CAMPANILE ALTO – Cresta Ovest Via Hartmann-Krauss
Primi salitori: H. Hartman e G. von Krauss, 8 agosto 1927
Difficoltà: IV, 2 pass. IV+ Coefficiente di Difficoltà: 1143 Coefficiente Globale: 1279
(50*0,3) +(10*5)+(25*0,3) +(40*1) +(20*0,3)+(8*5) +(15*5)+(15*6) +(25*5) +(30*0,5) +(150*3) +(10*3)+(80*0,5) +(60*3) = 1163
Rischio: R2
Lunghezza: 550 m.
Dislivello: 500m.
Materiale: trovati in tutto 5 ch. di cui 3 di fermata
Tempi: ore 5-6 dall’ attacco
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nell’ Agosto 1971 con Gabriele Roth ed altri compagni occasionali.
La via molto logica e frastagliata è di buon interesse , difficoltà media , roccia buona, consigliabile.
CAMPANILE ALTO di BRENTA 2937 m. Via Hartmann Cresta Ovest
L’ itinerario si svolge lungo l'affilata cresta che dalla cima Nord scende ripida fin sui ghiaioni della Val Brenta.
Arrampicata a tratti elegante e divertente, una tra le più frequentate del Gruppo di Brenta.
Buoni i punti di sosta.
La roccia è sana, può ricevere chiodi piatti e a « U » medi, si presta anche all'uso di dadi.
Questo spigolo è caratterizzato da 4 spalle formate da ampie cenge detritiche, che cingono, quasi ad aggirarlo, il Campanile; infatti dalla 3° spalla, verso destra, si può uscire dalla via per imboccare il sentiero delle Bocchette all'altezza della Sentinella.
Essendo orientata a ovest, questa via riceve la luce del sole nelle prime ore del pomeriggio; pertanto al mattino, lo spigolo è piuttosto freddo.
ATTACCO
Dal RIF. BRENTEI si segue per c. 30 minuti il sent. per la Bocca di Brenta (Sentiero dei Brentei) fin oltre il tratto dove ci sono gli Sfulmini. Lasciare il sentiero e risalire.
Si sale per circa 100 m nel ghiaione, alla base della parete che forma il fianco Nord dello spigolo, dove si notano dei brevi salti
alternati a cengette: salire queste rocce per c. 50 m, fino ad un ripiano situato a c. 20 m di distanza dallo spigolo ad alla stessa
altezza di quel caratteristico tetto triangolare sullo stesso spigolo (ometto ).
SALITA
Risalire dei salti rocciosi fino a dove questi muoiono e inizia la parete verticale (ometto).
Dall’ometto si attacca la parete verticale per una fessura di 10 m ( 1 ch. ,Dulfer IV+) e dopo qualche metro più facile si segue
una cengia verso destra per 15 m. che porta verso lo spigolo. Sosta con chiodo.
Salire diritti presso lo spigolo su roccia ottima e grigia ( 40 m, IV- ) lungo una serie di fessure fino ad un ripiano.
Da qui (quasi sullo spigolo) si continua a sinistra in un canale-camino svasato, con detriti (II e III per 20 m) poi una paretina (8 m, IV+) porta in una nicchia sotto un evidente diedro fessurato, giallo e nero (ch. sosta).
Sulla sinistra della parete gialla sovrastante il punto di sosta, c’è un'ampia fessura diedro, parte sul giallo e parte sul grigio, con un'inizio un pò strapiombante: percorrerla tutta; sosta al suo termine, su una cengia a sinistra.
30 m, IV+ con passi di V-, 2 ch.
Si supera il diedro (25 m, IV+, 2 ch.), con sosta su cengia.
Per il successivo camino (30 m, III), si arriva sulla prima spalla della cresta.
Il risalto successivo si presenta un po' arrotondato.
