RELAZIONE Via DIBONA
CIMA GRANDE DI LAVAREDO, m 2999 spigolo NE, Via DIBONA
Lo spigolo è privo di eccessive frastagliature o di estreme verticalità, occorre seguirlo, con lievi spostamenti sulla parete di sinistra.
I chiodi utili sono presenti nei tratti difficili, portare dadi e cordini per l'ultimo tratto.
Primi salitori: A. Dibona, E. Stubler, 8 agosto 1909
Difficoltà: D, max: 4°+ Coefficiente di Difficoltà : 739 Coefficiente Globale: 849
(10*0,5)+(10*0) +(20*3)+(20*5) +(25*3)+(25*5) +(40*0,5)+(10*3) +(20*0,5)+(20*3) +(30*0,2) +(30*0,7)+(10*3) +(20*3)+(20*0,7) +(20*3)+(20*0,7) +(70*0,7) = 739
Rischio: R3
Dislivello: 400m.
Sviluppo: 420m. (fino alla cengia anulare) + 150m. (fino alla vetta)
Sviluppo: 430 m
Tempi: 5 – 6 ore
Roccia: generalmente buona; spesso bagnata nella parte alta.
Materiale: cordini, dadi, qualche chiodo (soste attrezzate solo lungo il filo dello spigolo; qualche chiodo di passaggio)
AVVICINAMENTO
Dal parcheggio del Rifugio Auronzo seguire la strada per il Rifugio Lavaredo.
Passare vicino alla Cappella degli Alpini e poi al Rifugio Lavaredo e salire alla Forcella Lavaredo, m 2470.
Dal Rifugio Locatelli raggiungere la forcella lungo la mulattiera pianeggiante, segn. 101, in circa 30 minuti.
Dalla Forcella seguire a sinistra la traccia che passa alla base dei versanti Nord delle Lavaredo.
Arrivati sotto la Cima Grande salire a sinistra lungo il canalone che scende fra questa e la Cima Piccola portandosi alla base dello spigolo (targa).
Salire una decina di metri più in alto della base dello spigolo presso una fessura che permette di evitare l’inizio strapiombante dello spigolo.
Ore 1 dai rifugi Auronzo o Locatelli.
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nel Settembre 1972 con Antonio Casiraghi
La via è interessante, non difficile e con roccia buona.
Dalla base occorre mirare ad una fessura a forma di Y e raggiuntola prendere la fessura di sinistra.
Dopo la cengia anulare non è molto chiaro il tracciato da seguire per arrivare in vetta.
Solo dopo vari tentativi e con un pò di fortuna siamo riusciti a trovare la vetta, ma con molta perdita di tempo.
In discesa siamo arrivati facilmente alla Grande Terrazza detritica a circa metà strada.
Poi abbiamo sbagliato l’itinerario e siamo finiti su una via di salita (via Tombosi) , ci siamo calati per 2 tiri di corda e poi non essendo stato capace di trovare un posto per piantare un chiodo sicuro di doppia ho dovuto risalire fino alla grande terrazza.
Nel frattempo stava calando la sera ed abbiamo dovuto bivaccare sulla terrazza.
Dato che le sfortune non vengono mai sole, durante la notte si è messo a piovere e nevicare.
Notte da incubo digrignando i denti.
Tonino molto generosamente ha scambiato la sua giacca a vento più pesante con la mia più leggera.
Al mattino da intirizziti proseguiamo le ricerche per scendere e per fortuna vediamo degli alpinisti sulla normale della cima piccola che ci indicano il percorso da seguire.
Questo ci ha insegnato che prima di salire una via su una cima con discesa complicata, occorre sapere bene o aver già fatto in salita la via di discesa.
Al nostro arrivo al Rifugio Auronzo, le nostre mogli erano affrante perché era il secondo bivacco nella settimana e ci hanno giurato che non sarebbero più venute con noi se andavamo ad arrampicare.
LINEA di SALITA
Da Forcella Lavaredo, per ghiaie, si va al canalone vicino alla parete.
L'attacco è a sinistra del punto più basso raggiunto dalle rocce, dove una rampa (II°) porta verso destra, oppure percorrere una corta cengia che più in basso porta ugualmente allo spigolo (IV°+).
