PILASTRO TOFANA di ROZES (2807 m.)
PARETE SUD-EST
Primi Salitori: E. Costantini; R. Apollonio; 14 luglio 1944.
Difficoltà: TD+; passaggi di A2 o 7+. Coefficiente di Difficoltà: 4836 Coefficiente Globale: 5319
(40*8) +(30*10) +(30*10) +(35*10) +(35*3) +(40*16) +(20*0,5) +(40*6) +(20*19) +(40*18) +(20*5)+(20*8) +(35*8) +(30*10) +(40*3) +(40*6) +(50*5) +(30*0,5) +(30*0,2) = 4836 625m.
Dislivello: 550 metri
Sviluppo: 625m. 19 lunghezze di corda più un tratto finale facile.
Rischio: R2
Tempi: salita ore 8-9, discesa ore 1
Materiale: 2 corde da 40 m, 12-15 rinvii, cordini, a discrezione 2 staffe a testa, qualche chiodo e cuneo.
CENNO GENERALE
E' la più celebre e frequentata via della Tofana di Rozes, per la sua linea perfetta che la contraddistingue ed alla bellezza dell'arrampicata, a volte molto atletica.
La roccia è ottima fino alla prima cengia, poi ha qualche piccolo tratto friabile, ma ripulita dalle numerose ripetizioni.
La via è continua come difficoltà, la chiodatura è abbondante e sicura, con eccezione per il tratto detto « schiena di mulo », dove andrebbero sostituiti alcuni cordini e cunei vecchi.
Fino alla prima cengia, la via segue una evidente fessura obliqua che solca il basamento grigio, poi prosegue sempre nella fessura nella parete gialla e strapiombante ed è interrotta da due tetti da superare.
La via oltrepassa una seconda cengia e supera un camino profondo che forma con la parete la cosiddetta "schiena di mulo"; più in alto la via si sposta in parete verso sinistra ed esce in cresta in corrispondenza di un canale.
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nel Luglio 1984 con Renato Bernard.
Una delle Vie più belle che abbia mai fatto, per l’ambiente, per la roccia, per la completezza dell’arrampicata.
Ci sono 2 tetti da superare , uno di 70 CM. e uno di 1,5 m. e un tratto chiamato "schiena di mulo" molto strapiombante e strano.
Il resto è un ‘arrampicata su placche e diedri su tacchette.
La chiodatura è buona , anche esagerata.
Difficoltà 5°+ / A1 abbastanza omogeneo, se in libera nei tratti artificiali la difficoltà sale a 6c.
Dopo la "schiena di mulo " probabilmente abbiamo fatto una variante , peraltro difficile, andando a destra su gradoni invece di seguire interamente un diedro.
La discesa è abbastanza semplice e veloce.
ATTACCO
Dal rifugio Dibona per il sentiero N°. 442 dirigersi alla base del Pilastro, in corrispondenza del diedro di destra (40 minuti).
SALITA
L'attacco è evidente al centro della parete e alla base di un diedro giallo-grigio verticale. Un chiodo vecchio di assicurazione segnala l'inizio.
1-2) Superare interamente il diedro. 40 m di IV con un passo di V con 1 ch., sosta comoda con 2 ch. di sosta.
E' possibile superare un altro diedro più a sinistra, ma con maggiori difficoltà.
Obliquare a destra su placche grigie (2 ch.).
Giunti a un chiodo con cordino, si può:
a) calarsi a corda sulla destra per circa 6-8 m. arrivando ad una cengetta da seguire fino alla sosta con ch.
b) alzarsi di 2 m. e attraversare a destra in orizzontale fino alla sosta.
30 m con difficoltà di IV+ e V.
Si è alla base di una fessura che rappresenta la direttiva della salita.
3) Superare due strapiombi, il primo sulla destra, il secondo a sinistra e raggiungere una sosta scomoda con 2 ch.. 30 m V e V-.
4-5) Seguire la fessura su roccia grigia, all'inizio strapiombante, fino ad arrivare sotto un marcato strapiombo.
Sostare con 1 ch. Circa 70 m di cui i primi 35 di IV+ sostenuto, poi IV e III+ con ch. e 1 cuneo.
Lo strapiombo si deve superare a sinistra (V e A1), poi salire diritti per la fessura inclinata. 40 m; sosta da attrezzare.
Si è giunti alla prima ampia cengia che delimita la parte grigia.
Se si volesse uscire dalla parete, si può seguire la cengia verso destra fin quasi al gran canale che delimita il pilastro, effettuando 2 doppie attrezzate nel canale che separa il Pilastro dal Primo Spigolo (attenzione alle scariche di sassi), lo si raggiunge e lo si segue fino alla base della parete (ancora una o due doppie).
6) Raggiungere l'orlo di un grande buco caratteristico che si inabissa verso il centro della parete (Buco di Tofana).
15 m di III con 2 ch. di sosta.
7) Salire portandosi all'inizio della roccia gialla. 25 m di IV+, ch. di sosta.
8) Portarsi sotto un marcato tetto. 15 m di IV+ e V-, sosta scomoda con ch..
9) Superare il tetto e sostare con ch. di sosta, subito sopra. 20 m di A1 (VII) e V.
10) Proseguire per la fessura obliqua a destra su roccia friabile e leggermente strapiombante per tutta la lunghezza. 40 m di V con diversi ch.; è possibile sostare a metà con 4 ch..
11) Si è arrivati sotto il secondo tetto.
Superarlo arrivando alla seconda cengia. 25 m V, A1 (VI+).
12) Ora si presenta un camino che strapiomba fortemente e che nasce da una grotta.
Questo è il tratto chiamato « schiena di mulo ».
Entrare nella grotta, salire il bordo sinistro entrando nel camino. 40 m di IV+, A2 (VI+) e V- con cunei non molto sani e cordini infilati attorno a sassi incastrati, sosta con 2 ch..
13) Salire per il camino inclinato, 40 m di IV con ch. di sosta.
14) Sempre per il camino ora verticale. 35 m di IV+ e V- con 2 ch..
15) Superare un muro di roccia bianca in artificiale, quindi deviare a destra. 30 m di A1, V e IV con ch..
16) Proseguire diritto, su roccia grigia sotto la parete terminale. 40 m di IV con un passo di IV+ con ch. di sosta.
17) Sotto la parete gialla occorre attraversare a sinistra, anche abbassandosi leggermente in un punto. 40 m di III con un passo di V-, 1 ch.
18) Superare un tratto di parete quasi verticale sulla destra (IV e IV+), portandosi sul filo dello spigolo. 40 m.
19-20) Girare a sinistra e per rocce facili raggiungere una forcella a poca distanza dalla cima del pilastro.
DISCESA
Dalla forcella di arrivo, traversare in quota verso nord, senza lasciarsi attirare dai ripidi pendii che scendono a destra.
Passare sopra un ponticello (avanzo della guerra) e raggiungere una forcella sulla sinistra (ometti), la si raggiunge dopo circa 10 m affacciandosi sui ghiaioni.
Per sentiero raggiungere i ruderi del Rif. Cantore e da lì il rifugio Dibona.
(ore 1,30)