Lo si sale subito a destra dello spigolo e, superata una fessura, si traversa a sinistra sullo spigolo stesso, che qui è affilato e verticale e offre una arrampicata in grande esposizione ma con roccia ottima (IV), fino alla seconda spalla.
Nota:
Giunti alla seconda spalla; sulla parete di sinistra dello spigolo, si nota un enorme diedro giallo-nero che corre parallelo allo spigolo e termina alla terza spalla, questo è un ottimo punto di riferimento.
La via sale sulla destra del filo dello spigolo su una parete gialla e articolata che presenta a destra un tetto quadrato.
Si sale fin sotto il tetto e lo si supera lasciandolo a destra, per tutto il tiro IV sostenuto; quindi per roccia grigia e salda con difficoltà sempre di IV sino alla terza spalla; non ci sono chiodi.
Dalla terza spalla, si alza un ardito torrione giallo, staccato dallo spigolo che a metà presenta una pancia strapiombante.
Si continua sulla destra del filo di cresta, sempre con arrampicata divertente e esposta; si evita un caratteristico tetto quadrato tenendosi sulla parete a sinistra, ricca di appigli (IV, 1 ch.) e, tornando a sinistra sul filo dello spigolo, lo si rimonta fino alla terza spalla.
Si è sotto un ardito torrione giallo, separato dalla continuazione della cresta da uno stretto e profondo intaglio; si sale da destra in cima al torrione, dal quale si scende all'intaglio con una calata a corda doppia di 20 m. o spostarsi a sinistra per un ampia cengia per circa 30 m salendone 10.
Si giunge alla base di un camino (sosta comoda ma da attrezzare), che percorso porta all'intaglio sopra citato, evitando la doppia; il tiro è di 30 m, si percorre il bordo sinistro del camino con difficoltà di IV+ e passi di V-.
Riguadagnata la cresta all'intaglio, si sale per una paretina con inizio difficoltoso e delicato (ch.); al termine del tiro si comincia a salire diagonalmente verso destra, mirando l'intaglio fra le due punte della cima.
Si sale, per l'opposta ripida parete fessurata (10 m, IV-, 1 ch.), a riprendere l'arrampicata lungo la cresta e per ripidi caminetti sulla sinistra ci si porta a una breccia dietro un piccolo gendarme.
Per una fessura si raggiunge la spalla soprastante, quindi, traversando per cengia sul lato destro (S), si arriva alla forcella che separa le due punte del campanile.
Questa parte di salita, sempre in libera e senza chiodi, presenta difficoltà di III con qualche passo di IV; il percorso non è obbligato, l'arrampicata è bella.
Arrivati alla forcella, si può salire alla maggiore delle due punte, quella di destra, per tracce di passaggio (ometti) su terreno più facile.
Per la ripida parete di ottima roccia si sale sulla punta più alta
(ore 5-6 dall'attacco).
DISCESA
Dall'intaglio tra le due cime scendere verso sinistra (ometto e tracce di passaggio), fare attenzione a non seguire il canalone detritico
che scende a Nord-Est dall’intaglio fra le due cime, ma attraversarlo e uscire a sinistra, per scendere il “camino gigante”, quindi,
sempre tenendo la sinistra per salti di I° e II° si perviene ad una spalla formante un ampio e verticale camino-canale con la parete del Campanile.
Si trova un chiodo ad anello con cordini, effettuare una prima doppia da 40 m verso l'interno del canale-camino; quindi scendere, per tracce di passaggio e ometti, i vari saltini verticali con difficoltà di II (si vede in basso a destra il sentiero delle Bocchette), poi puntare a destra verso la forcella tra il Campanile Alto e gli Sfulmini.
Si presenterà verso la fine un salto verticale; fare una doppia da 40 m su un cordino attorno ad una clessidra; si giunge così alla forcella.
Prendere ora la Ferrata delle Bocchette che, percorsa verso destra, passando dietro il Campanile Basso, riporta verso la Bocca di Brenta ove si riprende il sentiero verso il Brentei.