CROZZON di BRENTA 3135 m. – Parete Est-Nord-Est
Via delle GUIDE (Detassis-Giordani)
Primi salitori: Bruno Detassis e Enrico Giordani, 2 agosto 1935
Difficoltà: V + Coefficiente di Difficoltà: 4119 Coefficiente Globale: 4736
(50*8)+(40*3)+(40*5)+(40*8)+(40*3)+(30*0,7)+(40*3)+(40*0,7)+(50*10)+(30*8)+(35*3)+(30*10)+(85*8)+(95*3)+(40*5)+(140*3)+(25*0,7)+(70*0,5)+(40*0,2)= 4119
Rischio: R3
Dislivello: circa 850 m; attualmente ci sono in parete circa 15 chiodi
Sviluppo: circa 950 m
Tempi: 6-8 ore
Materiale: chiodi in parete 35, 2 corde da 45 m, 7-8 rinvii, alcuni anelli di cordino, dadi assortiti, friend fino al n. 3
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nel Settembre 1986 con Giovanni Turconi.
L’abbiamo attaccata dopo una nevicata di alcuni giorni prima che l’aveva imbiancata.
Il buon Bruno Detassis ci aveva sconsigliato di farla e devo dire che aveva ragione, ci ha fatto penare e non poco.
La via si svolge sull’enorme paretone del Crozzon rivolto al rifugio Brentei in maniera più decentrata a destra di quanto mi sarei aspettato.
Per andare all’ attacco occorre passare nel corridoio che si forma tra la crepaccia terminale del canalone della Tosa e le rocce del Crozzon con passi su neve e ghiaccio.
L’attacco è contrassegnato da un effige stilizzata di Detassis con la classica pipa in bocca.
I chiodi non sono molti , ma sufficienti e presenti nei punti più difficili.
Facilmente proteggibile, ma ho messo qualche chiodo.
La salita si è svolta in modo normale fino alla grande cengia che delimita di solito la fine delle difficoltà.
Difatti da lì si sale senza via obbligata con difficoltà di 3°, massimo 4° fino alla cima (per circa 200 m.).
Purtroppo queste rocce erano vetrate e penzolavano qua e là dei candelotti di ghiaccio.
In queste condizioni era impossibile salirle.
C’erano solo 2 alternative o calarsi lungo la via (fin qui erano già stati percorsi 600 m. di parete e non avevamo abbastanza chiodi per attrezzare la discesa) o cercare un punto su questa enorme parete che ci permettesse di salire.
Abbiamo cominciato ad attraversare sulla cengia alla ricerca di un punto debole e dove la presenza di ghiaccio era minore.
Abbiamo traversato a destra lungamente , credo che siamo giunti fino al gran canale che segue la via Preuss.
Le rocce a sinistra del canale sembravano meno ghiacciate.
Provo a salire e in effetti era più neve che ghiaccio e riesco ad alzarmi per un tiro , prendendo qualche rischio.
Abbiamo continuato a salire per 3 tiri in queste condizioni e poi la parete ha attenuato fortunatamente la sua pendenza e ci ha reso più agevole la salita.
Tutto ciò ci ha impegnato delle ore e siamo giunti in vetta stremati che erano già le 19,30 , e considerando che essendo settembre non avevamo che 1,30 h. di luce a disposizione per una discesa che dura in condizioni normali 3,30 h., abbiamo deciso di fermarsi al Bivacco Fisso in vetta al Crozzon.
Al mattino abbiamo incominciato la discesa che è complicata ed era piena di neve e che ci ha impegnato per diverse ore.
Siamo giunti alle 12 al rifugio Pedrotti dove ci siamo rifocillati ed abbiamo chiamato il rifugio Brentei (Bruno Detassis) per avvisare che eravamo arrivati sani e salvi.
(prima che venisse allertato il soccorso alpino).
La via è bella (anche se mi aspettavo di più) e consigliabile purchè fatta in condizioni diverse.
L’impegno fisico globale è comunque notevole.
Se dovessi fare un’altra via al Crozzon la discesa la effettuerei dallo spigolo Nord a doppie e per cenge (sperando che anche questa non offra brutte sorprese).
