RELAZIONE Via Fabbro alla BRENTA BASSA
Brenta Bassa - Spigolo Ovest - Via Fabbro
Primo salitore: Vittorio Emanuele Fabbro, agosto 1913.
Difficoltà: III, 2 pass. IV - Coefficiente di Difficoltà: 125 Coefficiente Globale: 137
(35*0,5)+(10*0,7) +(25*0,7) +(5*1)+(20*0,5) +(5*1)+(45*0,5) +(150*0,2) +(50*0,2) = 125
Sviluppo: 350m.
Dislivello: 250 m.
Rischio: R2
Tempi: ore 2-2.30
MIE IMPRESSIONI
Percorsa nell’Agosto 1970 con Gabriele Roth.
Via poco interessante , sembra una normale. Le difficoltà sono spesso aggirabili.
Lo spigolo rivolto alla Cima Margherita è formato da tre ripidi risalti separati da due terrazze detritiche.
La via supera i primi due risalti, mentre il terzo viene superato da varianti.
Arrampicata esposta , elegante , breve e discontinua.
ATTACCO
Dai Rifugi alla TOSA si segue il Sent. della Tosa (it. 77a) e per ghiaione si sale alla bocchetta tra la Brenta Bassa e la Cima Margherita (ore 0.40).
(A questa bocchetta si può salire anche da N superando su rocce friabili, sia sulla sinistra che sulla destra, una parete alta circa 30 m sopra il nevaio: II).
SALITA
Salire direttamente la ripida parete subito a sinistra dello spigolo (45 m, 2 ch., III e III +) fino a una spalla sullo spigolo stesso (la via originale, dopo 25 m si porta a destra dello spigolo e supera un camino di 6 m e una difficile paretina di 5 m).
Innalzarsi sulla destra delle frastagliature della cresta per 25 m cercando i passaggi migliori e, raggiunta la terrazza della prima spalla, attraversare verso sinistra (versante Val Brenta) per 15 m (ometto).
Salire in obliquo un pò a destra una paretina (1 pass. IV -, 1 ch.) e dopo 25 m raggiungere a sinistra un terrazzino (2 ch. di sosta).
Il sovrastante tratto esposto si supera sia nel diedro che sulla parete a sinistra (5 m, IV -) e si esce sulla facile cresta frastagliata, con blocchi instabili, che dopo 50 m porta alla grande terrazza detritica della seconda spalla (grande ometto).
Percorrerla verso destra. (tracce) per circa 150 m, salire su rocce facili in obliquo verso sinistra per circa 40 m, poi traversare ancora a destra fino ad entrare nella parte alta del canale roccioso situato fra le due cime.
Per esso in breve (II) all'intaglio soprastante, e verso sinistra si raggiunge la cima più alta (ore 2.30 dall'attacco).
NOTA: se dalla seconda spalla si supera direttamente il canale fra le due cime, si incontrano dei passaggi di IV.
VARIANTE
Si segue la via fino alla prima terrazza, sulla quale si traversa a destra per circa 50 m, fino a un diedro di roccia nera.
Salirlo per 20 m verso una seconda cengia e proseguire un pò a sinistra, fino a un largo terrazzo.
Percorrerlo per 8 m verso destra, poi salire una fessura articolata e friabile obliqua a destra, che porta in una piccola nicchia.
Superare direttamente lo strapiombo e proseguire per la fessura, che porta su un terrazzo.
Di qui, spostandosi per pochi metri a destra, si prende un largo camino che sbocca sulla seconda grande terrazza della via Fabbro.
Roccia friabile; IV. F. Astraldi, G. Baumgartner e A. Giardini, agosto 1939
VARIANTE DIRETTA PER LO SPIGOLO
È un logico complemento della via Fabbro, perchè segue la cresta del terzo risalto.
Dalla seconda grande terrazza salire su un avancorpo alto una decina di metri.
Con breve traversata spostarsi a sinistra, poi, per una fessura, alzarsi un pò verso destra su rocce compatte fin sotto uno strapiombo giallo, da dove si arriva a un piccolo pulpito. Per rocce più facili si raggiunge una grande terrazza e di qui, tenendosi un paio di metri a sinistra dello spigolo, salire diritto fin sotto uno strapiombo rossastro, che costituisce la massima difficoltà della salita.
Lo si aggira a destra (V) salendo a un terrazzino e da questo, a sinistra, si passa su un terrazzo più ampio.
Di qui, per facili rocce, si sale direttamente in vetta.
Arrampicata elegante di IV con 1 pass. di V
M. Bianchini e M. Friedericksen, 16 agosto 1940.