Parete nord-ovest      Via dei cinque di Valmadrera

Primi salitori:  G. Rusconi, G. Tessari, A. Rusconi, G. B. Crimella, G. B. Villa, 16/22-3-1972

Dislivello:  1170 m.

Sviluppo: 1355 m.

Difficoltà:  5°, 6°, A1, A2, A3   Coefficiente Difficoltà: 13085     Coefficiente Globale: 16356

(25*8)+(20*10) +(20*3)+(20*8) +(20*10)+(20*16) +(30*16) +(25*3)+(25*8) +(30*3)+(30*10) +(25*3)+(20*8) +(50*8) +(10*8)+(10*10)+(10*16) +(30*16) +(20*18) +(10*8)+(10*16)+(10*18)+(10*20) +(10*16)+(10*18) +(15*16)+(10*18) +(10*16) +(10*18) +(10*16)+(10*18) +(20*16)+(20*18) +(30*16)+(15*10) +(40*16) +(15*18)+(15*16)+(5*8) +(10*22)+(10*18) +(20*0,5)+(20*3) +(30*3)+(30*8) +(20*8)+(20*10) +(25*3)+(20*8) +(20*8) +(50*0,5) +(50*3) +(25*3)+(20*8) +(20*8)+(20*10) +(10*5)+(25*16) +(10*16)+(5*18) +(15*16) +(10*8)+(10*16) +(10*8)+(15*16) +(15*16)+(15*18) +(30*3) = 13085   1355m.

Rischio: R5

Relazione di G. Rusconi .

L'attacco è comune con la «via Philip-Flamm» e con la «via degli amici».

Salire il canalino inclinato verso sinistra; dove iniziano le difficoltà la Phlip va a sinistra, la seconda va a destra.

La «via dei cinque di Valmadrera» sale diritta lungo una fessura con sporgenze che si riescono a superare con il solo ausilio di 4 chiodi.

Difficoltà 5°+. Sosta a sinistra su di un piccolo terrazzo.

Si parte a destra per prendere un'altra specie di fessura che offre buoni appigli e con elegante arrampicata si sale per 45 m; 5° e 5°+; chiodi 4; fermata all'inizio di un diedro-fessura.

Diedro fessura chiuso una ventina di metri sopra da una strozzatura che si può superare tenendosi incastrali; quindi con molta fatica e con un'arrampicata più elegante ed esposta, spostandosi sullo spigolo sinistro del diedro; 4° e 5°; fermata appena sopra questa strozzatura, tenendosi dentro la fessura.

Si sale in arrampicata di opposizione per alcuni metri; 5° +; 1 chiodo; superare una piccola pancia con solidi appigli, poi la fessura obliqua verso sinistra passando sotto un pronunciato strapiombo.

Superando poi altri piccoli strapiombi, si arriva su di un piccolo comodo terrazzino; 5° con passaggi di 6°.

Seguendo delle rotture si attraversa a destra qualche metro, quindi si supera una placca molto impegnativa ed avara d'appigli; 6°, 4 ch. Fermata alla base d'un piccolo diedro.

Superare il diedro in libera e tenendosi verso destra s'arriva a prendere una grossa fessura, dove si sosta; 45 m; 4° e 5°.

Seguendo questa fessura con due tiri, passaggi di 4° e di  5°+, si arriva nella grossa nicchia dove abbiamo passato cinque bivacchi, tre bloccati dal cattivo tempo.

Uscendo a destra della nicchia; 5°, 2 ch., si sale per una fessura 45 m, 4° e 5°. Fermata fuori della fessura.

S'attraversa qualche metro verso destra, poi si sale diritti su di una piccola parete con solidi, ma minuscoli appigli, e con 50 m s'arriva alla cengia grande sotto la fascia degli strapiombi.

Qui abbiamo fatto 5 bivacchi, di cui tre per cattivo tempo.

Gli strapiombi si staccano a destra del giallo, dove forma un grande diedro con la parete nera.

Si sale qualche metro sulla parete di sinistra per arrivare a prendere la fessura di fondo del diedro, e quindi per 20 m, superando un piccolo strapiombo s'arriva su d'un piccolo terrazzino sul labbro destro del diedro, 5° + e 5°, A1, A2.

Salire diritti una fessura dapprima facile da chiodare, poi sempre più difficile.

Si sale per 30 m, fino sotto un tetto.

Con traversata a destra di 2 m, molto delicata, s'arriva su un piccolo terrazzino al termine della parete nera e del labbro destro del diedro; 6°, A2 e A3.  Sosta.

Da qui parte una fessura che obliquando verso sinistra sale al centro della fascia degli strapiombi, proprio sotto al grande tetto che sbarra questa fascia e che visto dal basso rappresenta il punto di maggiore incognita.

Si segue questa fessura e si fa fermata sulle staffe dopo 40 m. 6°, 5°, A1 e A2.

Attraversare a sinistra per 2 m, aggirando una sporgenza ed entrando in un piccolo diedro che permette di salire su di un pilastro;

20 m; 6°, A2.  Sosta.

Lungo un diedro giallo molto compatto, con difficoltà di chiodatura, s'arriva dopo 30 m sotto il grande tetto;

6°, A2, A3; fermata comoda ma su staffe.

Il tetto presenta più fessure; andare a prendere la piccola fessura 3 m più a sinistra e con l'ausilio di chiodi ad U e due cunei, su roccia molto friabile fatta tutta a cubetti, usando delicatezza si esce dal tetto in A3.

Dopo il tetto la roccia diventa color grigio-scuro e molto compatta; le fessure sono parecchie ma cieche.