CROZZON di BRENTA Parete Est - nord - est (via delle Guide)
La via supera con mirabile dirittura la compatta muraglia del Crozzon, seguendo nel tratto mediano la striscia destra delle due evidenti strisce nere che caratterizzano la parete ENE.
Itinerario molto ardito in arrampicata libera, uno dei più interessanti e noti non solo del gruppo di Brenta.
L'arrampicata è molto bella e sostenuta nel tratto mediano, su roccia ottima e compatta.
ACCESSO
Dal Rifugio BRENTEI si arriva sul nevaio alla base della parete.
Si continua verso sinistra, oltre lo sperone, e si sale verso il canalone della Tosa fino a circa 40 m oltre il camino della via Preuss (ore 1.20).
L'attacco è indicato da un segno rosso.
Salire in una fessura (all'inizio V, 2 ch.), poi su una placca che più sopra forma un diedro che si alza diritto.
Superare tutto il diedro (5 lunghezze, III e IV), fin dove si chiude contro la parete.
Dopo uno spostamento di qualche metro a sinistra (ch; si può stare anche nel diedro) con un'altra lunghezza si arriva a una prima cengia che taglia tutta la parete.
Spostarsi un pò a sinistra e da 1 ch. salire per una lunghezza su un pilastro (V -).
Raggiunto poi un camino leggermente obliquo a sinistra, salirlo completamente (in alto masso incastrato che forma una finestra) per arrivare ad una seconda cengia (2 lunghezze, IV +).
Si è alla base delle due strisce nere parallele che segnano la parete convessa: la via prosegue sulla striscia di destra con difficoltà molto sostenute.
Spostarsi 5 m a destra e prendere una fessura obliqua che sale a sinistra (ch. di sosta su cengia).
Salire diritti per 2 lunghezze (ch.) per raggiungere una terrazza detritica situata circa 15 m sotto un grande tetto (in questo tratto diversi chiodi più a destra sono fuori via).
Dalla terrazza salire 5 m ad una piccola cengia, traversare 4 m a destra, poi salire su parete nera obliqua a sinistra (V +) fino al diedro situato subito a destra del grande tetto.
Da una nicchia uscire a destra e salire per 40 m.
Obliquare leggermente a sinistra a un altro diedro, sopra il quale si arriva ad un terrazzino, da dove la parete si inclina e diventa meno difficile.
Salire 50 m, raggiungere una terrazza con nicchia rossa.
Superare altri 80 m di rocce ripide, nere e spesso bagnate; i primi 40 m. strapiombanti vengono aggirati a destra (IV; oppure a sinistra); gli altri 40 m si superano direttamente e portano a rocce facili.
Proseguire poi diritto senza via obbligata (rocce rotte) per circa 200 m e così si arriva in cima
(ore 7-9 dall'attacco)
SALITA Crozzon di Brenta per la cresta Sud (via normale)
La cima del Crozzon si può raggiungere tramite una sottile cresta rocciosa e frastagliata quasi orizzontale che collega la Cima Tosa al Crozzon, lunga circa 400 m.
Il percorso è però complicato e si svolge su roccette friabili, spesso con neve.
Difficoltà: passaggi di II.
Dalla vetta nevosa della Cima Tosa 3173 m (raggiunta dal Rif. Tosa in ore 2.30) si scende verso Nord a una marcata spalla della cresta, che si slancia verso il Crozzon.
Da questa spalla, sia per le friabili rocce della cresta, sia girando poco sotto sul lato Ovest, scendere al primo intaglio e, per un canale nevoso o ghiacciato, sempre sul lato Ovest, abbassarsi ancora fino a poter girare ai piedi di un gendarme di cresta e raggiungere la più bassa forcella, che divide i massicci della Tosa e del Crozzon.
Per ripide rocce facili salire ad una marcata cengia orizzontale (coperta nell'ultimo tratto), che consente di aggirare tutto il fianco Sud-Ovest della prima anticima, e di sorpassare il marcato spigolo Ovest e di raggiungere il canale nevoso, che sale alla forcella antistante alla prima cima del Crozzon.