Appena avvicinato lo spigolo il tracciato si allontana per ritornarvi dopo 3 lunghezze (III° e IV*+).
Rimontare vicino al bordo (III e IV gr.), fino a raggiungere una zona più facile (II°).
Ad un terrazzino o spostarsi in parete (II° e III°) o proseguire lungo lo spigolo (IV° e V°-).
Proseguire poi su rocce facili (II°), guadagnata un'ampia cengia ghiaiosa (circa alla undicesima lunghezza) di nuovo si presenta un'alternativa: piegare a sinistra raggiungendo la via comune all'inizio di una spaccatura con chiodi per la corda doppia, o proseguire verticalmente.
Il tracciato originale punta direttamente alla cima con difficoltà di II° e III° e si svolge in ambiente selvaggio ed emozionante, ma con roccia non sana, scegliendo i lati accessibili (ci sono vecchi chiodi).
SALITA
1) Scalare la fessura senza troppe difficoltà portandosi sulla cengia sovrastante (10 m, 3°).
Seguire la cengia verso destra fin quasi sul filo dello spigolo (10 m 1°) dove c’ è un chiodo con anello.
20 m; 3°, 1°; 1CF.
2) Salire direttamente la parete sovrastante qualche metro a sinistra dello spigolo, (10 m, 4°, pass. 4°+; tenendosi ancor più a sinistra le difficoltà sono inferiori).
Proseguire in verticale su buona roccia fino sotto ad una fascia leggermente strapiombante (15 m, 4°, 3C); superarla un pò a sinistra (3 m, 4°+) salendo poi in verticale fino ad un terrazzo con sosta (12 m,4°-).
40 m; 4°, 4°+; 3C, 2CF.
3) Alzarsi leggermente a sinistra della sosta (lo spigolo è circa 5 m sulla destra) portandosi alla base di una fessura-camino (10 m, 4°, 2C).
Il primo tratto della fessura è verticale (5 m, 4°, pass. 4°+, 1C), poi si attenua ed ha minori difficoltà (15 m, 4°, 3°).
Passare oltre una piccola cengia fino ad una terrazza detritica (20 m, 3°, 3°+, 1C), dove si sosta comodamente.
50 m; 4°, 4°+; 4C, 3CF.
4) La parete ora attenua la verticalità e diventa grigia.
Lasciando lo spigolo 10 m. a destra, salire per parete solcata da fessure e gradini fino ad un terrazzino (25 m, 3°, 3C) con 2C vicini.
Da questi salire leggermente verso destra ritornando vicino allo spigolo (10 m, 3°, pass. 4°, 2C) fino a raggiungere una piccola terrazza (15 m, 3°) dove si può sostare.
50 m; 3°, 4°; 7C, 2CF.
5) Continuare ad arrampicare vicino allo spigolo fino a toccarlo su un piccolo ballatoio (15 m, 4°-, 1C).
Dal ballatoio in leggera diagonale a sinistra, allontanarsi dal filo dello spigolo e salire per fessure e gradoni di roccia grigia e gialla (20 m, 3°, pass. 4°, 2C) fino ad una grande cengia con detriti sotto un altro salto verticale dello spigolo.
40 m; 3°, 4°; 3C.
6) Traversare a sinistra lungo la cengia, rimontare un gradino roccioso fino alla cengia successiva (15 m, 1°, 2°), e poi in diagonale sempre a sinistra fino ad un ripiano (15 m, 1°, 2°, 1CF; posto a circa 40 m a sinistra dello spigolo.
30 m; 1°, 2°; 1CF.
7) Salire una parete bianca, raggiungere una profonda fessura che sale leggermente da sinistra a destra (15 m, 3°).
Rimontare la fessura (20 m, 3°+), sostare su un terrazzino.
35 m; 3°, 3°+.
8) Continuare lungo la fessura-camino, un pò verso destra, riportandosi gradatamente verso lo spigolo (40 m, 3°, pass. 4°), raggiungere una cengia.
40 m; 3°, 4°.
9) Circa 10 m a sinistra dello spigolo salire per roccia scura fino alla base di un’altra fessura (15 m, 3°, 3°+).