Con arrampicata su piccoli appigli si sale per una ventina di metri, facendo fermata in una nicchia; 6° e 6°+, A1, A2.

In spaccata si esce dalla nicchia e superato un piccolo tetto difficile da chiodare, si fa fermata dopo una ventina di metri; 6°, A2.

Un altro tetto di circa un metro di sporgenza, pure difficile da chiodare, va superato per entrare così in una nicchia formata dalla fessura che s'allarga.

Qui si è bivaccato in due, per due notti, scomodi, uno addosso all'altro.

Si esce dalla nicchia sfruttando il labbro sinistro e magari con piramide umana.

Dopo qualche metro, la fessura diventa stretta e molto compatta, con roccia grigia; quindi si sale per 40 m; 6°+, A2. Fermata abbastanza scomoda.

Si prosegue lungo la fessura che ad un certo punto scompare. Un chiodo a pressione.

Poi, dopo 30 m, si prende la fessura che va in diagonale verso destra, fermandosi su di un piccolo terrazzo, prima di uno strapiombo giallo e friabile; 45 m; 6° e 5°+. Fermata.

Si supera lo strapiombo giallo sfruttando una piccola fessura, dapprima friabile, poi compatta, poi di nuovo friabile; 6°; 40 m. Fermata su staffe in un piccolo diedro.

Salire sino a prendere la grossa fessura che arriva da destra e che è protetta da uno strapiombo.

La si segue per qualche metro sin dove diventa strapiombante.

Salire sfruttando maggiormente il lato sinistro che si presenta più facile da chiodare, poi per altri 8-10 m su rocce rotte; ci si ferma alla base di una lama staccata, all'inizio di un diedro grigio-nero; 35 m; 6°, 5°, A2. Fermata.

Si supera alla Dùlfer la lama e poi si prosegue nel diedro per una diecina di metri, sino ad arrivare ad una fessura sana e facile da chiodare, che permette di attraversare a sinistra per 5 o 6 m, raggiungendo un piccolo posto di fermata;

20 m; 6°, A1, A3. Fermata al termine degli strapiombi.

Da qui, attraversando per qualche metro, s'arriva ad una rampa che porta dopo 40 m ad una grotta comoda per il bivacco di due, tre persone. Fermata.

Salire 40 m con difficoltà di 3° e 4°. Fermata.

Attraversare sino ad una specie di cresta alla base d'un salto di roccia verticale tutta rotta; a 5 m sulla destra di questa cresta c'è una grotta comoda per bivacco, visibile anche dal basso. Fermata.

Dal terrazzino che sta al termine degli strapiombi (tre tiri prima) per evitare il giro, proseguendo diritti per 50-60 m, 4° e 5°, si arriva direttamente alla cresta.

Sulla parete dove si congiunge la cresta vi è un chiodo a pressione da fermata.

Da qui salire, cercando il punto più debole in mezzo alle rotture, per 40 m; fermata su d'un piccolo terrazzino spostato un metro a sinistra rispetto al chiodo di pressione; 5° e 5° +. Fermata.

Si segue una fessura che sale un pochino verso sinistra; 45 m, 4° e 5°. Fermata.

Aggirando sulla destra e proseguendo poi verso sinistra, dopo 20 m di 5° si esce sulle cenge superiori dove passa - e la si incrocia - la via Comici. Fermata.

Salire diritti per 50 m su terreno facile. Fermata.

Con un altro tiro s'arriva su di una piccola cresta con a destra una grande grotta ed un'altra circa 50 m sopra. Fermata.

Da qui salire su di un piccolo spigolo e volgendo a destra si entra in un largo colatoio fessurato; 45 m; 4° e 5°. Fermata.

Proseguire diritti dentro il colatoio, sino ad arrivare in cima al labbro destro; 40 m; 5° e 5° +. Fermata.

Proseguire diritti 4 m, poi aggirare lo strapiombo sulla destra, con roccia grigio-scura; arrampicata molto esposta ma con appigli solidi e buoni;

35 m; 6° con passaggio di 4°+. Fermata scomoda su staffe.

Seguire una fessura un po' strapiombante e facile da chiodare, per 8-10 m.

Poi la fessura finisce e quindi, con difficile traversata a sinistra di 3 m, si raggiunge una fessura e 2 m sopra si fa fermata abbastanza comoda; 15 m; 6° e 6°+.

Seguire la fessura superando una piccola pancia strapiombante; una quindicina di metri sopra questa, sulla destra, c'è una cengia protetta da uno strapiombo. Posto di fermata per l'ultimo bivacco.

Da qui sulla sinistra superare un salto verticale e friabile di circa 10 m, poi lungo una fessura verticale s'arriva dopo altri 8-10 m su di un comodo posto di fermata, sotto uno strapiombo 5° e 6°. Fermata.

Da qui, calarsi per 5-6 m, sulla destra, sino a prendere una fessura-diedro che sale verso destra; seguirla per 7 m, quindi passare a destra del piccolo spigolo e far fermata sotto un pronunciato strapiombo friabile; 20-25 m; 5° e 6°.

Proseguire a destra su una parete verticale che forma uno spigolo molto aereo (si vede sotto a picco la base della parete).

Salendo ancora verso destra si passa sotto un altro strapiombo; quindi uscendo in una specie di diedro; 30 m; 6° e 6°+. Fermata.

Ormai le difficoltà sono finite e 30 m sopra c'è la vetta, proprio nel punto più alto della seconda cima della Civetta, ossia 30 m a sinistra dell'uscita della via Solleder-Lettenbauer.