Per rocce gradinate si guadagna la vetta della prima cima (o Cima Sud) e poi scendere sul lato Nord, per una ripida parete, direttamente ad una seconda forcella.
Per rocce friabili e ripide, poi più gradinate, salire in vetta alla seconda cima (o Cima di mezzo), 3128 m.
Scendere, lungo lo spigolo Ovest, verso un sistema di strette cenge e attraversare la parete Nord, in direzione di un terzo intaglio.
Da qui su parete ripida salire alla cima più alta .
(ore 1.30-2)
DISCESA
Percorre a rovescio la via di salita summenzionata, numerosi ometti e tracce indicano il percorso.
Dalla vetta Nord (Bivacco Castiglioni) scendere per ripida parete nel primo profondo intaglio (più impressionante che difficile), eventualmente in corda doppia.
Per cenge uscire verso destra (Ovest) sullo spigolo della Cima di mezzo e salire per cresta in vetta.
Scendere al secondo intaglio, più stretto del primo e, spostandosi poi per qualche metro a sinistra, sulla ripida parete, salire diritti alla sommità della prima cima o Cima Sud.
Scendere per rocce gradinate all'intaglio successivo e per un canalino nevoso, abbassarsi circa 50 m a destra verso una stretta cornice che permette di uscire sullo spigolo e di continuare aldilà per una cengia coperta.
Traversando orizzontalmente sul lato Ovest, portarsi sopra la forcella che divide i massicci del Crozzon e della Tosa.
Scendere alla forcella, caratteristica per un gendarme sul versante Ovest, salire per circa 20 m un canale ghiacciato e traversare a destra su cengia per una lunghezza fino a una piccola spalla dello spigolo che scende da una torre.
Salire lo spigolo (circa 80 m) fino a 2 m sotto la sua cima, da dove si raggiunge in cresta verso destra l'ultimo intaglio.
Superare una parete di 15 m , uscire sulla neve della calotta sommitale della Cima Tosa.
(ore 3-4)
OMAGGIO a BRUNO DETASSIS “ Il RE del BRENTA ”
Bruno Detassis nasce a Trento il 24 giugno 1910, da madre casalinga e padre falegname, di idee socialiste battistiane: Antonio Detassis è capo del sindacato artigiani della città di Trento e nel 1909 organizza il primo sciopero di categoria sotto l'impero austro-ungarico.
Bruno diventa portatore il 21 giugno 1933 e guida due anni più tardi; si trasferisce a Campiglio.
Nel 1933 realizza con Mantovani la prima salita notturna del Campanile Basso; nel 1934, con Ettore Castiglioni, compie un'intensa campagna esplorativa nelle Pale di San Martino: spigolo del Sass Maor, parete sud di Cima Canali, spigolo nord ovest della Pala del Rifugio; seguono le più importanti prime, tra il '33 e il '37: diretta nord est alla Cima Tosa (con Castiglioni), via Trento alla parete nord est della Brenta Alta, con Ulisse Battistata ed Enrico Giordani il 14-15 agosto 1934; via delle Guide sulla parete est-nord est del Crozzon di Brenta, con Enrico Giordani il 2 agosto 1935; parete sud sud ovest della Cima NO del Croz dell'Altissimo e infine, il 13 agosto 1937, con Giorgio Graffer, la parete est del Pilastro di destra di Cima Tosa.
Del 23 febbraio 1949 è la prima invernale al Campanile Basso, con Serafino Serafini.
Tra il '57 e il '58 Detassis prende parte alla spedizione al Cerro Torre diretta da Cesare Maestri.
La sua presenza estiva ai Brentei, di cui è custode dal 1949, è stata contraddistinta da numerose iniziative di rilievo: un sistema di smaltimento di rifiuti all'avanguardia, le giornate ecologiche per la ripulitura dei sentieri del Brenta, la costruzione di un avveniristico locale invernale con ingresso dall'alto.
Molto importante il suo ruolo anche nell'ambito del soccorso alpino.
Muore all’età di 98 anni nel 2008.