante parete gialla del torrione sommitale fino dove a sinistra si apre una conca con rocce rotte. 
Un grosso ometto e segni rossi indicano il punto più facile per risalire le rocce del torrione. 
15 min. dall’uscita sulla cengia. 
 
12)  Salire per rocce ripide ma non difficili, seguendo i segni rossi, rimontando vari salti, prima direttamente (dopo 20 m, 2°, un passo di 3°; 1C con fettuccia per CD) 
e poi piegando a destra lungo una depressione, fino a guadagnare un piccolo sperone sulla destra (ometto). 
Sosta su grosso spuntone.
50 m; 2°, un pass. 3°; 1C. 
 
13)  Passare oltre allo sperone (1C) e traversare a destra (qualche segno rosso, ometti) per cengia, fino alla base di un canale-camino (10 m, 1°). 
Risalire il canale (quello più a destra) per facili rocce fino alla sovrastante forcella (20 m, 2°).
30 m; 2°; 1C. 
 
14)  Andare ora a sinistra, seguendo una cresta di rocce rotte (20 m, 1°) fin sotto un ultimo salto più ripido (1C alla base). 
Scalarlo fin dove le rocce si abbattono di nuovo (20 m, 3°, 1CF con cordino per CD). 
40 m; 1°, pass. 3°-; 1C, 1CF. 
 
15)  Rimontare delle facili rocce lungo la cresta (20 m, 1°), piegando poi a destra lungo una cengia detritica ascendente che porta alla croce della cima.
(80 m, 1°). 100 m, 1°. 
 
DISCESA
 
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Via del PILASTRO (Kruttner-Peham)

Primi salitori:  M. Kruttner, H. Peham  26-7-1933

Difficoltà:  3°, 4° / 5° lo strapiombo

Dislivello:  450 m.

SALITA

Lasciando a destra il sentiero che porta alla Via Normale, salire per un canalino di sfasciumi al pilastro.

Procedere facilmente per un canalone rossastro con roccia marcia ad un paretone liscio.

Evitarlo girando a destra per arrivare ad una forcella ghiaiosa (ometto).

Con facile arrampicata a destra, salire per un canalone-camino ad una vasta cengia.

Per la cengia a sinistra portarsi, subito prima di una stretta forcella, tra uno spuntone a sinistra e il massiccio della montagna a destra.

Davanti si innalza una parete verticale e liscia.

Aggirarla per una stretta cengia, prima in orizzontale, poi sempre più ripidamente finchè si trasforma in camino.

Superare infine uno strapiombo (molto difficile, ma con buoni appigli; 1 ch.), poi per alcuni brevi gradoni si arriva ad un‘ altra grande cengia.

Seguirla a sinistra; salire un camino di 25 m. e un altro più corto, e per una crestina si arriva sopra il paretone.

Voltando a sinistra raggiungere lo spigolo.

Lungo lo spigolo si arriva alla forcella tra la cima del pilastro (Anticima) e la Cima Principale.

Invece di raggiungere la cengia ad anello della Via Normale, traversare fino ad un canalone nevoso, risalirlo fino alla cima per la sua sponda destra, e si giunge in vetta all'Anticima.

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