Salirla (25 m, 3°, pass. 4°, 1C), sostare all’interno a una clessidra sulla destra.
40 m; 3°, 4°; 1C.
10) Proseguire nella fessura che arriva sul filo dello spigolo (10 m, 3°), per poi piegare nuovamente a sinistra per gradoni, ritornando sulla parete Est (30 m, 2°, pass. 3°). Sostare su uno dei gradoni.
40 m; 3°, 2°.
11) Salire senza via obbligata la soprastante parete fino a raggiungere la grande cengia anulare, circa 100 m sotto la vetta.
Sosta da attrezzare, 30 m; 2°, 3°.
Percorrere la cengia anulare verso sinistra, oltrepassare un profondo canalone che scende tra la cima ed anticima, portandosi sul versante Sud (ometti), fino ad incrociare la via normale che arriva da un profondo camino (grosso ometto).
Da qui è possibile iniziare la discesa (catena qualche metro sotto il sentiero)
Se si vuole salire in cima seguire la traccia sulla cengia circolare fin dove la parete si adagia in facili gradoni.
Salirli seguendo gli ometti (segni blu sbiaditi) che portano sotto un caminetto.
(10 m, 3°, in discesa è consigliabile una breve doppia).
Sempre seguendo gli ometti superare un passaggio levigato, che serve ad oltrepassare in traverso una pancia di roccia (3 m, 3°).
Ancora pochi metri su ghiaie e si arriva alla croce della vetta (libro di vetta sotto la croce).
150 m di svilopp dalla cengia anulare.
DISCESA
La discesa dalla vetta segue sostanzialmente la via normale di salita sul versante Sud, ed è un pò complicata ma non difficile.
In teoria si dovrebbero seguire gli ometti, ma ce ne sono dappertutto e finisce che invece di aiutare sviano.
Ripercorrere all’indietro il tratto descritto sopra fino alla cengia anulare (il caminetto di 3°, si può evitare con una doppia da attrezzare utilizzando un sasso incastrato.
Percorrere verso sinistra (viso a valle; direzione Est, verso la Cima Piccola) il sentiero della cengia anulare per circa 80 m fin sopra un profondo camino (grossi ometti; si vede la Cima Piccola e il rifugio Lavaredo).
Sulla sinistra del camino (viso a valle) c’ è una catena per calata (grosso ometto).
CD 1: 20 m. calarsi nel profondo camino fino ad un terrazzino con 2CF (della via di salita).
Dai CF (dai quali è anche possibile calarsi) traversare verso sinistra (scendendo) lungo una cengia.
CD 2: 25 m lungo il margine del camino fin sotto ad uno spuntone.
CD 3: 25 m che porta sotto la base del camino.
CD 4: 25 m Calarsi direttamente alla terrazza detritica sottostante.
Scendere per facili gradoni ed imboccare il canale a sinistra (faccia a valle) di due paralleli.
Questo sotto sbuca in un successivo canale detritico.
(Possibile calata; ancoraggio sulla destra per CD di 10 m; in discesa 2°).
Percorrere brevemente il fondo di questo canale ghiaioso e portarsi ad una forcella sulla destra dove si trova un altro ancoraggio di discesa.
CD 5: 50 m. Calata per gradoni poi lungo una parete verticale, fino ad un canale che scende da una forcella (a destra si vede la grande terrazza della parete Sud).
Rimontare delle facili rocce (1°) a sinistra fino alla forcella (direzione Cima Piccola), oltre la quale portarsi nei pressi di un grosso masso incastrato.
In questo punto è facile sbagliare direzione.
CD 6: 50 m (o 25+25) Calata in un profondo canalone fino al suo fondo ghiaioso.
Scendere a sinistra fino a girare uno spigolo, oltre il quale continuare a scendere a sinistra per 50 m per evidenti tracce e con facile arrampicata (1°; CD possibile, anello sopra un masso quadrato) fino a raggiungere le ghiaie quasi alla base della Cima Piccola.
(2 – 3 ore dalla cima).
Con comodo sentiero rientrare al Rifugio Auronzo in 20 min.