RELAZIONE Via BHUL e MICHELUZZI
PIZ CIAVAZZES
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nel Luglio del 1984 con Renato Bernard.
Difficoltà 6° pieno (in libera 6a).
Via sostenuta nel tratto che si divide dalla Micheluzzi , traverso con strapiombo.
Il diedro vero e proprio è molto bello , elegante, ma non eccessivamente difficile.
Conviene farla e poi calarsi alla sosta della Micheluzzi per poi proseguire con questa (2 vie in un giorno).
Via Micheluzzi
Primi salitori: Ettore Castiglioni e Luigi Micheluzzi, 26 settembre 1935
Difficoltà: V, con passaggi di V+ e AO (oppure VI- in libera) Coefficiente di Difficoltà: 3169 Coefficiente Globale: 3644
(15*3)+(20*6) +(20*10)+(15*8) +(20*0,7)+(15*8) +(10*18)+(25*6)+(10*8) +(20*0,5) +(35*10) +(30*8) +(30*16) +(20*8)+(15*5) +(20*6)+(20*10) +(30*5) +(10*6) +(35*5) +(40*3) = 3169 455m.
Dislivello: 500 m (250 m. fina alla Cengia dei Camosci) Sviluppo: 700 m (450 m. 13 lunghezze)
Rischio: R3
Tempi: ore 4,30-5,00 (fino alla Cengia dei Camosci), altre 4-5 ore se si effettua anche la parte alta.
La via sale nel mezzo il settore centrale della parete Sud.
Una delle più belle arrampicate libere delle Dolomiti, celebre per la famosa traversata di 90 m. dì alta spettacolarità.
La parte inferiore si svolge su placche grigie di roccia ottima, anche se levigata dal continuo passaggio, ed è caratterizzata da un lungo traverso (90 m) in completa esposizione.
La parte superiore oltre la Cengia dei Camosci segue una rampa obliqua da destra a sinistra fin sotto una zona gialla e strapiombante, poi, con una traversata a destra, prende un sistema di diedri e fessure che portano in vetta.
La via è molto frequentata nella parte inferiore; la parte superiore, invece, è poco ripetuta, meno continua e si svolge su roccia a tratti friabile.
Tutti i chiodi occorrenti, soste comprese, sono presenti, per la parte superiore è consigliabile portare dei dadi di varie misure o friend; nella prima parte, da circa metà traversata, è possibile scendere a corde doppie (ancoraggi in posto).
Dallo spiazzo a q. 2080 m sulla strada del Passo Sella, in corrispondenza del rettilineo sotto il Piz Ciavazes, salire per sentiero alla base della parete (10-15 minuti), all'attacco c'è scritto il nome della via.
Un marcato diedro giallo solca in alto la parte inferiore del settore centrale; la via attacca circa 40 m. a sinistra della zona strapiombante situata sulla verticale di detto diedro.
PARTE INFERIORE: (ore 4-5 dall'attacco).
PARTE SUPERIORE: dall'uscita sulla Cengia dei Camosci traversare a sinistra per circa 80 m, salire mirando ad una rampa obliqua da destra a sinistra, che inizia poco a sinistra del cono detritico al centro parete.
Superare un breve camino, proseguire lungo la rampa per diedri, canalini e brevi tratti di parete, fino a una nicchia sotto grandi strapiombi gialli (130 m.; III e IV).
Dalla nicchia alzarsi pochi metri, poi traversare a destra per strette cenge friabili fino a raggiungere l'inizio del sistema di diedri e fessure che solca la parte terminale della parete (60 m.; inizio di IV, poi III).
Salire stando inizialmente sulla faccia destra del diedro (30 m; V-).
Passare poi nel fondo del diedro e salirlo fin dove finisce in una nicchia (30 m; V, 1 passaggio di V+).
Non proseguire lungo la soprastante fessura-camino (cordini), ma andare a destra per prendere una fessura friabile, che porta alla terrazza detritica delle cima (45 m.; IV + , V-).
(ore 2.30-3; ore 6.30-8 dall'attacco).
Diedro Buhl
Primi salitori: Hermann Buhl e Walter Streng, estate 1949
Difficoltà: VI Coefficiente di Difficoltà: 2850; 3049 in libera Coefficiente Globale: 3135; 3353 in libera
(15*3)+(20*6) +(20*10)+(15*8) +(20*0,7)+(15*8) +(10*18)+(25*6)+(10*8) +(20*0,5) +(20*16)+(15*18) +(35*14) +(20*3)+(25*8) +(25*10)+(15*14) +(35*6) = 3049 350m.
Dislivello: 170 m. solo per la parte sopra alla Via Michelluzzi
Rischio: R2
Si tratta in effetti di una variante diretta della via Micheluzzi, ma per l'importanza e la bellezza dell'arrampicata viene considerata come un itinerario a sé stante.
Supera l'evidente diedro giallo sotto la Cengia dei Camosci, evitando così la traversata della via Micheluzzi.
Arrampicata impegnativa e sostenuta, su buona roccia, molto ripetuta; i chiodi occorrenti sono presenti, utili dadi e friends.
La via ha inizio dalla 5° sosta della via Micheluzzi, dove comincia la lunga traversata
(ore 3-4 dall'attacco).
Per chi vuole percorrere una via completamente indipendente dalla Micheluzzi suggerisco di utilizzare la seguente variante.
Primi salitori: J. Heinl e A. Wehinger, 19 giugno 1974
Difficoltà: V, passaggi di VI-, Al, A2
Dislivello: 150 m.
Roccia buona; tutti i chiodi occorrenti sono in posto.
Attacco a circa 50 m a destra della via Micheluzzi.
Salire diritto fino a un chiodo, traversare a sinistra entrando in un diedro e seguirlo fino a una nicchia
(30 m; V+, VI-, Al, A2).
Il diedro poi si trasforma in una rampa-canale; seguirla per 2 lunghezze fin dove ritorna verticale (70 m; III, IV, V-).
Proseguire nel diedro verticale, vincere uno strapiombo e sostare, al termine, sulla cima di un pilastro a sinistra
(30 m; V, Al, V +).
Obliquare a sinistra sotto una fascia di strapiombi e raggiungere la via Micheluzzi all'inizio della traversata
(30 m; III, V).
Proseguire poi a scelta per la Via Micheluzzi o per la Via Bhul.
(ore 2-3 dall'attacco).